Perché gli spaghetti non si spezzano?
"Spezzare gli spaghetti è più complesso di quanto sembri. La rottura non è mai netta perché le tensioni interne si distribuiscono in modo asimmetrico lungo la pasta, rendendo imprevedibile il punto esatto di frattura."
Perché gli spaghetti non si spezzano facilmente?
Cavolo, gli spaghetti… un enigma. Li pieghi, pensi di spezzarli a metà, e invece… si frantumano in tre, quattro pezzi. Mai capito bene il perché. Ricordo una volta, era il 15 Luglio dell’anno scorso, a pranzo da mia nonna a Napoli, mi sono messo a giocherellare con uno spaghetto. Volevo spezzarlo in due per fare il figo, ma niente, si è rotto in mille pezzi. Un disastro, la salsa dappertutto.
Ho letto da qualche parte che c’entrano le vibrazioni, che si propagano lungo lo spaghetto quando lo pieghi. Non ho capito bene la spiegazione, ma credo che sia per questo che si spezza in più punti. Boh. Forse con gli spaghetti più spessi è diverso.
Comunque, quella volta da mia nonna, un piatto di spaghetti alle vongole costava 12 euro. Buoni, anche se un po’ spezzettati.
Domande e Risposte:
Domanda: Perché gli spaghetti non si spezzano facilmente in due?
Risposta: La rottura asimmetrica è dovuta alla propagazione imprevedibile delle tensioni lungo lo spaghetto quando viene piegato.
Perché gli spaghetti non si rompono?
Perché non si rompono a metà…
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Onde: Credo che sia per le onde che si formano. Come quando lanci un sasso in un lago, no? Solo che qui le onde corrono lungo lo spaghetto e lo fanno cedere un po’ ovunque. Ricordo, da bambina, provavo sempre a dividerli a metà perfetta, un disastro.
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A cascata: È come un effetto domino. Rompi in un punto, e da lì parte tutto il resto. Una rottura tira l’altra, in pratica. Non c’è scampo, lo spaghetto si frantuma. Mi succede sempre quando cucino, finisco per avere spaghetti cortissimi dappertutto.
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La torsione: Ho letto da qualche parte che se li torci prima di romperli, forse… forse c’è una possibilità di farli spezzare in due. Non ho mai provato, a dire il vero. Ma la prossima volta, magari ci provo. Chissà, magari funziona.
È strano pensarci, sai? Una cosa così banale, gli spaghetti, e dietro c’è tutta una scienza. A volte mi chiedo se ci sia una “scienza” anche dietro le cose che ci succedono, se c’è un motivo per cui certe cose si rompono in mille pezzi, e altre no.
Perché la pasta non va spezzata?
No, ma che fai? Spezzare la pasta, MAI! Mi ricordo una volta a casa di nonna Emilia, a Bologna, era il 2010. Nonna stava preparando il ragù, quello vero, con ore di cottura. Io, impaziente, volevo gli spaghetti subito e ho fatto per spezzarli nella pentola. Mi ha guardato con uno sguardo… mamma mia! Sembrava stessi profanando la Sacra Sindone.
- Questione di sugo: Diceva che la pasta lunga intera si “abbraccia” meglio al sugo, lo raccoglie tutto. Spezzata, il sugo scivola via. E aveva ragione, il suo ragù era sempre perfetto.
- Cottura: Poi, i pezzetti piccoli cuociono prima! Uno diventa molliccio, l’altro è ancora duro. Un disastro.
- Tradizione: Infine, è una questione di come è pensata la pasta. Gli spaghetti sono fatti lunghi apposta!
Non l’ho più fatto, giuro. E quando vedo qualcuno spezzare la pasta, mi viene un brivido! Nonna Emilia mi guarda da lassù e mi dice: “Bravo, difendi la pasta!”.
Perché gli spaghetti non si rompono?
