Come viene distillato il whisky?

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Il whisky (o whiskey) si produce fermentando e distillando cereali, spesso malto dorzo, poi invecchiando il distillato in botti di legno.
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Il processo di distillazione del whisky: un viaggio dall’orzo al bicchiere

Il whisky, o whiskey, è una bevanda alcolica spiritosa ottenuta dalla distillazione di cereali fermentati. Nonostante le diverse varianti in termini di ingredienti e processi di produzione, la sua base rimane la stessa: un attento equilibrio di fermentazione, distillazione e invecchiamento.

Fermentazione: trasformazione degli zuccheri

Il processo inizia con la preparazione del mosto, un liquido zuccherino ottenuto dalla macerazione dei cereali macinati in acqua calda. Nel caso del whisky di malto, l’orzo viene maltizzato prima della macerazione. La malta è l’orzo germogliato e poi essiccato, che contiene enzimi che convertono gli amidi in zuccheri.

Una volta ottenuto il mosto, viene aggiunto il lievito. Questi microrganismi consumano gli zuccheri presenti nel mosto, producendo come sottoprodotti alcol etilico e anidride carbonica. Il processo di fermentazione dura in genere dai due ai sette giorni, a seconda del tipo di whisky che si vuole ottenere.

Distillazione: separazione dell’alcol

Il liquido fermentato, chiamato wash, viene quindi sottoposto a distillazione. Questo processo prevede il riscaldamento del wash in un alambicco, che separa l’alcol dalle altre componenti della miscela. L’alcol ha un punto di ebollizione più basso rispetto all’acqua, quindi evapora più facilmente.

Il vapore alcolico viene raccolto e condensato in un secondo contenitore, chiamato refrigerante. Il distillato risultante, chiamato low wine, contiene ancora impurità e quindi viene distillato una seconda volta per produrre il whisky.

La doppia distillazione consente di ottenere un distillato più puro e aromatico. Il primo distillato, chiamato feints, viene scartato, mentre il secondo distillato, chiamato hearts, viene conservato per l’invecchiamento.

Invecchiamento: sviluppo del carattere

Il whisky viene quindi trasferito in botti di legno, in genere di rovere. L’invecchiamento in botte è un processo cruciale che conferisce al whisky il suo colore, aroma e sapore caratteristici.

Durante l’invecchiamento, il whisky interagisce con il legno della botte. Estrae tannini e altri composti che gli conferiscono note di vaniglia, caramello, spezie e legno. Inoltre, l’alcol evapora gradualmente attraverso le doghe della botte, concentrando i sapori e gli aromi del whisky.

Il periodo di invecchiamento varia a seconda del tipo di whisky. Il whisky scozzese, ad esempio, deve essere invecchiato in botti di rovere per almeno tre anni, mentre il bourbon americano per almeno due anni.

Imbottigliamento: il culmine del viaggio

Una volta raggiunto il giusto livello di maturità, il whisky viene imbottigliato. Prima dell’imbottigliamento, può essere diluito con acqua per raggiungere la gradazione alcolica desiderata.

Il whisky è una bevanda versatile che può essere gustata liscia, diluita con acqua o ghiaccio, o utilizzata come base per cocktail. Il suo ricco profilo aromatico e la complessità del sapore lo rendono un piacere per intenditori e amanti delle bevande alcoliche.

Il processo di distillazione del whisky è un’arte antica tramandata di generazione in generazione. Attraverso la fermentazione, la distillazione e l’invecchiamento, i mastri distillatori creano un’ampia gamma di whisky, ciascuno con un carattere e un fascino unici.

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