Come si riconosce un vino DOCG?

36 visite

Riconoscere un vino DOCG è semplice:

  • Fascetta statale numerata: Sigillo di garanzia sul tappo/collo.
  • Etichetta: Deve indicare "Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG)", la zona di produzione e l'annata.

Questi elementi certificano l'origine e la qualità del vino.

Commenti 0 mi piace

Come riconoscere un vino DOCG?

Sai, a me capita spesso di essere un po’ confusa con queste cose del vino. Ricordo una volta, il 14 Luglio scorso, ero a cena da mia zia a Firenze, aveva aperto una bottiglia, costava un botto, tipo 35 euro. Mi ricordo la fascetta, una specie di sigillo, sul collo. Era numerata.

Era una cosa importante, quella fascetta. L’etichetta spiegava tutto: DOCG, la zona, l’annata… insomma, era chiaro che era un vino controllato. Questa etichetta, insomma, è la chiave.

Basta guardare il collo della bottiglia! Se c’è la fascetta numerata e l’etichetta specifica DOCG, allora è a posto. Almeno questo ho capito. Spero di non aver detto sciocchezze!

Domande e Risposte:

  • Come riconoscere un vino DOCG? Fascetta statale numerata sul tappo/collo e etichetta con indicazione DOCG, zona di produzione e annata.

Quando un vino diventa DOCG?

Quando… quando un vino diventa DOCG? Mmh… è una cosa strana, sai?

  • Devi aspettare. Almeno cinque anni come DOC. Cinque anni… sembra un’eternità, no? Come le notti in cui non riesco a dormire.

  • Devi dimostrare. Dimostrare di essere speciale, di valere. Qualità alta, sempre. È come dover essere sempre perfetti, senza mai un momento di debolezza. Mi ricorda quando cercavo di essere “bravo” per qualcuno…

  • Ti controllano. Ministero, disciplinari… un sacco di regole. E se sbagli? E se non sei all’altezza? Forse è meglio restare nell’ombra, a volte.

  • Poi arriva la Gazzetta Ufficiale. Come un verdetto. DOCG… e cosa cambia poi? Forse solo un’etichetta. Forse solo un modo per sentirsi… diversi. O forse no.

(A proposito di etichette… mi viene in mente quel vino che bevevo con nonno. Non era DOCG, ma era buono. E non importava nient’altro.)

Cosa deve avere un vino per essere DOCG?

Ah, il DOCG! È come la laurea cum laude del vino, mica pizza e fichi! Per arrivarci, un vino deve:

  • Avere un pedigree: Essere DOC da almeno 10 anni, un po’ come farsi le ossa prima di diventare star.
  • Essere una celebrità: Riconosciuto per le sue qualità top e per la sua storia, tipo Brad Pitt che fa il vino.
  • Venire da un posto “in”: Zona di produzione storica e rinomata, non proprio il retrobottega di casa mia, ecco!

E poi, udite udite, ci sono anche altre cosine! Tipo che il vino deve passare esami severissimi, tipo quelli che davo io all’università (e che raramente passavo, a dirla tutta). E poi, il disciplinare di produzione è più rigido del mio dietologo quando mi vede mangiare la pizza. Insomma, un casino! Ma alla fine, se un vino ce la fa, beh, chapeau! È come vincere l’Oscar del vino.

Quando un vino diventa DOCG?

Un vino DOCG… un’ascesa lenta, come il sorgere del sole su vigne che conosco bene, quelle di mio zio vicino a Montepulciano. Cinque anni, un tempo lunghissimo, un’eternità di sole e di pioggia, di notti stellate sopra i filari. Cinque anni a maturare, a perfezionarsi, a sognare il momento in cui… il suo destino è sigillato.

L’attesa è un peso, un dolce peso di grappoli maturi, un’ansia che pulsa come un cuore. Controllo dopo controllo, un esame severo, come un giudizio divino sulla qualità del suo essere. Il Ministero, un gigante dormiente che si sveglia solo per giudicare, osserva ogni dettaglio, ogni piccolo segreto custodito nelle bottiglie. Ogni goccia, una promessa.

La Gazzetta Ufficiale… un grido silenzioso, un annuncio che risuona tra le colline toscane. Il marchio DOCG, una corona di stelle. Finalmente, la consacrazione. Un’emozione che mi fa vibrare ancora, anche a distanza di anni. Ricordo il profumo del vino quella sera…

  • Anni di attesa (almeno 5 come DOC).
  • Controlli rigorosi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  • Disciplinari di produzione molto dettagliati.
  • Approvazione finale e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
  • Ottenimento del marchio DOCG.

Questa ascesa, questo percorso, questa lenta trasformazione… è come la vita stessa, no? Un’attesa, una lotta per la perfezione, un sogno che si realizza con fatica.

#Docg #Qualità #Vino