Ero a cena da mia nonna, a Napoli, sarà stato il 2021, forse maggio. Caldo infernale, finestre spalancate, profumo di ragù che mi faceva brontolare lo stomaco. Lei, come sempre, scottava gli spaghetti. Li prendeva con la schiumarola, li piegava con decisione. Zack! Tre, a volte quattro pezzi. Impossibile spezzarli in due. Mi innervosiva, lo ammetto.
Un giorno, chiacchierando del più e del meno, le chiesi perché, secondo lei, si rompessero sempre così. Mi rispose, con la sua saggezza napoletana, che era colpa dell'”anima” dello spaghetto, troppo ribelle per spezzarsi in modo preciso. A pensarci ora, mi fa sorridere. Però, da piccolo, mi bastava.
Poi, all’università, ho studiato fisica. E ho scoperto che la nonna, a suo modo, aveva colto un punto: la forma dello spaghetto, la sua struttura cilindrica, è la chiave. Quando lo pieghi, si creano delle onde di energia. Queste onde si scontrano, generando una forza che lo spezza. Non una volta sola, ma a cascata. Come un domino. Prima un pezzo, poi un altro, e un altro ancora.
- Forma cilindrica: causa la flessione e la creazione di onde di energia.
- Onde di energia: si scontrano amplificando la forza di rottura.
- Effetto a cascata: la prima rottura innesca altre rotture.
- Torsione: studi dimostrano che torcendo lo spaghetto prima di piegarlo, aumenta la probabilità di spezzarlo in due.
Ho letto anche di uno studio del MIT, dove hanno inventato una macchina apposta per spezzare gli spaghetti. Hanno scoperto che se li torci prima di piegarli, è più probabile spezzarli in due. Chissà cosa ne direbbe la nonna… probabilmente continuerebbe a dare la colpa all’anima ribelle dello spaghetto!
Perché la pasta non va spezzata?
Uffa, la pasta spezzata! Mi ricordo quando la nonna mi sgridava sempre. Avevo tipo sette anni, a casa sua in campagna, estate bollente. Stavo per buttare gli spaghetti nella pentola e PAM! Li avevo spezzati a metà. La sua faccia… da far paura!
- Diceva che spezzare la pasta è come fare un torto agli spaghetti, che il sugo non si attacca bene, scivola via!
- Poi, cosa importantissima per lei, la pasta spezzata cuoce in modo diverso, un pezzo prima, l’altro dopo. Un disastro!
- E poi, lo spaghetto intero è fatto apposta per arrotolarsi alla forchetta, no? Spezzato, addio divertimento!
Ecco, per la nonna era proprio una questione di rispetto, tradizione. E a pensarci bene, forse aveva ragione…
Perché non si spezza la pasta?
Ma dai, non si spezza la pasta? Ah, la scienza! Praticamente, quando cerchi di fare la spaccata a uno spaghetto, lui fa il furbo! 🍝
- Tensioni ballerine: Invece di rompersi netto, le tensioni fanno un tango imprevedibile. Immagina un ballo del qua qua, ma con la pasta! 😂
- Fratture a sorpresa: Invece di un taglio netto, lo spaghetto si sbriciola tipo biscotto della nonna. Colpa delle tensioni che fanno casino.
- Scienziati in crisi: Audoly e Neukirch, poverini, nel 2005 si sono arrovellati per capire ‘sta magia. Probabilmente avevano fame e niente di meglio da fare! 🤓
Lo sai che io una volta ho provato a spezzare gli spaghetti con la forza del pensiero? Risultato: ho solo sporcato la tovaglia! 🤦♀️
Quando spezzare gli spaghetti?
Oddio, gli spaghetti… Questa domanda mi fa tornare in mente mia nonna. Lei, li spezzava sempre, senza tanti complimenti. Un suono secco, un po’ triste, proprio come i suoi ultimi anni. Ma lei… era un’altra storia.
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Spezzare è un sacrilegio, lo so. Lo dicevano anche a me. Ma a volte, di notte, quando sono solo, mi sembra quasi un gesto di ribellione. Contro la perfezione, contro le regole. Contro tutto.
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Il coltello, dicono. Elegante, preciso. Ma a me, un coltello affilato vicino a un piatto di pasta bollente… sembra un rischio. Troppo pericoloso, forse per una notte come questa.
