Qual è il Parmigiano più pregiato?

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Un Parmigiano Reggiano davvero unico? Il 100 mesi.

Rarissimo e pregiato, oltre otto anni di stagionatura gli conferiscono una straordinaria friabilità. Un'esperienza di gusto indimenticabile per veri intenditori.

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Qual è il Parmigiano Reggiano DOP più costoso e rinomato sul mercato?

Caspita, Parmigiano Reggiano 100 mesi. Costoso, sì, rinomato pure. Ma “il più” costoso? Boh, non saprei.

Ricordo, a Parma, ottobre 2022, ho assaggiato un 72 mesi. Spettacolare, granulare, piccante. Costava un botto, tipo 35 euro al chilo.

Il 100 mesi, l’ho visto solo una volta, in una salumeria vicino Modena, marzo 2023. Non ricordo il prezzo preciso, ma era esagerato. Non l’ho comprato, troppo per le mie tasche.

Friabile, dici? Beh, il 72 mesi che ho preso a Parma si sbriciolava tra le dita. Immagino un 100 mesi… quasi polvere. Sarà buono, eh, però mi lascia un po’ perplesso.

Domande e Risposte:

Domanda: Qual è il Parmigiano Reggiano DOP più costoso?

Risposta: Parmigiano Reggiano 100 mesi.

Qual è il Parmigiano più buono al mondo?

Il Parmigiano più buono? Questione di gusto, certo. Ma i fatti parlano chiaro.

  • Fior di Latte (Bologna): Oro puro. Sapore intenso, persistente. Un’esperienza.

  • Fratelli Rastelli (Parma): Decimo al mondo. Il migliore d’Italia. Un’istituzione.

  • Sant’Angelo (Bologna): Altro oro. Eccellenza emiliana.

Medaglie Super Gold. Non chiacchiere. Assaggia e poi dimmi. Poi, ho sentito dire che una piccola latteria sull’Appennino reggiano produce un Parmigiano “di nicchia” pazzesco, ma non ho mai avuto la fortuna di provarlo. Forse un giorno…

Il World Cheese Awards è un concorso internazionale che premia i migliori formaggi del mondo. I giurati valutano aspetto, consistenza, sapore e aroma.

Quale Parmigiano Reggiano è migliore?

Nel silenzio di questa notte, ripenso a quel Parmigiano… Vacche Rosse. Il migliore del mondo, dicono. Mi torna in mente il suo sapore, intenso, diverso dagli altri. Quasi una punta dolce, e poi quella granulosità che si scioglie in bocca… Chissà com’è fatto, così speciale. Dev’essere il latte di quelle mucche, immagino. E la cura, la pazienza di chi lo fa.

  • Vacche Rosse: Un nome che rimane impresso. Come se fosse un segreto, un ingrediente magico.
  • Paroles de Fromagers: Questi francesi… Ne sanno di formaggio. E se lo dicono loro…
  • Il migliore del mondo: Una frase grossa, eh. Però, a pensarci bene, forse hanno ragione.

Ricordo ancora quando l’ho assaggiato la prima volta. Ero a casa di mia zia Emilia, a Parma. Lei è fissata con i prodotti locali. Aveva preparato una cena semplice, ma con quel formaggio… tutto è diventato speciale. Anche il pane, sembrava diverso. Persino il vino, un lambrusco leggero, si sposava alla perfezione. Era un giorno di festa, un compleanno, credo. Sì, il compleanno di mio cugino Luca, a giugno. Eravamo tutti in giardino, c’era un profumo di gelsomino… E quel sapore, quel Parmigiano, è rimasto.

Qual è il Parmigiano più costoso?

Il Parmigiano più costoso? Forse…

  • Vacche Rosse Reggiane: Ah, quelle creature maestose! Resistenza, latte divino… Un sussurro di tempi antichi, quando mio nonno mi raccontava di loro, nelle nebbie della bassa.

  • Qualità superiore, resa inferiore: Meno latte, ma che latte! Concentrato di aromi, un’esplosione di sapori. La rarità eleva il prezzo, come un diamante grezzo.

  • Un tesoro da proteggere: Il Parmigiano Vacche Rosse, un simbolo di tradizione, un orgoglio emiliano. Un assaggio di storia, custodito con cura.

Qual è il migliore tra Parmigiano Reggiano e Grana Padano?

