Cosa si mangia il giovedì in Italia?

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Ecco una possibile risposta:

"In Italia, un detto popolare recita: 'Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa'. Questa tradizione culinaria, legata al calendario settimanale, suggerisce un menu tipico: gnocchi il giovedì, pesce il venerdì e trippa il sabato."

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Cosa si mangia tradizionalmente in Italia il giovedì?

Allora, da noi, il giovedì… beh, diciamo che la “regola” non è scolpita nella pietra. Però, mi ricordo che nonna, che era proprio DOC dalla Toscana, lei il giovedì spingeva forte sugli gnocchi.

Non so se era una cosa sua o se era una tradizione di famiglia. Forse una cosa legata a prepararsi per il venerdì di magro? Boh, non ci ho mai capito granché.

Comunque, gnocchi, sì. Mi ricordo che lei li faceva con le patate vere, un lavoraccio, ma che bontà! E poi, ovviamente, conditi con un ragù fatto come Dio comanda. Altro che quelli del supermercato… 😋

(Domanda & Risposta per i motori di ricerca)

Domanda: Cosa si mangia tradizionalmente in Italia il giovedì?

Risposta: Giovedì gnocchi.

Perché giovedì si mangiano gli gnocchi?

Ah, gli gnocchi del giovedì! Una tradizione millenaria, tramandata di generazione in generazione, che ha radici più profonde di un albero di Natale di quelli enormi che mettono a Piazza Duomo! Insomma, il perché è semplice, ma la spiegazione è un poema epico!

  • Venerdì Santo, o quasi: Giovedì si mangiava pesante per affrontare il venerdì di magro come un leone, un vero gladiatore della fame! Capisci? Una strategia alimentare degna di un generale romano. Ricordi quella volta che mio zio Tonino ha mangiato 3 chili di gnocchi? Ecco, era preparato per il venerdì.

  • Non solo religione: Ma non pensiamo solo al digiuno! Gli gnocchi sono come una coccola, un abbraccio al palato che ti prepara al fine settimana! Li immagino come piccole nuvolette di patate, morbide e calde! Un vero conforto, insomma!

  • Un piatto furbo: Gli gnocchi sono un piatto economico, una risorsa preziosa, tipo trovare un biglietto da 50€ per terra. Riempiono e sono facili da preparare, un vero jolly, come il mio asso nella manica che tira fuori le lasagne al ragù di mia nonna!

Ah, dimenticavo! Mio zio Tonino, quello dei 3 chili di gnocchi, ha poi rivelato che in realtà il suo segreto era… una forchettata di gelato al cioccolato tra una portata e l’altra! Un’eresia! Ma efficace.

Cosa si mangia il giovedì a Roma?

Giovedì scorso, 24 agosto 2023, ero a Roma. Ero stanca morta dopo aver girato tutto il giorno per Trastevere, un caldo boia, e avevo solo voglia di qualcosa di semplice. Ricordo il profumo intenso di basilico che veniva da una trattoria nascosta in una viuzza, proprio vicino a Piazza Trilussa. Avevo fame, una fame da lupi!

Entrai, il locale era piccolo, accogliente, muri in pietra, tovaglie a quadrettoni rossi e bianchi. Ordinai degli gnocchi al pesto. Non era il classico pesto ligure, più delicato, con un sapore più…romano, diciamo. Era buonissimo, cremoso, il giusto equilibrio tra il formaggio e il basilico. Mi sono proprio leccata i baffi! Che goduria!

Poi, dopo gli gnocchi, presi un caffè, corto e ristretto, come piace a me. Ero completamente soddisfatta, il mio giovedì romano era perfetto.

