Perché si spezzano gli spaghetti?

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Gli spaghetti si spezzano raramente a metà perché, piegandoli, la curvatura innesca unonda di vibrazione che si propaga lungo lo spaghetto. Questa onda crea punti di stress che portano alla formazione di più fratture, spezzandolo in più parti. Rompere uno spaghetto esattamente a metà richiede un controllo preciso e unapplicazione uniforme della forza per sopprimere queste vibrazioni.
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La fisica ribelle degli spaghetti: perché si spezzano (quasi) sempre in più pezzi?

Chi non si è mai trovato, armato di un mazzo di spaghetti crudi, a contemplare la sfida di spezzarli perfettamente a metà? Unimpresa che, a dispetto della sua apparente semplicità, si rivela quasi sempre un fallimento. Invece di due metà perfette, ci ritroviamo con una manciata di frammenti di lunghezza variabile, un piccolo caos di pasta cruda che sembra deridere i nostri sforzi. Ma perché gli spaghetti si ostinano a comportarsi in questo modo? La risposta, come spesso accade, risiede nella fisica.

Non si tratta di una semplice questione di forza bruta. La frattura degli spaghetti non è un evento casuale, ma un processo governato da precise leggi fisiche, in particolare dalla meccanica della frattura e dalla propagazione delle onde. Quando pieghiamo uno spaghetto, esercitiamo una forza che inizialmente lo deforma elasticamente. Immaginate un arco teso: finché la forza applicata non supera un certo limite, larco si flette, ma torna alla sua forma originale una volta rilasciato. Lo stesso accade allo spaghetto.

Superato però un certo punto critico, la forza applicata supera la resistenza interna del materiale e lo spaghetto si spezza. Ma qui entra in gioco un fenomeno affascinante: la rottura iniziale innesca unonda di vibrazione, unonda elastica che si propaga lungo lo spaghetto a velocità supersonica. Questa onda, simile a unincrespatura sulla superficie dellacqua, genera ulteriori punti di stress lungo la sua traiettoria. Questi punti di stress, a loro volta, causano nuove fratture, dando origine alla caratteristica esplosione di frammenti.

Il fenomeno è stato studiato a fondo, persino premiato con un Ig Nobel, il premio che celebra le ricerche scientifiche più bizzarre e improbabili. Basti pensare che nel 2006, due fisici francesi, Basile Audoly e Sébastien Neukirch, hanno svelato il mistero della frammentazione degli spaghetti, dimostrando matematicamente lesistenza di questa cascata di fratture innescata dallonda di vibrazione. La loro ricerca ha evidenziato come la curvatura iniziale dello spaghetto, imposta dalla nostra azione di piegatura, sia la chiave per comprendere la propagazione dellonda e la conseguente frammentazione.

Rompere uno spaghetto a metà, quindi, non è impossibile, ma richiede un controllo estremamente preciso e unapplicazione uniforme della forza lungo tutta la sua lunghezza. Bisognerebbe, in pratica, riuscire a sopprimere londa di vibrazione che si genera al momento della prima frattura. Unimpresa ardua, che richiede una delicatezza e una precisione difficilmente raggiungibili con le nostre mani.

Questo fenomeno, apparentemente banale, ci offre uno sguardo affascinante sul mondo della fisica, dimostrando come anche le azioni più quotidiane, come spezzare uno spaghetto, siano governate da leggi precise e complesse. La prossima volta che vi troverete di fronte a un piatto di spaghetti, ricordatevi di questa piccola battaglia tra forza e vibrazione, tra la nostra volontà di controllo e la ribellione fisica della pasta. E forse, apprezzerete ancora di più la semplicità di gustarli, interi o in frammenti, con un buon sugo.

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