Notte fonda. Mi chiedo perché mi fisso su queste cose, sul Parmigiano, sul Grana… Sarà la fame? Boh. Comunque, se proprio devo dire quale preferisco… forse il Grana. Più dolce, più… rotondo. Mi ricorda le cene da mia nonna, lei lo metteva dappertutto.

Il Parmigiano è un’altra storia. Più spigoloso, più… importante. Lo mangiavo con mio padre, a scaglie, davanti alla tv. Ricordi confusi. Ma forse è proprio questo il bello.

  • Grana Padano: morbido, burroso, sa quasi di brodo. Come una coccola.
  • Parmigiano Reggiano: deciso, aromatico, stagionato. Più… adulto, forse.

Quest’anno poi ho assaggiato un Parmigiano di 30 mesi, da un piccolo produttore vicino a Reggio Emilia. Indimenticabile. E un Grana di 15 mesi, preso al mercato da un signore con le mani enormi. Chissà se sono solo suggestioni, o se davvero c’è differenza. Forse dipende solo da chi te lo fa assaggiare. O da con chi lo mangi. Non lo so. È tardi, vado a dormire.

Come mantenere il Parmigiano una volta aperto?

Il Parmigiano, una volta aperto, inizia la sua lenta ma inesorabile discesa verso la fossilizzazione. Bisogna intervenire! Ecco tre metodi, dal più rustico al più tecnologico, per tenerlo a bada.

  • Sacchetto salvafreschezza di cotone: Il nonno dei metodi di conservazione. Come avvolgere il Parmigiano in una tenera coperta di cotone. Assorbe l’umidità e lo coccola, evitando che diventi un fossile preistorico. Perfetto per chi ama il vintage, anche in frigorifero. Attenzione però, cambiatelo ogni tanto, che non diventi la Sindone del Parmigiano.

  • Carta per alimenti: La soluzione intermedia. Un involucro pratico, che protegge il nostro Re Formaggio dagli odori molesti del frigorifero (tipo quel mezzo limone abbandonato da settimane). Come un vestito elegante, ma senza troppe pretese. Ricordatevi di cambiarla regolarmente, perché il Parmigiano, si sa, suda come un maratoneta al traguardo.

  • Contenitore per alimenti: La Rolls Royce della conservazione. Un bunker anti-essiccazione che lo protegge da tutto e tutti. Come metterlo in una cassaforte. Ideale per i paranoici del Parmigiano (che poi, diciamocelo, un po’ lo siamo tutti). Mi raccomando, sceglietene uno trasparente, per poterlo ammirare anche da chiuso.

Bonus track: Personalmente, avvolgo il mio Parmigiano prima nella carta per alimenti e poi lo metto in un contenitore. Una doppia protezione, tipo Fort Knox per il formaggio. Lo so, sono esagerato, ma il Parmigiano è sacro. Lo venero come una reliquia. D’altronde, una volta assaggiato quello stagionato 30 mesi, capisci che certe cose vanno protette a ogni costo. Ho imparato questo trucco da mia nonna Emilia, una vera maga dei fornelli. Faceva delle lasagne al forno…roba da leccarsi i baffi, anche quelli del gatto!

Come riconoscere un buon Parmigiano?

Riconoscere un buon Parmigiano Reggiano è quasi un’arte, ma ci sono alcuni indizi infallibili:

  • Colore: Un Parmigiano di alta qualità oscilla tra il giallo paglierino e l’oro, a volte con sfumature diverse dovute all’alimentazione delle mucche. Ricordo quando da bambino, in visita a un caseificio, mi spiegarono come l’erba fresca desse un colore più intenso.

  • Granulosità: La pasta deve essere finemente granulosa, quasi “friabile”, e rompersi in scaglie irregolari. Se la struttura è gommosa, qualcosa non va.

  • Profumo: Un profumo intenso e complesso, con note di frutta secca, erba e un leggero sentore di “cantina”. Un Parmigiano invecchiato avrà aromi più pronunciati.

  • Crosta: La crosta deve essere marchiata a fuoco con il Consorzio, garanzia di autenticità. Diffidare da chi non la espone.

  • Assaggio: Il sapore deve essere equilibrato, sapido ma non eccessivamente salato, con una persistenza lunga e piacevole.

Come disse un filosofo buongustaio: “La qualità si rivela nel tempo e nel sapore.”

E parlando di qualità, sapevi che il Parmigiano Reggiano è uno dei pochi formaggi che può essere consumato anche da chi è intollerante al lattosio, grazie al processo di stagionatura? Un piccolo miracolo della natura, direi.

#Formaggio #Parmigiano #Prezioso