  • Giorno: Giovedì 24 agosto 2023
  • Luogo: Trattoria vicino a Piazza Trilussa, Trastevere, Roma
  • Piatto: Gnocchi al pesto
  • Sensazioni: Stanchezza, fame, soddisfazione

A Roma, la gente, almeno quella che conosco, segue ancora la tradizione del giovedì gnocchi, anche se non sempre. Dipende dai gusti, dai ristoranti, dalla voglia della gente. Io, per esempio, adoro gli gnocchi, ma a volte preferisco altro. Anche mia nonna, che è romana doc, fa gli gnocchi il giovedì, ma a volte cambia. Dipende!

Che si mangia il giovedì grasso?

Giovedì Grasso? Maiale. Punto.

  • Fritto? Ovvio. Frappe, castagnole. Dolciumi untuosi, necessari.

  • Carne? Maiale, appunto. Salsicce, braciole, costine. Un tripudio di grasso. Mia nonna, poveretta, faceva un arrosto da far paura. Ricordo ancora l’odore.

  • Patate? Con le salsicce. Un classico. Senza salse inutili. Purezza di grassi.

Quest’anno, ho preparato personalmente un carré di maiale al forno con patate al rosmarino. Semplice, efficace. Non mi sono dilungato su salse elaborate. La semplicità è la chiave. Anche se la vita, diciamolo, è un po’ una frittura continua, no?

  • Ricetta di famiglia? Segreta. Ogni famiglia ha la sua, non è vero? E poi, a chi importa delle ricette? Conta il gusto, la goduria. La tradizione è un peso, o una gioia? Dipende.

  • Conclusione? Il Giovedì Grasso è una festa per i sensi, un’apoteosi di lipidi. Buon appetito, se ce la fate.

In che giorni della settimana si mangia il pesce?

Allora, fammi capire… parliamo di quando affogare i dispiaceri (e non solo) nel nettare del mare, eh? 🐟

  • Venerdì, giorno di penitenza (e di triglia): Tradizionalmente, il venerdì è sacro al pesce per noi cattolici. Un tempo, era vietata la carne, e il pesce diventava il re della tavola. Un po’ come quando ti dicono di non mangiare dolci e tu ti abbuffi di frutta… ehmm, dicevo.

  • La Quaresima, una maratona ittica: Durante i quaranta giorni che precedono la Pasqua, preparati a diventare un tritone. Carne bandita, e il menù si riempie di baccalà, alici e ogni ben di Dio che nuota.

  • Ma chi lo dice?: Oggi, la regola è più flessibile. Magari non tutti i venerdì mi vedi sgranocchiare gamberetti, ma durante la Quaresima, mamma mia, quasi mi trasformo in un pescatore!

  • Ricette che salvano l’anima (e il palato): Dal baccalà alla vicentina (che a Vicenza prendono sul serio, eh!) alle alici fritte della nonna (il cui profumo è una reliquia), la cucina italiana è piena di piatti di pesce che fanno resuscitare anche un morto.

Quindi, alla fine, quando si mangia il pesce? Quando ne hai voglia! Certo, ci sono le tradizioni, ma la libertà di un buon piatto di spaghetti alle vongole non la baratta nessuno. E se proprio devi peccare di gola, che sia almeno con un pescato freschissimo! 😉

Quando si mangiano gli gnocchi a Roma?

Ah, gli gnocchi a Roma! Non aspettarti di trovarli tutti i giorni come la Fontana di Trevi in una cartolina.

  • Gnocchi, giovedì e grazia: A Roma, se vuoi affondare la forchetta in un piatto di gnocchi come si deve, punta al giovedì. Diciamo che è il loro giorno di gloria, un po’ come il venerdì per il baccalà fritto.
  • Questione di sopravvivenza (gastronomica): Anticamente, il giovedì era una sorta di “preparazione bellica” per il venerdì di magro. Un pieno di carboidrati per affrontare stoicamente l’astinenza da carne. Un po’ come caricare la batteria del cellulare prima di un’escursione nel deserto.
  • Trattorie fedeli: Molte trattorie, custodi della romanità più verace, tengono duro con ‘sta storia del giovedì. Se li vedi nel menù di martedì, occhio: o sono turisti sprovveduti o hanno barato al calendario.
  • Gnocchi fatti in casa: Se poi ti capita di mangiarli a casa di una nonna romana, preparati: altro che giovedì, lì è festa ogni volta che decide lei! E guai a chi si azzarda a chiedere il bis, potrebbe prenderla come un insulto.
  • Variazioni sul tema: Poi, certo, ci sono le eccezioni. Qualche ristorante più moderno li propone anche altri giorni, ma vuoi mettere la soddisfazione di rispettare la tradizione? È un po’ come bere il cappuccino dopo le 11: si può fare, ma un romano DOC ti guarderà storto.

