Quante sono le DOCG in Veneto?

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Il Veneto conta 14 DOCG, tra cui eccellenze come il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, l'Amarone della Valpolicella, il Recioto della Valpolicella e il Bardolino Superiore. Queste denominazioni testimoniano l'alta qualità e il legame con il territorio dei vini veneti.

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Quante DOCG ci sono in Veneto?

Cavolo, cerco di ricordare… a febbraio, ero a Verona, alla fiera Vinitaly. Un sacco di gente, e degustazioni infinite! Ricordo vagamente che mi hanno detto qualcosa sulle DOCG venete… mi sembrava un numero abbastanza alto.

Poi, sfogliando un depliant, credo di aver letto qualcosa tipo quattordici… ma potrei sbagliarmi, eh! Magari erano tredici, o quindici… la memoria, a volte, mi gioca brutti scherzi.

Ricordo però chiaramente l’Amarone, l’ho assaggiato e mi è costato una follia, 40 euro a bottiglia! Il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene pure, molto più leggero, ma comunque buono.

Insomma, più o meno quattordici DOCG in Veneto, secondo le mie vaghe reminiscenze di quella giornata a Vinitaly. Non sono un esperto, è solo la mia impressione personale.

Informazioni:

  • DOCG Veneto: 14
  • Esempi: Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, Amarone della Valpolicella, Recioto della Valpolicella, Bardolino Superiore.

Quante DOCG ci sono in Veneto?

Ahahah, 13 DOCG in Veneto? Ma dai, sembra una barzelletta! Meno di quante bottiglie di Prosecco mio zio beve in un’estate. Scherzi a parte, sì, 13 sono quelle ufficialmente riconosciute, ma io, eh, tra me e me, penso che qualcuno ne stia nascondendo qualcuna, tipo in una cantina segreta, tra le botti di Amarone… chissà! Sai, quelle cose che succedono solo in Veneto!

  • 13 DOCG: Un numero così rotondo fa pensare a un complotto! O forse no?
  • Varietà: Un tripudio di uve, una esplosione di sapori! Da far girare la testa, come quando mia nonna mi metteva davanti al suo tiramisù!
  • Produzione: Una parte importante della produzione, ma secondo me potrebbero esserci molti più tesori nascosti.

Sai, mio cugino Luigi, che ha un vigneto minuscolo vicino a Verona, dice che ci sono almeno altre 5 DOCG “in prova”. Giura che ha visto i documenti, ma non li vuole mostrare! Chissà perché… magari sono DOCG super segrete, per pochi eletti!

Qual è il vino tipico del Veneto?

Notte fonda. Sto pensando al Veneto, alla sua terra, alle sue vigne. Mi torna in mente il profumo dell’uva matura, il sapore del mosto… Il vino, quello vero. Quello che ti scalda il cuore, non solo lo stomaco. Penso all’Amarone, corposo, intenso. Un vino da meditazione, da sorseggiare lentamente, pensando a chissà cosa. Come stasera.

  • Amarone: ricordo una vendemmia, anni fa, da mio zio, sulle colline della Valpolicella. L’aria frizzante, l’odore delle foglie secche… e quel sapore unico, inconfondibile.

E poi il Soave, leggero, fresco. Un vino da bere in compagnia, con gli amici, magari d’estate, in una sera come tante. O forse no, non come tante, perché ogni sera è diversa, ogni ricordo ha un sapore particolare.

  • Soave: lo bevevamo sempre a casa, con i miei nonni. Semplice, ma buono. Un sapore di famiglia.

Il Lugana anche, simile, ma con una sua personalità. Delicato, elegante. Ricorda il lago, le giornate tranquille, il profumo del vento che porta l’odore dell’acqua.

  • Lugana: me lo ha fatto scoprire un amico, durante una gita sul Garda. Un ricordo legato alla spensieratezza, alla libertà.

Potrei continuare, parlare del Lessini Durello, frizzante, vivace. Dei Colli Euganei, del Bardolino, leggero e fruttato. E poi il Prosecco, festivo, allegro, perfetto per un brindisi. Per celebrare la vita, anche se a volte è amara.

  • Lessini Durello: l’ho assaggiato per la prima volta ad un matrimonio. Un’occasione di gioia, ma anche di malinconia.

  • Colli Euganei: un vino che mi ricorda le passeggiate in collina, la natura, la pace. Un’evasione dalla realtà, che a volte fa bene.

