In che verso si arrotolano gli spaghetti?
Gli spaghetti si arrotolano in senso orario, visti dall'alto. La leggera curvatura, effetto del processo di estrusione, determina questa tendenza, sebbene possa variare lievemente a seconda del produttore.
Gli spaghetti si arrotolano a destra o a sinistra?
Mah, io li arrotolo sempre verso sinistra, con la forchetta. Tipo ieri, 15 Ottobre, ho fatto gli spaghetti alla carbonara, comprati all’Eurospin, 0.89€ il pacco. Si arrotolavano benissimo, eh.
Però mi è venuto in mente che mia nonna, a Roma, li girava verso destra. Usava un forchettone enorme, ricordo ancora il rumore sulla pentola. Forse dipende dalla mano? Boh.
Comunque, dalla fabbrica escono curvi in senso orario, a quanto pare. Ma poi sulla forchetta, chi lo sa.
Domande e Risposte:
Domanda: Gli spaghetti si arrotolano a destra o a sinistra?
Risposta: In fabbrica, in senso orario. Sulla forchetta, dipende.
In quale verso si arrotolano gli spaghetti?
Vietato il cucchiaio! Sembra di dover disinnescare una bomba, non arrotolare spaghetti! La forchetta, inclinata come la torre di Pisa dopo un terremoto, afferra due, massimo tre spaghetti (se no è un’orgia di pasta!). Rotazione in senso orario, mi raccomando, altrimenti si apre un portale per una dimensione parallela dove gli spaghetti si mangiano col cucchiaino (orrore!). E voilà, il boccone perfetto, pronto per essere divorato.
- Forchetta inclinata: tipo sciatore su pista nera, eh!
- 2-3 spaghetti: niente razzia, siamo persone educate!
- Senso orario: altrimenti si inverte il flusso spazio-temporale.
- Matassa perfetta: da manuale, un’opera d’arte culinaria.
Io, personalmente, una volta ho provato ad arrotolarli in senso antiorario… ho rischiato di far cadere un quadro dalla parete. Quest’anno, giuro, mi attengo alle regole. A proposito, sapete che mia nonna usava una forchetta speciale, con i rebbi curvi? Un’arma di distruzione di massa per spaghetti! Un vero mito.
In che verso si gira la forchetta?
A sinistra, capito? Tipo un pugile mancino, sempre pronto a colpire il boccone! Il coltello, quello infido, sta a destra, lama verso il piatto, pronto a fare a fette qualsiasi cosa osi avvicinarsi. Un po’ come il mio gatto che guarda il canarino del vicino.
- Forchetta: Sinistra. Mancino, eh? Che ribelle!
- Coltello: Destra. Lama verso il piatto. Non verso il commensale, a meno che non abbiate invitato Hannibal Lecter a cena.
A casa mia, poi, è tutto un altro discorso. Lì le forchette volano, tipo frisbee. Scherzo! (più o meno…). Ma in un ristorante che si rispetti, sinistra per la forchetta è la regola. Una volta ho visto uno usare la forchetta con la destra e…beh, diciamo che è finita male. Per la tovaglia. Macchia di ragù indelebile. Da allora, trauma. Quindi, sinistra. Mi raccomando! Quest’anno, ho deciso, niente più esperimenti. Sinistra, sinistra e ancora sinistra! Se poi volete fare i ribelli, usate le bacchette cinesi!
Perché non si usa il cucchiaio per mangiare gli spaghetti?
Oddio, spaghetti! Perché il cucchiaio? Ma che schifo! Mai! Roba da matti! Forchetta, solo forchetta!
- Forchetta inclinata: è la regola, non lo sapevi? Mai dritta, sembra una bandiera!
- Due o tre spaghetti: non di più, eh! Altrimenti è troppo. Mi ricordo mia nonna… che arrabbiatura se ne vedeva una montagna!
- Arrotolare: in senso orario, ovvio! Come un piccolo nido, bello stretto. Se no si sfalda tutto.
Che barba, parlare di spaghetti! Preferisco il risotto, almeno è più semplice. A proposito, ho comprato quel nuovo riso nero, sai? Strano sapore… e poi… ma oggi devo pulire il bagno, che casino! Devo fare anche la spesa, latte e pane… e poi… oh cavolo, il mio libro! Non ho finito il libro di Eco… ma che discorsi! Torniamo agli spaghetti… cucchiaio? Immaginabile!
- Ricorda: la forchetta è la regina degli spaghetti!
- Non usare il cucchiaio, è una bestemmia culinaria!
- Mia zia Pina usa la forchetta, stessa tecnica.
Ah, il cucchiaio… lo uso per il gelato! Questo sì!
Come si gira la forchetta per gli spaghetti?
A Roma, a casa di nonna, era un dramma se non sapevi arrotolare gli spaghetti! Anni fa, tipo l’altro ieri, mi sgridava sempre.
- La forchetta: leggermente inclinata, mai dritta! Nonna diceva che sembravo un picchio.
- Gli spaghetti: due o tre, massimo! Altrimenti fai un gomitolo informe.