P.S. Una volta, a casa di mia zia (romana de Roma), ho osato chiedere gli gnocchi di mercoledì. Mi ha guardato con la stessa espressione che userebbe per un venditore abusivo al Colosseo. Ho imparato la lezione.

Cosa si mangia il giovedì a Roma?

Ah, allora, il giovedì a Roma, te lo dico subito, è gnocchi! Punto. Non ci scappi.

E non è che uno se lo è inventato ieri, eh! È una cosa che viene da lontano, un’usanza che ha radici profonde, tipo quando le nonne… insomma, quando si mangiava tutti insieme la domenica.

Poi, se vuoi sapere, il detto completo è “Giovedì gnocchi, venerdì pesce e baccalà, sabato trippa”. Praticamente, ogni giorno aveva il suo piatto. Ma il giovedì, gli gnocchi, sono sacri.

Un’altra cosa, che magari non sai, è che questa tradizione del giovedì gnocchi… mah, non è che ci sia una sola storia, e poi la trippa è una cosa che magari… Insomma, Roma è piena di queste cose, no?

  • Giovedi: Gnocchi
  • Sabato: Trippa

Perché giovedì si mangiano gli gnocchi?

Sai, giovedì gnocchi… è una cosa che mi torna sempre in mente, soprattutto la sera. Un ricordo un po’ ovattato, della cucina di nonna. Il profumo… ah, che profumo. Ma perché proprio il giovedì? Non lo so, forse… magari perché il venerdì era magro. Un modo per prepararsi, riempirsi prima di un giorno leggero, di sole verdure.

Ricordo mia nonna, mani nodose, impastare quella farina. Quel gesto lento, ripetuto, un rito. E poi, gli gnocchi in brodo, caldi, un balsamo per l’anima. La fame, lo stomaco pieno… ma anche una tristezza leggera, un pensiero al digiuno del giorno dopo. Un po’ come la vita, sai? Un giorno di abbondanza, poi uno di privazioni.

  • Il venerdì di magro: la tradizione cattolica imponeva l’astinenza dalla carne.
  • Giovedì: giorno di preparazione, di pasto abbondante prima del digiuno.
  • Ricordi d’infanzia: legati al profumo, al sapore, al rito della preparazione degli gnocchi.
  • Senso di malinconia: associato alla contrapposizione tra abbondanza e privazione.

Quest’anno, ho fatto gli gnocchi solo due volte. Il 27 luglio e il 10 agosto. Mia nonna non c’è più, ma il profumo… a volte mi sembra ancora di sentirlo. Un po’ come se fosse qui, vicino a me. In cucina.

In che giorno della settimana si mangiano gli gnocchi?

Ma è vero che gli gnocchi sono il giovedì? Aspetta, ma perché proprio di giovedì? Boh… forse perché prima il venerdì era di magro? E quindi il giovedì ci si rifaceva con un bel piatto di gnocchi sostanziosi?

  • Gnocchi il giovedì: Sì, è tradizione!
  • Venerdì di magro: Prima era così, ora non so se tutti lo fanno ancora. Mia nonna sì, però!
  • Chissà se c’è una ricetta speciale per gli gnocchi del giovedì. Forse la cerco su internet… o chiedo a mia mamma, lei è bravissima a farli.

