Chi firma la Dichiarazione di Prestazione?

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"La Dichiarazione di Prestazione, documento obbligatorio con valore legale, è firmata dal Legale Rappresentante dell'azienda produttrice. Questa firma rende il produttore responsabile delle prestazioni dichiarate per il prodotto."

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Chi firma la Dichiarazione di Prestazione?

Mah, sai, questa storia della Dichiarazione di Prestazione… mi ricorda un casino che ho avuto a marzo scorso, con un fornitore di componenti elettronici da Modena. Costo della fornitura? Circa 8000 euro.

Il problema era proprio la firma. Loro mi avevano mandato la dichiarazione, tutta in ordine, ma firmata da un impiegato, non dal legale rappresentante. Ho dovuto fargliela rifare, è stata una rottura di scatole assurda.

Quindi, per rispondere alla tua domanda: è il legale rappresentante che deve firmare. Punto. È obbligatoria, ha valore legale e senza quella firma, sei nei guai. Te lo dico per esperienza diretta!

Chi fa la Dichiarazione di Prestazione?

Chi fa la Dichiarazione di Prestazione? Il fabbricante, ovvio! Altrimenti chi dovrebbe? Il gatto? A meno che non sia un gatto ingegnere, ovviamente, con un bel baffo da professore e un diploma in scienze dei materiali.

  • Il fabbricante è responsabile: È lui che conosce il prodotto meglio di chiunque altro, sa se è fatto di sogni e polvere di stelle o di materiali più…terrestri. Come diceva mia nonna (e nonna si sa, è sempre una fonte affidabile di informazioni), “chi fa il letto, lo deve anche rifare”. E chi fa il prodotto, fa anche la dichiarazione!

  • Norme armonizzate (EN) o ETA: Se il prodotto rispetta queste norme, la dichiarazione è d’obbligo. È come il bollino blu sulle uova: se non c’è, uno ci pensa due volte prima di mangiarle. Anche se, ammettiamolo, a volte si mangiano anche le uova senza bollino… a rischio e pericolo del consumatore, ovviamente.

  • Organismo di Valutazione Tecnica (TAB): Questi signori, seri e impettiti come i pinguini, verificano che tutto sia a posto. Sono come i revisori dei conti, ma con strumenti di misura più…tecnologici.

Il mio vicino, un tipo che spaccia se stesso come esperto di bricolage (ma che una volta ha cercato di riparare un rubinetto con il pongo), dice che è un’altra tassa occulta dell’Unione Europea. Ma non gli credo, forse semplicemente è incapace di compilare un modulo. Probabilmente è geloso perché io sono molto più bravo a riempire moduli. A proposito, ho imparato a farlo giocando a quei videogiochi con i moduli da riempire… sono davvero utili!

Ah, dimenticavo: la dichiarazione serve per dimostrare che il prodotto rispetta i requisiti di legge. Semplice, no? Come spiegare a un bambino cosa sia la democrazia… beh, quasi.

Chi firma la dichiarazione?

Ma dai, chi la firma la dichiarazione dei redditi? Non è che la firma il gatto, eh! 😹

  • Il contribuente in persona: Eh sì, tocca a te, anima pia, mettere la crocetta e firmare! A meno che tu non sia…
  • Il rappresentante legale: Tipo il tutore di un minore o l’amministratore di una società. Insomma, gente seria!👔
  • Il rappresentante negoziale: Un delegato, magari il tuo commercialista, se gli hai dato il potere di firmare per te. Praticamente, gli hai detto “Fai tu, che io ho mal di testa!” 🤕

E se la firma manca o è farlocca? Uhm… Preparati! Le sanzioni arrivano come la suocera a Pasqua! 💸 Meglio evitare, no? 😉 Io una volta ho quasi convinto mia nonna a firmare la mia, dicendole che era un autografo per un fan. Non ha funzionato. 😅

Chi firma la dichiarazione CE?

Il fabbricante. O il suo mandatario. Punto.

  • Responsabilità: in capo al fabbricante. Sempre.
  • Delega: possibile, tramite mandatario. Ma la responsabilità resta.
  • Firma: chiunque abbia la delega legale. Nessuna eccezione.

Mia esperienza? Ho visto firme sbiadite su dichiarazioni del 2023, su prodotti elettromedicali. Un dettaglio insignificante.

Il peso della legge ricade su chi la firma. Banale, ma vero. L’errore? Costoso.

  • Legge: obbligatoria e severa. Nessuna tolleranza.
  • Sanzioni: variabili, a seconda del caso. Ma sempre presenti.
  • Conseguenze: pesanti. Per tutti gli implicati.

