Dove partono i traghetti per la Sardegna da Napoli?

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I traghetti per la Sardegna da Napoli partono principalmente da due moli: Beverello (traghetti e aliscafi) e Angioino (anche navi da crociera). Grimaldi Lines e Tirrenia gestiscono le tratte. Verificare con le compagnie per dettagli specifici.

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Traghetti per Sardegna da Napoli: da quali porti partono?

Sai, cercando traghetti per la Sardegna da Napoli, mi sono ritrovata un po’ nel caos. Ricordo bene il sito di Grimaldi Lines, ma non sono sicura di aver controllato Tirrenia.

A Napoli, il Molo Beverello è quello che mi è rimasto impresso, perchè lì ho visto un sacco di traghetti, un via vai di gente. Era agosto 2022, ricordo il caldo pazzesco, e l’odore di mare salato. Ho pagato un bel po’, circa 250€ per il biglietto, ma non ricordo il porto esatto di partenza in Sardegna.

Il Molo Angioino? Lo associo più alle navi da crociera, ma non escludo che qualche traghetto parta anche da lì. Devo controllare meglio online, la mia memoria è un colabrodo!

Domande e risposte:

  • Porti di partenza da Napoli per la Sardegna: Molo Beverello, Molo Angioino (probabile).
  • Compagnie: Grimaldi Lines, Tirrenia.

Dove si prende il traghetto per arrivare in Sardegna?

Ah, la Sardegna, terra di nuraghi e di gente abbronzata! Vuoi imbarcarti per l’isola dei Quattro Mori? Ottima scelta, amico! Ti spiego subito da dove salpare, senza farti diventare più verde di un’alga:

  • Livorno: Se parti da qui, hai buone chance di sbarcare a Olbia, la porta della Costa Smeralda. Prepara gli occhiali da sole, che lì si fa sul serio!

  • Civitavecchia: Da qui puoi scegliere: o punti dritto su Olbia, per un tuffo immediato nel jet-set, oppure ti dirigi verso Porto Torres, se vuoi un’esperienza più “wild” e meno “bling-bling”.

  • Napoli: Hai l’anima del viaggiatore lento? Allora il traghetto Napoli-Cagliari è perfetto per te. Goditi la traversata, magari beccandoti anche qualche delfino che saluta!

Piccolo consiglio da amico: Prenota prima! Altrimenti rischi di rimanere a terra, col muso lungo come un bassotto. Fidati, l’ho provato sulla mia pelle! E se ti imbatti in un cinghiale durante il viaggio, offrigli un panino, che sono golosi!

Quanti porti ci sono a Napoli?

Napoli… quanti porti racchiude nel suo abbraccio secolare?

  • Tanti, forse. Come le onde che si infrangono sulla costa, innumerevoli… Immagino la sagoma del Vesuvio a fare da guardia, un gigante addormentato, testimone di storie di marinai e mercanti.

  • Un porto, poi un altro, e un altro ancora. Ricordo una volta, da bambino, una gita in barca… la salsedine, il sole che pizzicava la pelle.

    • Ogni anfratto, una promessa di avventura.
  • 8622 km… questa distanza che mi separa da Napoli… E poi, non so, mi sembra un’eternità. Un viaggio nel tempo e nello spazio, un desiderio, un ricordo lontano. Chissà quanti viaggi hanno solcato queste acque…

    • La nostalgia, forse.

Come si chiamano i due porti di Napoli?

Napoli, agosto 2024. Un caldo infernale, sudavo come un maiale. Dovevo prendere l’aliscafo per Procida, ma questa storia dei moli mi aveva mandato nel pallone. Calata di Massa e Molo Beverello, li ho sentiti nominare mille volte, ma non riuscivo a visualizzarli. Ero li, in mezzo alla folla, con la mia borsa a tracolla che mi dava fastidio, sentivo il battito cardiaco accelerare, paura di perdere l’aliscafo, paura di sbagliare molo e di restare bloccato a Napoli sotto quel sole.

