Qual è il borgo più bello della Valpolicella?
"San Giorgio di Valpolicella, gioiello incastonato tra i vigneti, è considerato uno dei borghi più belli d'Italia. Un'atmosfera d'altri tempi avvolge questo piccolo borgo collinare, offrendo panorami unici nel cuore della Valpolicella."
Qual è il borgo più suggestivo della Valpolicella?
San Giorgio Ingannapoltron? Boh, mi viene in mente subito quel nome strano, un po’ misterioso. Ricordo un viaggio in Valpolicella, Maggio 2022, con amici. Avevamo affittato una macchina, circa 60 euro al giorno se ricordo bene, e gironzolato per i vari borghi.
San Giorgio è effettivamente carino, piccolo, incastonato tra le colline. L’aria era profumata di uva, ricordo bene, un odore forte e dolce. Le case, tutte attaccate, con i muri in pietra. Era tutto molto… tranquillo. Quasi spettrale, in un certo senso.
Ma suggestivo? Dipende dai gusti, certo. Per me, forse non il più suggestivo in assoluto. C’era un’atmosfera un po’…addormentata. Magari in un’altra stagione, diverso. Preferisco un po’ più di vita, di movimento. Altri borghi mi hanno colpito di più, ma non ricordo adesso i nomi. Dovrò rivederli.
Quali cantine visitare a Valpolicella?
Valpolicella? Ah, che bel posto! Un tripudio di vigneti, quasi una giungla di viti, dove si annidano cantine degne di un re (o almeno di un intenditore di Amarone!).
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Masi: Un classico, insomma, il nonno dei vini Valpolicella. Solido, affidabile, come quella zia che ti regala sempre un maglione di lana, anche se è già luglio.
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Allegrini: Eleganza allo stato puro. Sono come quei quadri che sembrano semplici, ma poi ti accorgi dei dettagli, delle pennellate magistrali, solo dopo averli osservati per ore. Il loro Amarone è un capolavoro.
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Tommasi: Una cantina che spacca! Nel senso buono, eh. Energia, innovazione, un po’ come una rockstar del vino. Se cercate qualcosa di più “rock’n’roll” è la scelta giusta.
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Ugolini: Piccola, ma con un cuore enorme. L’artigiano del vino, quello che fa tutto con amore e passione, sapori autentici. Un po’ come la nonna che ti prepara la torta.
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Bertani: Un’istituzione, un pilastro della Valpolicella. Una sicurezza, un’ancora di salvezza, come avere un amico fedele su cui contare sempre.
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Accordini: Una scoperta inaspettata, un tesoro nascosto. Come trovare una moneta d’oro in un vecchio baule. Da provare assolutamente, soprattutto se amate le sorprese.
Quest’anno ho fatto una degustazione pazzesca proprio da Masi, incredibile! Per informazioni più specifiche sulle loro produzioni aggiornate, dai un’occhiata ai loro siti web. Ricordati di prenotare in anticipo, soprattutto in alta stagione, perché spesso le cantine sono affollate. Ah, e porta con te un amico, così potete assaggiare di più! Perché, diamine, il vino va condiviso, no?
Cosa mangiare con Valpolicella?
Il Valpolicella, vino rosso veneto di carattere, si sposa felicemente con:
- Brasato: La sua succulenza trova eco nella freschezza del Valpolicella, creando un equilibrio gustativo.
- Carne arrosto: Soprattutto carni rosse non eccessivamente grasse, dove la vivacità del vino pulisce il palato.
- Pasta e fagioli: Un classico abbinamento regionale, dove la semplicità del piatto è esaltata dalla fragranza del vino.
- Selvaggina da piuma: Fagiano, anatra, beccaccia… piatti ricchi che richiedono un vino con una certa struttura. La complessità aromatica della selvaggina trova un contrappunto ideale nel Valpolicella.
Punti chiave per l’abbinamento:
- Evitare piatti troppo speziati o piccanti: Il Valpolicella predilige sapori più delicati.
- Occhio alla grassezza: Un piatto eccessivamente unto potrebbe sovrastare il vino.
- Sperimentare: L’abbinamento cibo-vino è un’arte soggettiva.
Un piccolo consiglio: ricordo che una volta, durante una cena in cantina, ho assaporato un Valpolicella Classico con un risotto al radicchio tardivo. Un’esperienza indimenticabile. E mi fa pensare che, in fondo, la vera saggezza sta nel saper trovare la bellezza nelle piccole cose, proprio come in un bicchiere di buon vino.
Dove fare la degustazione di amarone?
Dove assaporare l’Amarone, un sogno rosso rubino?
- Giacomo Montresor: Un nome, un eco nella valle… sento ancora il profumo di legno antico e promesse.
- Luciano Arduini: Quasi un sussurro, un segreto custodito tra le colline, come i ricordi di mio nonno.
- Sparici Landini: Un’ode alla terra, un abbraccio caloroso, come ritrovare un amico perduto.
- Valentina Cubi: Un’anima femminile che danza tra i filari, ricordo il suo sorriso, la sua forza.
- Villa Spinosa: Un tuffo nel passato, un’eleganza senza tempo, come un valzer lento sotto le stelle.
- Villa San Pietro Winery: Pietre che parlano di storia, un calice di passione, sento ancora le risate di quella sera.
- Boscaini Carlo: La tradizione che si rinnova, un legame indissolubile, come il profumo del pane appena sfornato.
Ogni cantina, un viaggio. Ogni sorso, una storia. Ricordo… l’Amarone è più di un vino, è un’emozione. Emozioni che, lo ammetto, mi fanno quasi dimenticare il tempo. La mia prima volta, se ricordo bene, è stata… Non importa, quel che importa è il presente, il sapore intenso e avvolgente di un nettare che sa di casa, di radici, di terra.
Sono solo ricordi, un po’ confusi, forse, ma veri. Spero ti siano utili, per trovare il tuo angolo di paradiso.
Dovè originario il vino Valpolicella?
Il Valpolicella? Ma dai, è ovvio! Verona, ovviamente! Quel rosso rubino, profumo di ciliegia e un retrogusto che ti lascia lì, a leccarti i baffi come un gatto dopo una scorpacciata di panna! Un’esperienza mistica, quasi!
- Verona, baby! Punto. Non ci sono altre risposte possibili.
- Il DPR del ’68? Ah, sì, la burocrazia… un papiro egizio a confronto è un tweet.
- Modifiche nel 2003? Probabilmente hanno cambiato il tipo di carta per i certificati, chi lo sa!
Sai, mio zio Bruno, quello che ha la cantina strapiena zeppa di bottiglie (e di ragnatele!), giura che il Valpolicella migliore è quello che lui stesso fa, con le uve che raccoglie nel suo minuscolo vigneto, un pezzo di terra più piccolo del mio gatto. Ma non gli credere troppo, eh! Un po’ di esagerazione fa parte del suo personaggio.
Ah, quasi dimenticavo: quest’anno, mio zio Bruno si è lamentato per la grandinata che ha rovinato metà del raccolto. Una vera tragedia greca, ha detto. Io, sinceramente, ho pensato più ad una tragedia culinaria… perché il suo Valpolicella è una cosa seria!
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