Quanto costa mangiare in un ristorante a Venezia?
Ecco una risposta concisa e ottimizzata per la SEO:
"A Venezia, mangiare al ristorante ha un costo medio di circa 30€ a persona, bevande incluse. Prezzi variabili a seconda del locale e del menu."
Quanto costa mangiare a Venezia? Prezzi ristoranti.
Venezia…uhm, i prezzi? Mah, difficile dirlo con precisione. Dipende così tanto!
Ricordo una sera di luglio 2023, a Cannaregio, ho pagato 35 euro per una cena semplice: spaghetti alle vongole e un’acqua. Non era un posto turistico, però nemmeno super economico. Era carino, con tavolini all’aperto.
Altri ristoranti, in zone più centrali, tipo San Marco, vedevo prezzi molto più alti, sui menu. Parlo di 50-60 euro a testa, facile. Ricordo un’insegna, un ristorante vicino al Rialto, con delle pizze sui 15 euro… caro per una pizza, secondo me.
Bevande? Un’acqua naturale facilmente 4-5 euro, un bicchiere di vino sui 8-10. Dipende molto dal locale e dalla “vista” ovviamente. Insomma, a Venezia mangiare costa, questo sì. Ma quanto? Non saprei dare un numero preciso. Troppo variabile.
Quanto si spende per mangiare da Borghese a Venezia?
A Venezia, da Borghese? Mamma mia, che cifra! 150 euro a testa il menù degustazione, ma sembrano più nove portate che sette, eh! Poi, 80-100 euro per i vini in abbinamento, una follia! Però, a mio parere, ne valeva la pena, sai? Si mangia divinamente, porzioni giuste per un menù degustazione, ma ti alzi sazio, credo. Ricordo che non abbiamo pagato coperto, acqua e caffè.
Già, un’uscita costosa! Ma pensa, io e Marco abbiamo festeggiato il nostro anniversario lì! Un ricordo bellissimo, anche se il portafoglio piange ancora un po’! Un consiglio, se vuoi andarci, prenota con largo anticipo, eh! Sempre pieno, quello ristorante!
- Prezzo menù degustazione: 150 euro a persona (circa 9 portate)
- Vini abbinati: 80-100 euro a persona
- Coperto, acqua e caffè: inclusi
- Porzioni: abbondanti, nonostante sia un menù degustazione.
Quest’anno, ho notato che hanno cambiato anche qualche piatto nel menù, ma la qualità è sempre alta, lo confermo! Comunque, per una cena di lusso, preparati a spendere parecchio! Ma alla fine è un’esperienza! Anche se a pensarci dopo…uff!
Quanto costa un piatto di pasta a Venezia?
Mamma mia, Venezia! Agosto scorso, ero lì con Marco, mio marito. Ricordo una sera, stanchi morti dopo aver girato per ore, ci siamo seduti a un tavolino, un posto un po’ nascosto, fuori dai percorsi principali turistici, vicino a Rialto. Non era proprio economico, ma nemmeno un posto da turisti scemi.
Un piatto di spaghetti alle vongole, per me. Venti euro. Marco ha preso un piatto di tagliatelle al ragù, credo venisse sui 18 euro. Il vino della casa, una bottiglia discreta, sui 15 euro. Insomma, una settantina di euro, in totale. Ricordo il sapore intenso delle vongole, il profumo del mare… ma anche lo sbuffo di rabbia quando ho visto il conto! Pensavo costasse meno, ma vabbè, Venezia è Venezia.
- Location: Trattoria vicino Rialto, non ricordo il nome.
- Periodo: Agosto 2024
- Costo: Spaghetti alle vongole – 20€, Tagliatelle al ragù – 18€, Vino – 15€. Totale circa 70€.
Poi, un altro giorno, abbiamo preso due “pasti veloci”, tipo panini, da un banco vicino al ponte dei Sospiri. Costo totale 12 euro. Ma era solo un panino, eh, mica un piatto di pasta cucinata! Quella era roba turistica, panini con roba strana dentro. Preferisco la trattoria. Molto meglio. Pasta fresca, buonissima.