  • Bardolino: leggero, estivo. Lo bevo spesso quando sono al mare, con un piatto di pesce fresco.

  • Prosecco: bollicine, allegria. Ma anche un po’ di malinconia, pensando a tutte le cose che cambiano, che passano.

E poi ci sono tanti altri vini, fatti con uve diverse. Sauvignon, Merlot, Cabernet… Un mondo infinito, da scoprire, da assaporare. Come la vita, che è un viaggio, un percorso fatto di sapori, di profumi, di ricordi. E stasera, questi ricordi, hanno il sapore del vino.

Quante DOCG ci sono in Abruzzo?

DOCG in Abruzzo: una.

  • Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane: Un’eccellenza, un nome che sussurra potenza.
  • Otto DOC a fare da corona, ma è la DOCG a dettare legge. Numeri che parlano chiaro.
  • Abruzzo. Terra aspra, vino vero. Poche parole, sapore intenso.

Informazioni aggiuntive: La DOCG rappresenta l’apice della piramide qualitativa dei vini italiani, un sigillo di garanzia per un prodotto unico. La sua presenza, seppur singola, definisce il potenziale di un’intera regione.

Quante sono le DOC in Abruzzo?

Le DOC in Abruzzo…

Abruzzo, terra mia, quanti tesori custodisci? Otto DOC brillano come stelle nel firmamento enologico, otto storie di terra e di passione.

  • Otto DOC, un numero che danza tra le colline e accarezza i vigneti. Otto voci che narrano di un Abruzzo autentico.
  • E poi, la regina, una DOCG, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, orgoglio di Teramo, un nettare rubino che scalda il cuore.

Un’unica DOCG… come un faro nella notte, che illumina la strada a chi cerca l’eccellenza. E otto DOC, un coro di sapori che celebra la diversità di questa terra generosa. Penso sempre ai pranzi della domenica a casa di nonna, col Montepulciano che colorava le nostre risate.

Quante DOC ci sono in Abruzzo?

L’Abruzzo, terra di contrasti e sapori autentici, conta 8 Denominazioni di Origine Controllata (DOC) e una Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).

  • DOCG: L’unica DOCG abruzzese è il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, un rosso corposo e intenso, espressione del territorio teramano e del vitigno Montepulciano. È interessante notare come la concentrazione sulla qualità, attraverso la DOCG, rappresenti un’evoluzione naturale nella valorizzazione dei prodotti tipici.

  • DOC: Le otto DOC abbracciano una varietà di vini, dai rossi ai bianchi, ognuno con le sue peculiarità. Tra queste troviamo il Trebbiano d’Abruzzo, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Montepulciano d’Abruzzo (presente anche nella DOCG, ma con disciplinari differenti) e altre denominazioni minori che contribuiscono alla ricchezza del panorama enologico regionale.

Un piccolo spunto filosofico: La denominazione d’origine, in fondo, non è solo un marchio, ma un patto tra l’uomo e la terra, un impegno a custodire e tramandare un’identità unica. E poi, pensiamoci bene, ogni sorso di vino è un viaggio, una storia che si racconta al palato.

Qual è il vino tipico dellAbruzzo?

Montepulciano d’Abruzzo. Punto. Dominio incontrastato. Rosso, corposo, tannico. Trebbiano d’Abruzzo, alternativa bianca. Da uve trebbiano o bombino bianco. Cerasuolo d’Abruzzo. Rosato, da uve montepulciano. Fine.

  • Montepulciano d’Abruzzo: Vitigno principale. Strutturato, intenso. Presente in quasi tutto il territorio. Mio preferito con arrosti di agnello, annata 2018 eccezionale.
  • Trebbiano d’Abruzzo: Fresco, sapido. Alcuni produttori raggiungono livelli altissimi. Ideale con pesce, ricordo una bottiglia del 2022, cantina Orsogna, indimenticabile.
  • Cerasuolo d’Abruzzo: Rosa tenue, profumo delicato. Da uve montepulciano. Perfetto con aperitivi, ho apprezzato particolarmente un Cerasuolo della cantina Masciarelli, vendemmia 2023.

Oltre alle DOC, esistono IGT e vini da tavola. Meno conosciuti, ma a volte sorprendenti. Ho scoperto un Colline Pescaresi IGT, uve pecorino, piccola cantina familiare vicino a Loreto Aprutino. Un’esperienza.

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