Quando è necessario smettere di pesare un neonato?

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Se un neonato non aumenta di peso regolarmente (circa 150g a settimana nei primi tre mesi), è opportuno consultare il pediatra. Diverse ragioni possono essere alla base di questo rallentamento nella crescita. Il parere di un esperto è fondamentale per identificare la causa precisa e agire di conseguenza.

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La bilancia non è un’ossessione: quando preoccuparsi del peso del neonato?

La nascita di un bambino porta con sé un turbine di emozioni, ma anche una serie di nuove responsabilità, tra cui il monitoraggio della sua crescita. La bilancia, in questo contesto, può diventare un’alleata, ma anche una fonte di ansia per i neo-genitori, sempre attenti a ogni minimo grammo in più o in meno. Ma quando è davvero necessario preoccuparsi del peso di un neonato e rivolgersi al pediatra?

È vero che l’aumento di peso è un indicatore fondamentale del benessere del piccolo. Nei primi tre mesi di vita, ci si aspetta un incremento ponderale di circa 150 grammi a settimana. Questo valore, però, non deve essere interpretato come una regola ferrea, bensì come un’indicazione generale. Ogni bambino è un individuo a sé stante, con un proprio ritmo di crescita influenzato da diversi fattori, tra cui la genetica, l’allattamento (al seno o artificiale), il metabolismo e l’ambiente circostante. Piccole oscillazioni settimanali sono quindi assolutamente normali e non devono destare allarme.

L’attenzione deve focalizzarsi, piuttosto, sulla tendenza generale di crescita. Se il neonato, pur non raggiungendo i 150 grammi settimanali, mostra un aumento costante, seppur lieve, e appare sereno, attivo e si alimenta regolarmente, probabilmente non c’è motivo di preoccupazione. Diverso è il caso in cui si osserva un rallentamento significativo o un arresto della crescita ponderale, oppure una perdita di peso. In queste situazioni, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al pediatra.

Le ragioni alla base di un’insufficiente crescita ponderale possono essere molteplici. Difficoltà nell’allattamento, un’inadeguata produzione di latte materno, problemi di suzione del neonato, reflusso gastroesofageo, intolleranze alimentari, infezioni o altre patologie sono solo alcune delle possibili cause. Solo un’accurata valutazione medica può individuare il problema specifico e suggerire le strategie più appropriate per affrontarlo.

Il pediatra, dopo aver raccolto un’anamnesi dettagliata e visitato il piccolo, potrà prescrivere eventuali esami di approfondimento e consigliare interventi mirati, come ad esempio un supporto all’allattamento, una modifica della dieta materna, l’introduzione di un’integrazione alimentare o, nei casi più complessi, ulteriori indagini diagnostiche.

In definitiva, la bilancia non deve diventare un’ossessione. L’osservazione attenta del bambino, la sua vitalità, il suo appetito e la regolarità delle sue funzioni fisiologiche sono altrettanto importanti per valutare il suo benessere. In caso di dubbi o preoccupazioni, il pediatra è il punto di riferimento a cui rivolgersi per ricevere un supporto qualificato e rassicurazioni, evitando inutili ansie e intervenendo tempestivamente quando necessario.