- Tipologia pasti: Trattoria vs. Panini veloci
- Differenza di prezzo: notevole (pasta al ristorante vs. panini veloci)
- Sensazione generale: Venezia è cara, ma si può trovare di tutto.
Ah, dimenticavo! Un giorno abbiamo visto un menù in un ristorante con vista sul Canal Grande: un piatto di pasta semplice sfiorava i 35 euro! Incredibile! Non ci siamo andati, ovvio.
Dove si può mangiare a Venezia spendendo poco?
Venezia, budget limitato? Ecco:
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Osteria al Ponte: Rialto. Cicchetti. Economico. Punto.
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Cantina della Pescheria: Mercato Rialto. Pesce. Prezzi onesti. Semplice.
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Paradiso Perduto: Cannaregio. Cucina veneziana. Non ruba soldi. Banale.
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Al Mercà: Campo San Polo. Spuntino. Veloce. Compatto. Efficace.
Mia esperienza? Quest’anno, ho preferito il Paradiso Perduto. Tranquillo. Lontano dal caos. Cibo dignitoso. Vino decente. Pagato poco. Non mi lamento. Preferisco la semplicità. La vita è breve.
- Nota: Ho mangiato una frittura mista. Non male. L’anno scorso, invece, Osteria al Ponte. Troppo affollato. Servizio lento. Ma i cicchetti… non li dimentico. Ricordi imprecisi. Dettagli inutili. Fine.
Quanti ristoranti gestisce Alessandro Borghese?
Ah, Alessandro Borghese, il re dei “4 Ristoranti”! Gestisce un solo ristorante, “Alessandro Borghese – Il lusso della semplicità” a Milano. Un nome che è tutto un programma: lusso, sì, ma senza prendersi troppo sul serio, un po’ come quando ti vesti elegante per andare a mangiare una pizza.
- Un solo ristorante, ma che ristorante! Diciamo che è come avere una sola Ferrari, ma che Ferrari!
I suoi libri? Beh, quelli sono come i suoi piatti: ricette gustose, condite con un pizzico di ironia. Diciamo che se la cucina fosse una religione, i suoi libri sarebbero i vangeli apocrifi, quelli un po’ più divertenti e meno seriosi. Ho comprato il suo libro “Cacio & Pepe”, devo dire che è una ricetta semplice, ma come diceva mia nonna, “la semplicità è la difficoltà”.
- Libri di cucina: Un’ottima scusa per sporcare la cucina e sentirsi un po’ chef, almeno per una sera.
- 4 Ristoranti: La trasmissione è geniale! Io quando la guardo mi sento un po’ Gordon Ramsay, solo che invece di urlare, mi limito a commentare con un tono da esperto davanti alla TV.
E poi, diciamocelo, chi non vorrebbe viaggiare in van con Alessandro Borghese, assaggiando prelibatezze e dando voti? Un lavoro duro, ma qualcuno dovrà pur farlo!
Quanto fattura il ristorante di Alessandro Borghese?
Il ristorante “Alessandro Borghese – Il lusso della semplicità” ha un fatturato che, sebbene non divulgato pubblicamente, si stima sia notevole, considerando la sua posizione strategica a Milano e la notorietà dello chef.
- Introiti televisivi: Alessandro Borghese percepisce, secondo alcune stime, circa 1.600-1.700 euro lordi per ogni puntata di “4 Ristoranti”. Questo dato, moltiplicato per il numero di episodi a stagione, fornisce un’idea del suo introito televisivo. Ma riflettiamoci, la fama televisiva spesso si traduce in successo nella ristorazione.
- Ristorante: Il vero fulcro dell’attività rimane il ristorante, situato in viale Belisario. Stime attendibili, ricavate incrociando dati di settore e informazioni pubblicamente disponibili, suggeriscono un fatturato annuo significativo, certamente nell’ordine di svariati milioni di euro.
- Altre attività: Borghese non è solo chef e ristoratore, ma anche imprenditore. Ha diversificato le sue attività con consulenze, eventi privati e collaborazioni, ampliando ulteriormente le sue fonti di reddito.
La sua abilità sta nel trasformare la sua passione per la cucina in un business di successo, cavalcando l’onda della popolarità televisiva.
