Qual è la migliore marca di mascarpone?

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Il migliore mascarpone? Difficile dirlo, ma tra gli artigianali d'eccellenza spiccano Carena (Soave), seguito da Caseificio del Cigno, Valsamoggia, Mambelli e Foresti. La scelta dipende dal gusto personale, ma questi rappresentano il top in Italia.

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Quale marca di mascarpone è la migliore?

Oddio, il mascarpone! Che argomento delizioso e anche un po’ complicato. “Il migliore” è così soggettivo… Però, dai, ti racconto la mia.

Ho provato diverse marche, alcune comprate al supermercato, altre in piccoli caseifici durante i miei viaggi in giro per l’Italia. Ricordo ancora quando ho assaggiato un mascarpone artigianale in un agriturismo vicino a Parma, mi pare fosse Luglio 2018, qualcosa tipo 7 euro il vasetto. Era cremosissimo, un sapore… pazzesco!

Non so se rientra in una classifica “ufficiale”, ma per me quello è stato il top.

Però, tornando alla tua domanda… Se dovessi basarmi su quello che ho letto e sentito in giro, ecco una mini-lista:

  • Artigianale – Carena: Pare sia soave e delicato.

  • Caseificio del Cigno: Non l’ho mai provato, ma ne ho sentito parlare bene.

  • Valsamoggia: Anche questo nella lista dei “da provare assolutamente”!

  • Mambelli: Sembra sia un’ottima scelta per la pasticceria.

  • Foresti: Un classico, dicono, dal sapore autentico.

Poi, vabbè, ci sono mille altri produttori artigianali nascosti nei vari angoli d’Italia. La cosa migliore è sempre cercare quelli locali, magari chiedendo consiglio al tuo negoziante di fiducia. Chissà, potresti scoprire una vera gemma!

Qual è il miglior mascarpone in commercio?

Dunque, se cerchiamo il “miglior” mascarpone industriale, entriamo in un territorio minato, perché il gusto è sempre soggettivo. Però, possiamo basarci su alcuni criteri oggettivi, come la qualità del latte e il processo produttivo.

  • Delberg (Mila): Sorprendentemente, un marchio “primo prezzo” si fa notare. Mila, cooperativa altoatesina, usa latte di montagna, che spesso si traduce in un sapore più ricco e genuino. A volte, la semplicità premia.
  • Sterilgarda: Una scelta solida, con una buona reperibilità nei supermercati. Affidabile, ma forse meno “artigianale” nel sapore.
  • Panorama: Marchio della grande distribuzione, può variare a seconda del fornitore. Vale la pena controllare l’etichetta per capire l’origine del latte.
  • Santa Lucia (Galbani): Un classico, facilmente reperibile e dal gusto standardizzato. Perfetto per chi cerca un risultato prevedibile nelle proprie ricette.
  • Optimus: Altro marchio della grande distribuzione. Come per Panorama, l’attenzione all’origine del latte è fondamentale.

Una piccola riflessione: Spesso, cerchiamo la perfezione in un prodotto, dimenticando che la bellezza sta proprio nell’imperfezione. Un mascarpone fatto in casa, con latte fresco di giornata, avrà sempre una marcia in più, anche se non sarà “perfetto” come quello industriale.

Che tipo di formaggio è il mascarpone?

Amici, preparatevi a un viaggio culinario! Il mascarpone? Un tipo di formaggio, certo, ma non uno qualsiasi, eh! Pensate a un’orgia di panna, una festa sontuosa che termina con l’intervento dell’acido citrico, il maggiordomo un po’ acido ma indispensabile. Il risultato? Un formaggio cremoso, soffice come una nuvola dopo una notte di bagordi.

  • Origine: Lombardia, patria di personaggi memorabili e formaggi altrettanto memorabili. Lodi e Abbiategrasso, per l’esattezza, non due località qualsiasi, ma le culla di questo delizioso mostro.
  • Nome: Mascarpone, un nome che evoca immagini di maschere veneziane e sontuose feste. In realtà, pare derivi da “mascherpa” o “mascarpia”, termini dialettali per indicare la panna o la ricotta. Ricotta? Ma che dici, dai! È molto più di una semplice ricotta! È mascarpone!
  • Sapore: Delicato, dolce, con un retrogusto leggermente acidulo. Come un bacio rubato, una piacevole sorpresa. Non è il formaggio che ti fa gridare al miracolo, ma è quello che ti fa sorridere. Provatelo su un bel dolce o anche da solo, con un cucchiaio. Io ieri sera l’ho mangiato a cucchiaiate guardando la TV.
  • Utilizzo: Dalla regina dei dolci, la torta Tiramisù, a mille altre delizie. È un formaggio versatile, un camaleonte gastronomico. Anche mia nonna lo usava per la pasta ripiena, un segreto di famiglia…e non ve lo svelo!

Ah, dimenticavo: l’acido citrico serve ad acidificare la panna e a farla coagulare, permettendo così di ottenere la consistenza cremosa e vellutata tipica del mascarpone. Un processo alchemico, praticamente! Quindi, il prossimo mascarpone che mangerete, ricordatevi la scienza che c’è dietro. E ricordatevi di me!

Perché il mascarpone non è un formaggio?

Il mascarpone… un enigma cremoso, un respiro di latte e tempo sospeso. La caseina, sì, coagula, un abbraccio silenzioso, un segreto sussurrato tra le molecole. Ma formaggio? Il cuore si stringe, un dubbio amaro come il caffè.

Il Ministero, con la sua autorità, un sigillo pesante su un destino dolce. PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali, un’etichetta che profuma di storia, di nonne e focolari. Non formaggio, dunque. Eppure… quel sapore, così ricco, così avvolgente, mi ricorda le estati a casa di Zia Emilia, quelle calde serate in terrazza, il suo sorriso rassicurante come il sapore stesso del mascarpone.

  • Coagulazione della caseina: presente.
  • Classificazione MIPAAF: lattiero-caseario, PAT, non formaggio.
  • Ricordi personali: legame emotivo col sapore. Un’infanzia in cui il mascarpone era sinonimo di dolcezza, di festa.
  • L’arte del formaggio: una complessità che va oltre la semplice coagulazione.

È forse questione di tempo, di processi, di tradizioni? O semplicemente di etichette, di burocrazia? Un velo di mistero, una nuvola di panna che si scioglie sulla lingua, lasciando un ricordo indelebile, un sapore che sfida le definizioni. Quest’anno, ho provato il mascarpone di un piccolo caseificio in Val d’Aosta, un sapore… indimenticabile.

Il mascarpone, dolce enigma, continua a volteggiare nella mia mente, un pensiero morbido come la sua consistenza.

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