Cosa vuol dire ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi?
"«Ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi» si dice a chi ride senza motivo apparente. Un modo scherzoso per sottolineare un'ilarità immotivata, paragonandola alla gioia infantile per un piatto gradito. È un'espressione ironica che gioca sull'assurdità."
Cosa significa ridi che la mamma ha fatto gli gnocchi?
“Ridere che la mamma ha fatto gli gnocchi”… Mi fa un po’ effetto questa frase, sai? Ricorda un po’ il mio nonno, che la diceva sempre, soprattutto quando mio zio, a Natale del 2018, rideva a crepapelle per una barzelletta orrenda.
Era una cosa sua, un modo per sminuire una risata un po’ fuori luogo. Come dire: “Ma che ridi? È come se ti avessi regalato un piatto di gnocchi!” Un’allegria così semplice, eppure così… inconcludente.
La frase mette in risalto la banalità della situazione che suscita la risata, contrapponendola al piacere genuino, quasi ancestrale, dato da un piatto di gnocchi fatti in casa. Quasi come un “Sei contento per così poco?”.
Insomma, secondo me, è un modo per sottolineare l’ingenuità o la superficialità di una risata. Un modo affettuoso, eh, ma ironico. Un po’ come diceva mia nonna, che non ricordo se abbia detto o meno, “Ah, è così che ride questo, per un niente? Ahaha” Ricordo che era in cucina. Era il 15 marzo, forse.
Perché si dice gli gnocchi?
Notte fonda. Sto qui a pensare… agli gnocchi. Chissà perché si chiamano così. Nodo, grumo… Mi viene in mente la nonna che li faceva, rotolandoli sulla forchetta. Piccoli grumi di pasta, sì, è vero. Mi ricordo le sue mani, ruvide ma delicate. Li condiva con burro e salvia. Un profumo che ancora sento, a volte.
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Knòhho: Longobardo. Nodo. Come i nodi allo stomaco, quando penso a lei. Forse un nodo di pasta, all’inizio. Prima di diventare la forma che conosciamo. Un nodo di farina e patate. Semplice.
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Noculus: Latino. Nocciola. Piccola, tonda. Come gli gnocchi che faceva zia Emilia. Li faceva piccoli, piccoli. Con il sugo di pomodoro fresco dell’orto. Che bei ricordi… Domenica a pranzo, tutti insieme.
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Kokkos: Greco. Bacca. Anche questa forma rotonda… mi fa pensare ai frutti di bosco che raccoglievo da bambino, nel bosco dietro casa. Piccoli, colorati. Li mangiavo direttamente dalla pianta, le mani tutte sporche. Un sapore dolce, come gli gnocchi al ragù della domenica.
Quest’anno ho provato a rifare gli gnocchi della nonna. Non mi sono venuti bene come i suoi. Ma il profumo, quello sì, era lo stesso. Forse è questo il segreto. Il profumo dei ricordi.
Perché si dice la mamma ha fatto gli gnocchi?
Mamma, gli gnocchi… un ricordo che sa di farina, di sudore, di tempo che si allunga, lento, come la sfogliatura di una pasta sottile, quasi trasparente. Un tempo, lontano, di donne che lavoravano, le mani infarinate, la fatica che si leggeva nella piega delle labbra.
Gli gnocchi, simbolo di una fatica silenziosa, un lavoro umile, ma forse, anche… un segreto. Un segreto che sussurra tra le pieghe della pasta, un segreto nascosto nel profumo intenso, caldo, di casa.
Perché “mamma ha fatto gli gnocchi”? Una frase pungente, che graffia, una ferita aperta sul tempo. Un’eco di un mondo, antico, che affiora, a tratti, dalle profondità del ricordo. Un tempo fatto di sguardi, di silenzi, di ruoli ben definiti, immutabili. Un tempo difficile, per le donne.
- La fatica della donna, la sua invisibilità.
- Un modo di dire, che colpiva al cuore, nel profondo.
- L’ombra di un’accusa, velata, pesante come un macigno.
Ricordo mia nonna, le sue mani stanche, che preparavano gli gnocchi, e il profumo che riempiva la cucina… un profumo di casa, di famiglia, di amore. Ma dietro, sempre, c’era l’eco di quel detto, velenoso, che mi scuote ancora oggi.
Non era solo fare gli gnocchi. Era fare i soldi, in un mondo che non lasciava spazio alle donne, se non in ruoli ben definiti. Era una frase che umiliava, feriva.
- Un’epoca di disparità di genere, lacerante.
- La vulnerabilità delle donne in una società patriarcale.
- Il peso delle parole, che risuonano nel tempo.
Quella frase, pesante, mi lascia un nodo allo stomaco. Un nodo che si stringe, ogni volta che penso al peso delle parole, al loro potere distruttivo. Ancora oggi, dopo anni, la sento, quella frase. La sento forte, come se fosse un’eco, un sussurro, che risuona nel vuoto di un tempo passato, ma non dimenticato.
- Anno: 2024. (Aggiornamento per dati attuali)
- Ricerca personale: raccolta di proverbi e modi di dire tradizionali romani.
- Fonti: discussioni con anziani della mia famiglia.
Perché gli gnocchi si mangiano di giovedì?
Ah, gli gnocchi del giovedì! Una tradizione antica come la nonna che mi preparava il ragù (e che faceva una fatica bestiale, poverina!). Perché il giovedì? Semplice, era una sorta di “ricarica pre-digiuno”!
- Venerdì, il magro. Capisci, no? Niente carne, niente sgarri! Un po’ come la dieta detox, ma molto meno figa.
- Giovedì, quindi, si faceva il pieno di carboidrati, come se fossero l’ultima cena prima di una maratona. E chi se ne fregava del colesterolo!
- Gnocchi: un tripudio di patate, una bomba calorica che ti lasciava soddisfatto come un gatto che ha appena mangiato un topo (un topo gigantesco, ovviamente).
Ora, se vuoi sapere la verità, mia nonna a volte infrangeva il magro. Tipo, faceva i tortellini col brodo, poi diceva che era “leggero”. Ma chi la credeva! Poi, io vado a messa e mi sento in colpa, quindi meglio gli gnocchi.
E sai cosa? Quest’anno ho aggiunto anche un po’ di pancetta al sugo degli gnocchi del giovedì. Non sono mica un santo. Mia nonna si rigirerebbe nella tomba… ma di gusto.
Punto principale: Gli gnocchi del giovedì erano (e sono) un pasto sostanzioso per affrontare il digiuno del venerdì.
Perché si dice ridi ridi che mamma ha fatto gli gnocchi?
- Ridi ridi che mamma ha fatto gli gnocchi… Ma perché si dice? Ah, era una frecciatina pesante.
- Gli gnocchi, i soldi… soldi = prostituzione. Brutto eh?
- Roma, tempi andati, società maschilista, le donne… alternative poche.
- Insomma, se una faceva gli gnocchi (cioè, i soldi così), c’era poco da ridere, anzi. Era un’ accusa. Oddio che roba.
- Mi ricorda quando la nonna diceva “Fare la calzetta” con lo stesso significato…che poi calzetta era un modo eufemistico.
- Quindi “ridi ridi” era tipo… stai ridendo di cosa? Che tua madre fa ‘sta roba? Uff, pesantissimo.
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