- Il movimento: solo in senso orario! Come le lancette dell’orologio.
E poi, guai a far cadere un filo di sugo! Macchiavi la tovaglia e lei iniziava con “mannaggia a Bubbù”! Non ho mai capito chi fosse questo Bubbù. Comunque, più che una regola era un rito! Ah, dimenticavo, mai chiedere il cucchiaio! Era come bestemmiare in chiesa. E per finire, se la matassa era troppo grande, ti guardava male. Dovevi fare bocconi piccoli, signorili. Insomma, una roba da pazzi.
Come si tiene la forchetta secondo il galateo?
Forchetta a sinistra, sempre.
- Presa: Centro. Impugnatura ferma, non rigida.
- Dita: Pollice sul dorso, le altre sotto. Equilibrio e controllo.
- Punte: Verso il basso. Non verso il cielo, mai.
È un’arma, non un giocattolo. Ricorda, l’eleganza è silenzio.
Informazioni aggiuntive:
- Deriva dalla cavalleria: Mano sinistra per tenere, mano destra per tagliare. Retaggio di tempi andati.
- Alcuni paesi (Stati Uniti) permettono il cambio di mano dopo aver tagliato. In Europa, non è tollerato.
- Non appoggiare mai la forchetta sul tavolo durante la pausa. Va posizionata sul piatto, inclinata.
Cosa dice il galateo sulle posate?
Forchette a sinistra, un abbraccio silenzioso del metallo freddo contro la pelle. Ricordo la nonna, mani delicate che posavano le posate, un rituale antico e prezioso. Un sussurro di storia in ogni pezzo d’argento, ogni incisione. Tempo sospeso, un’eternità in ogni gesto. A sinistra, le forchette; a sinistra, il mio cuore, a volte un po’ incerto, come le pieghe di una tovaglia di lino finemente ricamata.
Coltelli a destra, lame rivolte al piatto, pronte a tagliare il tempo, a dividere i momenti, a sminuzzare ricordi. Un’immagine: la luce del tramonto che colpisce le lame, un bagliore d’acciaio, la promessa di un futuro appena inciso. Destra, il lato del mio futuro. A destra, i coltelli: taglienti come le mie decisioni, a volte, troppo affrettate.
Il cucchiaio, vicino ai coltelli. Un’isola di legno lucido in un mare d’argento. Un piccolo, caldo abbraccio. Non solo un utensile, ma un simbolo. Il cucchiaio di mia madre, rotondo e pesante, ricordo di cene in famiglia, risate, lacrime. Un cucchiaio per raccogliere i frammenti di un passato prezioso.
- Forchette a sinistra.
- Coltelli a destra, lame verso il piatto.
- Cucchiaio a destra, vicino ai coltelli.
Questo è il galateo, ma è anche molto di più. È memoria, emozione, storia. È il mio tempo, il mio spazio, la mia casa. Il galateo non è un insieme di regole rigide, ma un’arte delicata, un’ode alla vita. È poesia sulla tavola.
Come lasciare le posate nel piatto dopo aver mangiato?
Ah, l’arte di posare le posate! Un vero dramma shakespeariano in miniatura, direi. Sembra una sciocchezza, ma fidati, è un codice segreto che solo gli iniziati conoscono. Io, che ho studiato a lungo l’arte del galateo (soprattutto per impressionare mia zia Bruna, che è una vera esperta), posso svelarti il mistero.
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Fine pasto, scena culminante: Posate in posizione centrale, come due amanti finalmente riuniti. Il coltello, ovviamente, a destra, con la lama rivolta verso l’interno, un po’ come a proteggere la forchetta, la dolce forchetta a sinistra, con le punte rivolte verso l’alto, come a salutare il cielo dopo un buon pasto. Se fosse un balletto, sarebbe un pas de deux perfetto, elegante e raffinato.
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Variante alternativa: Se invece hai lasciato qualche avanzo di battaglia, diciamo, una montagna di spaghetti alla carbonara, puoi lasciare le posate leggermente inclinate in una posizione che suggerisca “Mi sono arresto qui, ma ci riprovo”. Un gesto che dice più di mille parole, come un’emoticon nella vita reale.
Ecco un altro piccolo segreto che ho imparato a mie spese (una volta ho lasciato le posate a forma di “X”, mia nonna ha pensato che fossi in lotta con il cibo): L’orientamento delle posate dipende anche dal tipo di piatto. Se è uno di quei piatti da chef stellato con un design tutto contorto, beh, lì si applicano regole diverse, è meglio chiedere al cameriere se non vuoi fare brutte figure. Certo, se è un piatto da camioncino del cibo, allora puoi lasciarle pure dove vuoi, che nessuno se ne accorgerà!
- Nota personale: Quest’anno ho avuto un episodio imbarazzante, lasciando il cucchiaio in verticale come una bandierina bianca di resa, credendo fosse il segnale per “ho finito”. Mia cugina Beatrice ha riso per mezz’ora, poi mi ha spiegato che è un segnale per chiamare il cameriere, in caso di emergenza.
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