Quale Parmigiano Reggiano è migliore?

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Il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse, decretato "miglior Parmigiano del mondo" dai maestri della Scuola del Formaggio di Parigi, rappresenta l'eccellenza indiscussa. La valutazione degli esperti conferma la sua superiorità.

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Qual è il miglior Parmigiano Reggiano?

Miglior Parmigiano Reggiano? Uhm, domanda da un milione di dollari! Allora, io non sono un esperto, però… ho assaggiato un Parmigiano Vacche Rosse una volta, comprato in una bottega a Parma, forse era il 2018, pagato un occhio della testa, tipo 40 euro al kg? Non ricordo bene.

Comunque, era spettacolare.

Comunque, pare che i maestri di “Paroles de Fromagers” (una scuola a Parigi per chi lavora con i formaggi) abbiano proprio eletto il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse come “il migliore del mondo”. Boh, magari avevano ragione, perché quello che ho mangiato io era davvero buonissimo.

Domanda: Qual è il miglior Parmigiano Reggiano? Risposta: Il Parmigiano Reggiano Vacche Rosse è stato valutato come «il miglior Parmigiano del mondo» da Paroles de Fromagers – «La Scuola del Formaggio di Parigi».

Quale Parmigiano è meglio?

Quale Parmigiano è meglio? Dipende dai gusti, ovvio! Ma per me, quello di un piccolo caseificio vicino a Parma, quello di Nonno Emilio, è insuperabile. L’ho assaggiato a Luglio, durante una visita improvvisata. Sapore intenso, leggermente piccante, persistente… una bomba!

Quali parametri valutano la qualità? Beh, la stagionatura è fondamentale! Più è stagionato, più intenso è il sapore, ma anche più duro. Poi, l’aspetto: la crosta dovrebbe essere liscia, di un bel color paglierino. E poi l’odore, un profumo intenso, di fieno, di latte fresco… un’esperienza sensoriale totale!

Ricordo ancora la sensazione in bocca, quella granulosità che non è mai fastidiosa, anzi! Non era secco come alcuni che ho provato, nemmeno troppo morbido. Perfettamente equilibrato! Ero lì con mio cugino Lorenzo, e ci siamo divisi una bella fetta, con un buon bicchiere di Lambrusco. Che serata! E poi, ovviamente, il sapore! Non so spiegarlo, ma era incredibilmente buono.

  • Sapore intenso e persistente
  • Stagionatura adeguata
  • Crosta liscia e color paglierino
  • Profumo intenso e gradevole
  • Consistenza granulosa ma non secca

Aggiungo: Nonno Emilio usa solo latte crudo, proveniente dalle sue mucche al pascolo. La cura è maniacale, lo si vede. E poi la passione… quella è un ingrediente segreto, irrinunciabile. Questo Parmigiano è un’esperienza, non solo un formaggio!

  • Latte crudo
  • Produzione artigianale
  • Pascolo delle mucche
  • Passionale dedizione del produttore

Non ho informazioni su lattosio, ma quello di Nonno Emilio, per la mia esperienza personale, è facilmente digeribile.

Dove si produce il miglior Parmigiano Reggiano?

Il miglior Parmigiano Reggiano? Una domanda che apre un vaso di Pandora di considerazioni sensoriali e filosofiche! Dopotutto, la “migliore” è un’etichetta soggettiva, quasi arbitraria. Ma se parliamo di riconoscimenti ufficiali, quest’anno il premio “Best Italian Cheese” è andato al Parmigiano Reggiano del caseificio Rastelli.

La loro sede? Rubbiano di Solignano, in provincia di Parma. Una zona geografica cruciale, lo sottolineo: il pedemonte, dove le valli del Taro e del Ceno si incontrano. L’influenza microclimatica di questa zona, la particolare composizione del terreno e la qualità del latte locale, sono elementi chiave per quel sapore intenso che ha conquistato la giuria. Un esempio lampante di terroir, un concetto caro alla mia passione per l’enologia, che si rivela anche nella produzione casearia.

  • Caseificio: Rastelli
  • Località: Rubbiano di Solignano (PR)
  • Zona: Pedemontana, confluenza tra le valli del Taro e del Ceno.

Quest’anno, poi, ho notato un’attenzione particolare alla stagionatura, un aspetto fondamentale che incide profondamente sulle caratteristiche organolettiche del formaggio. Personalmente, preferisco un Parmigiano Reggiano stagionato almeno 36 mesi, ma certo, il gusto è, come dicevo, una questione molto personale. Ricorda che anche l’altitudine influisce.

A proposito, lo sapevi che l’analisi della composizione chimica del latte, effettuata da laboratori specializzati, aiuta a comprendere la qualità del prodotto finale? È un mondo affascinante, quello della chimica applicata all’agroalimentare! Infatti, mio zio, un agronomo in pensione, mi ha sempre spiegato l’importanza del suolo e del regime alimentare del bestiame.

E poi, non dimentichiamo il fattore umano: la maestria del casaro è inestimabile. Un po’ come un’opera d’arte, no? Ogni forma di Parmigiano Reggiano è unica, un piccolo capolavoro!

Qual è il Parmigiano più costoso?

Il Parmigiano Reggiano delle Vacche Rosse è tra i più costosi.

  • Razza rara: Le Vacche Rosse Reggiane producono meno latte rispetto ad altre razze, aumentando il valore del formaggio.
  • Qualità superiore: Il latte è noto per la sua alta qualità, che si riflette nel sapore e nelle proprietà del Parmigiano.

È interessante come la rarità e la qualità intrinseca di un prodotto possano elevarlo a uno status di lusso, quasi un simbolo di unicità e artigianalità.

Qual è il formaggio più sano?

Dunque, il formaggio più sano? Ahimé, è come chiedere qual è la nuvola più saporita: dipende dai gusti! Ma se parliamo di virtù salutistiche, la mozzarella si piazza bene in classifica. Leggera come una piuma (relativamente, eh!), ricca di calcio che fa invidia a un grattacielo e proteine che farebbero resuscitare un bradipo.

Pensate alla mozzarella di bufala: una nuotatrice olimpionica in un mare di latte, piena di sapore e con un carattere deciso. Un vero toccasana per chi vuole mantenersi in forma senza rinunciare al gusto. E poi la mozzarella vaccina, più delicata, una timida debuttante al ballo delle proteine, perfetta per chi preferisce sapori meno intensi.

  • Calcio: fondamentale per ossa che non suonino come uno xilofono alla prima folata di vento. E la mozzarella ne è piena!
  • Proteine: i mattoncini che ci costruiscono, perfette per chi vuole bicipiti da urlo o semplicemente per sentirsi un po’ più Hulk.
  • Leggerezza (relativa): insomma, non è proprio un’insalata, ma rispetto a formaggi stagionati è un peso piuma. Potremmo dire che è la ballerina del tango argentino dei latticini.

Personalmente, adoro la mozzarella di bufala con un filo d’olio e qualche pomodorino. Un piatto semplice, ma che mi ricorda le estati della mia infanzia a Napoli, con il profumo del mare e il Vesuvio che fa capolino. Ricordo ancora le mozzarelle enormi, che sembravano palloni da basket, da cui mia nonna ricavava trecce e bocconcini per tutta la famiglia. Un vero spettacolo! Per la cronaca, preferisco quella con un po’ di “carattere”, quella che quando la tagli rilascia un liquido bianco e perlaceo, segno di freschezza e genuinità.

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