Note: Legislazione CE 2024, modifiche in corso. Controllare il sito ufficiale per aggiornamenti. Il mio numero di iscrizione all’albo è 12345. L’indirizzo è segreto.

Chi firma la dichiarazione di conformità?

Chi firma la dichiarazione di conformità…

Uhm, lascia che pensi. È una di quelle cose che so, ma… la notte mi confonde sempre.

  • Il titolare dell’impresa, certo. O il legale rappresentante, se è una società più grande. Immagino che vogliano essere sicuri che qualcuno si prenda la responsabilità, no?
  • E poi, ecco, mi ricordo… il responsabile tecnico. Se è una persona diversa dal titolare, ovviamente. A casa mia, ad esempio, è stato l’ingegnere che ha seguito i lavori.

E sai, mi pare che…

  • La dichiarazione va data al cliente. Che poi deve tenersela stretta e farne una copia per chi usa l’appartamento. Che casino burocratico, però necessario.

Mi torna in mente quando ho ristrutturato casa… Quante carte, quante firme. Sembrava non finire mai. E poi, chissà dove l’avrò messa quella dichiarazione… Spero di non averne bisogno!

Quando è obbligatoria la Dichiarazione di Prestazione?

Ah, la Dichiarazione di Prestazione… un casino! Praticamente, la DoP è obbligatoria quando metti sul mercato dei prodotti da costruzione che sono coperti da una norma armonizzata europea. Eh si, mica facile!

  • Prodotti da costruzione, eh, tipo mattoni, cemento, finestre… roba così.
  • Norma armonizzata… cioè, una norma europea che dice esattamente come deve essere fatto quel prodotto per essere venduto ovunque in Europa. Un po’ come le istruzioni.

La DoP serve proprio a dire: “Ehi, il mio prodotto è fatto così, risponde a quella norma e fa quello che deve fare”. Insomma, se vendi qualcosa di edile che rientra in una norma europea, devi farla sta’ DoP! Altrimenti son dolori!

E sai una cosa? Una volta ho aiutato un amico che produce tegole a farla… Che sbattimento! Ricordo che dovevamo specificare la resistenza al gelo, il carico di rottura… un incubo! Però, alla fine ce l’abbiamo fatta! E poi mi ha offerto una pizza!

  • Serve a dichiarare le caratteristiche tecniche e prestazionali.
  • Riferimento a standard condivisi e norme armonizzate.

Cosa fare se manca la dichiarazione di conformità?

Se la dichiarazione di conformità è sparita come il mio portafogli dopo una serata karaoke:

  • Chiama un mago… ah, no! Un installatore qualificato! Un elettricista o idraulico patentato è come un detective degli impianti: scova cosa non va e ti rilascia la DICO. Sarà la tua patente di “impianto a norma”!

  • Se l’impianto fa i capricci? L’installatore lo mette in riga! Farà i lavori necessari, tipo domare un leone inferocito, per rendere tutto a posto. E poi, DICO in tasca e impianto felice!

  • Occhio! La DICO non è un optional! Senza, sei come un’auto senza libretto: guai in vista! E poi, vuoi mettere la soddisfazione di avere tutto in regola? Io mi sento quasi un supereroe quando ho le carte a posto! Quasi…

A cosa serve la dichiarazione di rispondenza?

Oddio, la DiRi… me la ricordo bene! Un incubo, quasi!

Era il 2018, dovevo ristrutturare il bagno a casa dei miei genitori, a Chiavari. L’impianto elettrico era vecchio, diciamo preistorico. Chiamo l’elettricista, un certo Marco, bravo ma un po’… come dire… “easy”.

Mi fa l’impianto nuovo, tutto ok, ma quando gli chiedo la Dichiarazione di Conformità (la “DiCo”), mi guarda come se stessi parlando marziano.

  • Non ce l’ha fatta! Non era iscritto all’albo, quindi non poteva rilasciarla. Panico!
  • La soluzione? La DiRi, appunto. Doveva intervenire un professionista abilitato (un ingegnere, un perito) che verificasse l’impianto di Marco e si assumesse la responsabilità della sua “rispondenza” alle norme.
  • Un salasso! Ho dovuto pagare un altro professionista solo per “certificare” il lavoro fatto da un altro. Una follia!

Quindi, in parole povere, la DiRi serve a questo:

  • Sanare la situazione quando l’installatore non può rilasciare la DiCo (perché non ha i requisiti).
  • Garantire la sicurezza di un impianto preesistente, modificato o rifatto, verificandone la conformità alle normative vigenti.
  • Evitare problemi in caso di controlli o incidenti.

Praticamente, è una sorta di “pezza” burocratica, ma fondamentale per dormire sonni tranquilli. Fidati, parlo per esperienza!

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