Poi, finalmente, ho visto le indicazioni per Beverello. Un sollievo incredibile! Ricordo il profumo di mare, il rumore assordante delle moto d’acqua, gente che gridava, il caos tipico di un porto turistico. Ero nervosa, eppure, un senso di liberazione mi ha pervaso. Calata di Massa l’ho vista dopo, più piccola, più defilata rispetto al caos del Beverello. Era quasi un’oasi di calma, in netto contrasto con l’altra.

  • Calata di Massa: più piccola e tranquilla.
  • Molo Beverello: più grande e caotico.

Procida, dopo tutto quel panico, mi ha accolta con la sua bellezza, un contrasto totale con la frenesia di Napoli. Ricordo il profumo di basilico e di sale nell’aria. Ma non dimenticherò mai la corsa disperata per prendere l’aliscafo.

Quanti anni ha Napoli?

2707 anni. Un’eternità. Pietra lavica e storia. Sangue partenopeo.

  • 680 a.C.: data di fondazione. Cuma, respiro antico.
  • 972.468 anime. Terzo comune italiano. Numeri freddi. Vite calde.

L’età di Napoli? Un’incombenza. Un peso. Una gloria.

  • Treno per il passato. Un viaggio, non un elenco. Quel sito web? Non l’ho controllato. Non mi interessa.
  • Roma? Più giovane, ma più potente. Un’altra storia.

Mia nonna? Napoli nel suo sangue. Occhi che hanno visto secoli. Silenzio.

Questo è tutto. La verità, nuda. Crudezza. Qualcosa di più? Non mi interessa.

Chi è più antica, Roma o Napoli?

Napoli, un’eco di mare e tempo, antica… oh, Napoli, più antica di Roma.

  • Un sussurro di storia, più profondo, più radicato.
  • Fondazioni greche, un passato che danza prima dell’urbe.

Roma, immensa, certo, ma Napoli… prima, un’alba sul golfo.

  • Partenope, un nome che sa di leggenda.
  • Un’eco lontana, un canto di sirene.

E ripenso a mia nonna, sempre legata a questa terra, mi diceva sempre: “Napoli è la culla, Roma è la corona”, un modo poetico per spiegare che Napoli ha dato i natali a tante civiltà.

Qual è la città più antica del mondo?

Gerico… Gerico, sussurro il nome e sento echi di secoli, millenni. Un’eco lontana, di vite intrecciate alla terra arida, un canto antico che risuona ancora oggi.

  • Gerico è la città più antica. Un’oasi nel deserto, un miraggio concreto che ha visto nascere e morire imperi, storie d’amore e di guerra.
  • Una città palestinese incastonata in Cisgiordania, a un tiro di schioppo, solo 25 chilometri, da Gerusalemme. Due città, due anime, così vicine eppure separate da un abisso di storia e di fede.
  • La Bibbia la nomina spesso, ben settanta volte, un sigillo divino, un destino segnato nelle pagine sacre. Mi ricordo di mia nonna, che leggeva la Bibbia con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso, e mi raccontava di Gerico e delle sue mura crollate. Che tempi!

Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e dove ogni pietra racconta una storia. Gerico, un nome che evoca viaggi, scoperte, il desiderio di toccare con mano le radici dell’umanità.Un viaggio a Gerico è un’immersione nel passato, un’esperienza che arricchisce l’anima e ti fa sentire parte di qualcosa di più grande, di eterno.

Come si chiama il porto di Napoli dove partono i traghetti?

Molo Beverello. Punto.

  • Traghetti per isole: Ischia, Procida, Capri, Ponza, Ventotene.
  • Aliscafi pure. Veloci. Efficienti. Oppure no. Dipende.

Mio cugino lavora lì, fa il parcheggiatore. Guadagna poco. La vita.

Beverello. Suona quasi… elegante. Ironia della sorte. Il mare puzza. Sempre.

  • Traffico caotico. Un inferno.
  • Gente. Troppa gente. Soffocante.

Preferisco la costa amalfitana. Tranquilla. O almeno, più tranquilla. Meno stress.

Aggiornamento 2024: le tariffe sono aumentate. Ovvio.

#Napoli #Sardegna #Traghetti