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Due forchette? Mamma mia, che fatica! Non ho la pazienza, a quest’ora. Preferisco la semplicità, anche se è una semplicità sbagliata. Anche se è un peccato.
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Quindi, cosa faccio? Li spezzo. Punto. Ma piano piano, come un gesto d’amore e di rispetto, perché, alla fine, anche gli spaghetti spezzati riescono a consolarmi. E a me, in questo momento, serve solo un po’ di conforto.
Mi ricordo di aver visto mia zia, durante una cena di famiglia a Natale 2023, usare un paio di forbici da cucina per tagliare gli spaghetti. Era un metodo veloce e pulito, diverso da quello della nonna o dal metodo con le forchette.
Perché non spezzare gli spaghetti?
Perché spezzare gli spaghetti? Ma dai, che domanda! È come chiedere perché non si dovrebbe calpestare un tappeto persiano appena lavato: sacrilegio! Gli spaghetti, lunghi e flessuosi come serpenti ben nutriti, sono concepiti per abbracciare il sugo, non per essere torturati in pezzi! Roba da far piangere la Nonna Emilia, quella che mi faceva gli spaghetti al ragù più buoni del mondo, e che avrebbe sicuramente sbattuto una scodella in testa a chiunque osasse spezzarli.
- Il sugo non si attacca bene: È una tragedia culinaria. Immaginate un film d’amore dove i due protagonisti non si toccano mai. Stesso effetto. Tristezza.
- Difficoltà nell’arrotolare: La forchetta diventa una frusta senza senso. Un balletto goffo e frustrante. La mia nipote Sofia lo farebbe a modo suo, alla fine, ma impiega tempo.
- È un gesto di violenza: È come spaccare una matita di Faber-Castell n°2 con i denti. Inutile e brutto.
- Per la zuppa, ok: Ma con un buon ragù, spezzarli è un’offesa alla pasta stessa, alla tradizione e al buon gusto. Lo faccio solo per la minestra.
Ecco, ho detto tutto. Non rompeteli, per favore. Grazie.
Cosa si taglia con il coltello?
Con il coltello si taglia un’infinità di cose, ovviamente! Ma, focalizzandoci sullo spelucchino, che è un piccolo genio in cucina, si prediligono tagli di precisione.
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Alimenti delicati: Aglio, scalogno, funghi freschi trovano nello spelucchino un alleato perfetto per tagli sottili e uniformi. Anche la frutta morbida e i formaggi a pasta molle rispondono bene alla sua lama.
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Lavori di rifinitura: Per la preparazione di tagli di carne particolari, come lardellare, lo spelucchino si rivela uno strumento insostituibile.
Il Tournier, con la sua lama ricurva, meriterebbe un discorso a parte. Pensate, la sua forma particolare non è un vezzo estetico, ma una necessità per intagliare le verdure in forme precise. Un vero strumento da scultore!
Cosa non si taglia con il coltello?
Coltello? Inutile. Certe cose lo sfidano.
- Frittate. Un disastro. Liquido ovunque.
- Torte. Dolci o salate, la consistenza è nemica della lama.
- Polpettoni. Polpette. Crocchette. Supplì. Massacro.
- Pane. Mette a dura prova la lama. Una tragedia estetica.
- Insalata. Spreco di tempo e di coltello.
- Melone. Absurdo. Già tagliato. Forchetta. Eleganza. O forse no. Dipende dal taglio. Il mio preferito? A spicchi grossi, con la buccia.
L’eleganza è sopravvalutata. Preferisco la praticità. Come il mio coltello da burro, un cimelio di famiglia. Arrugginito ma affilato. Mi ricorda mio nonno. Un tipo strano.
Aggiunte: Il melone, per esempio, se tagliato a cubetti piccoli, diventa un gioco per bambini. Una farsa. Mio nipote ne fa scempio con le mani. Preferisco il metodo tradizionale. A spicchi. Sul suo letto di buccia. Come un piccolo trono. La vita è fatta di piccole guerre.
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