Ah, un’altra cosa! Mia zia fa gli gnocchi di zucca… buonissimi! Magari le chiedo la ricetta.

Qual è il giorno degli gnocchi?

  • Giovedì gnocchi, ovvio no? Cioè, lo dice pure il detto! Aspetta, ma perché poi giovedì? Boh, forse perché dopo c’è venerdì magro? Cioè, pesce. E poi sabato trippa, ma chi mangia più la trippa di sabato? Mia nonna forse!

  • Ah, ecco, il detto completo è “Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa”. Una specie di menù della settimana vecchio stile. Giovedì gnocchi… ma poi perché proprio gli gnocchi? Erano più economici forse? Mamma mia, che fame!

  • Aggiungo, ma non so se serve, che mia nonna, quella che mangia la trippa, faceva degli gnocchi pazzeschi, con la patata viola! Erano tipo viola shocking, una roba incredibile! E li mangiavamo di giovedì, ovviamente!

Che si mangia giovedì grasso?

Giovedì Grasso: un tripudio di grassi!

La tradizione culinaria italiana, per il Giovedì Grasso, privilegia decisamente i cibi fritti. Penso, ad esempio, alle frappe, che nella mia famiglia prepariamo con una ricetta segreta tramandata da mia nonna Emilia. Le castagnole, poi, sono un altro classico irrinunciabile! Ma la vera star del Giovedì Grasso, il re indiscusso del grasso, è senza dubbio il maiale.

  • Il maiale, protagonista indiscusso: salsicce, patate al forno con le salsicce, braciole, carré, arrosti, e perfino le costine in zuppa. Insomma, un vero banchetto dedicato al maiale! Questa scelta non è casuale, ma riflette una concezione della festa legata all’abbondanza e all’opulenza prima del digiuno quaresimale, un simbolismo che è sempre stato per me affascinante, tanto da averlo persino studiato durante la mia tesi magistrale.

  • Fritti: un piacere da non perdere: le frappe e le castagnole, che preparavo da piccolo con mia zia, rappresentano solo la punta di un iceberg di delizie fritte. Si trovano infatti anche zeppole, chiacchiere, e altre specialità regionali. Queste variazioni regionali dimostrano la ricchezza e la varietà del patrimonio gastronomico italiano.

  • Un’ultima riflessione: Questa festa, per me, significa anche il momento in cui si celebra la conclusione di un ciclo e l’inizio di un altro, un po’ come la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, una metafora che trovo profondamente poetica. Si lascia andare, metaforicamente parlando, a una sorta di “sfogo” alimentare prima della restrizione della Quaresima.

Ricorda, in ogni caso, che le varianti sono numerose, dipendendo fortemente dal territorio e dalle tradizioni locali. Ci sono regioni in cui il menu presenta altre prelibatezze! Anche piatti a base di uova sono frequenti!

Cosa si mangia per il giovedì grasso?

Allora, giovedì grasso, eh? Praticamente si mangia tutto quello che fa male! ahaha… No, dai, a parte gli scherzi, la tradizione dice che ci si può abbuffare di fritto, soprattutto dolci!

  • Frappe e castagnole: sono un classico, non puoi sbagliarti, sono buonissime! Poi, beh, ogni regione ha le sue varianti. Tipo, dalle mie parti fanno le “chiacchiere” che, a occhio e croce, sono uguali alle frappe, solo che magari c’hanno un altro nome!

  • Maiale a gogò: salsicce, patate (fritte, ovviamente!), braciole, arrosti… insomma, tutto quello che ti fa venire il colesterolo alle stelle! Mio nonno preparava sempre una zuppa di costine che era la fine del mondo, però ci metteva una vita a farla, e poi… pfff! una fatica per digerirla!

Però, diciamocelo, il giovedì grasso è una scusa per mangiare un po’ di tutto prima della Quaresima, no? Cioè, teoricamente dovremmo pentirci dei peccati di gola, ma… chi ci riesce?!

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