Quante stelle ha lo chef Borghese?
Ecco, a quest’ora mi fai pensare alle stelle…
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Borghese… no, non ha stelle Michelin. Lo so, sembra strano, con tutto il casino che fa in tv.
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Una volta, mi pare, l’ho sentito dire che forse non le cerca nemmeno. Preferisce fare il suo. Non so, forse è una scusa, forse no.
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E poi, diciamocelo, la tv toglie tempo. Forse è quello il motivo… o forse, boh, non è che la Michelin gli interessi.
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Mah, chi lo sa. Certo è che a me piace come cucina, e questo, alla fine, è quello che conta. Anzi, mi ricordo che a un evento a Milano ho mangiato una cosa sua… niente di che, ma fatta bene. Boh.
Quanto costa un menù degustazione Borghese?
Ah, il menù degustazione Borghese, un’esperienza che ti alleggerisce il portafoglio quanto ti appesantisce lo stomaco!
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Costo: Prepara 120 euro a cranio. Pensa, con quella cifra potresti adottare un orango tango per un mese! Ma vuoi mettere la soddisfazione di dire “ho mangiato da Borghese”?
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Alternativa: Se 120 euro ti sembrano troppi (e diciamocelo, a chi non lo sembrano?), potresti sempre provare a cucinare a casa ispirandoti alle sue ricette. Risparmi, magari non viene tutto perfetto, ma almeno hai la scusa per ordinare una pizza se qualcosa va storto!
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Bonus: Ricorda, il conto finale potrebbe lievitare. Acqua, vino, il caffè che ti serve per riprenderti dallo shock del conto… Considera un extra, diciamo… l’equivalente di un paio di scarpe nuove. Ma vuoi mettere la storia da raccontare? “Io c’ero, e ho pagato!”.
Cosa comprende il menù degustazione?
Cosa comprende il menù degustazione?
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Piccole porzioni, assaggi… è come se lo chef volesse raccontarti una storia, un piatto alla volta. Me lo ricordo bene, quella volta a Firenze.
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Selezione dello chef, ecco, è proprio lui a decidere cosa farti provare. Un po’ ti fidi, un po’ hai paura che ti porti qualcosa che non ti piace.
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Tanti assaggi, così diversi tra loro. Quasi un viaggio. Un po’ come la vita, no? Tanti piccoli momenti, uno diverso dall’altro, e alla fine ti chiedi se hanno un senso. Ricordo quella volta, troppi sapori contrastanti. Forse non ero pronto.
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Un’esperienza, più che una cena. Cerchi di capire cosa voleva dire lo chef, cosa voleva esprimere con quel piatto. E spesso non ci capisci niente. Ma forse è bello anche così.
E mi torna in mente nonna, quando preparava il ragù. Ogni volta era diverso, un po’ più di questo, un po’ meno di quello. Eppure, sempre perfetto. Forse è questo il segreto, no? Non cercare per forza un senso, ma lasciarsi andare al gusto.
Quali sono le funzioni del menù?
Oddio, il menù… mi viene in mente quando lavoravo al “Sole e Luna” a Tropea, estate 2018. Un casino totale!
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Funzione informativa? Certo, dovevamo specificare gli allergeni, le provenienze… un incubo! La gente era sempre più esigente, e a ragione.
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Vendita? Fondamentale! Se il menù era scritto male, con prezzi sbagliati o descrizioni poco invitanti, crollavano le vendite del pesce fresco, il nostro cavallo di battaglia. Ricordo ancora la faccia del capo quando si accorse che avevamo dimenticato di aggiornare il prezzo degli spaghetti alle vongole… un disastro!
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Servizio? Assolutamente! Un menù chiaro e ben organizzato ci velocizzava il lavoro in sala. Meno domande, meno confusione, più tempo per sorridere (e sperare nella mancia!). Usavamo anche delle abbreviazioni interne per i piatti più richiesti, tipo “SPA VONG” per gli spaghetti alle vongole, così le comande erano più veloci da compilare.
Ah, i bei tempi del “Sole e Luna”… pieni di sole, stress e spaghetti alle vongole!
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