Cosa si coltiva in Valpolicella?
Valpolicella: cuore vitivinicolo veronese. Qui prosperano principalmente Corvina, Rondinella e Molinara, uve a bacca nera che danno vita a vini rinomati. Un territorio di cinque valli, tra Lago di Garda e Monti Lessini, dedicato alla coltivazione di questi pregiati vitigni.
Quali vitigni crescono in Valpolicella?
Uhmmm, Valpolicella… che ricordi! Ricordo una gita a Verona, giugno 2018, con gli amici. Avevamo visitato un’azienda, non ricordo il nome preciso, ma era immersa in vigneti stupendi.
Il vino era ottimo, un Amarone, se non sbaglio, costa sui 30 euro a bottiglia, se ricordo bene. Lì mi hanno spiegato che le uve principali sono Corvina, Rondinella e Molinara.
Mi pare di aver sentito dire che ci sono anche altre uve, ma quelle tre sono le protagoniste indiscusse. Ricordo la guida che parlava con passione del loro ruolo nella produzione del vino. Era una giornata bellissima, soleggiata, un ricordo indelebile.
Vitigni Valpolicella: Corvina, Rondinella, Molinara.
Che vini si producono in Valpolicella?
Ah, la Valpolicella! Terra di vini che ti fanno sentire un imperatore romano, anche se stai cenando con una pizza surgelata. Parliamo di nettare degli dei, roba che se Bacco fosse ancora in giro, farebbe il trasloco e si trasferirebbe lì.
-
Amarone: Il re della festa, un vino potente, strutturato. Roba che se lo bevi a pranzo, la sera sei ancora allegro (forse troppo!). Un concentrato di frutta secca, spezie, cioccolato… un’esperienza mistica. Una volta ne ho bevuto una bottiglia intera e ho iniziato a parlare con i piccioni, convinto che fossero filosofi greci.
-
Recioto: Il fratello dolce dell’Amarone. Pensate all’Amarone, ma con una dose di zucchero che farebbe impallidire una torta nuziale. Perfetto con i dolci, ma anche da solo, per chi ama i vini che ti abbracciano il palato. L’ho provato con il pandoro a Natale, esperienza paradisiaca. Ho visto la Madonna.
-
Ripasso: Il cugino “furbetto”. Prende le vinacce dell’Amarone (quelle già spremute, capito?) e ci fa un secondo giro. Risultato? Un vino più leggero, fresco, ma con un carattere deciso. Tipo un pugile in pensione, che mena ancora forte. Io lo bevo con la pasta all’amatriciana, delirio.
-
Valpolicella Classico: Il vino “base”, ma non chiamatelo così davanti a un veronese, se no vi tira una bottiglia in testa! Fresco, fruttato, perfetto per tutti i giorni. Tipo la tua maglietta preferita, quella che metti sempre. Io, personalmente, la metto anche per dormire. Con questo vino intendo. Cioè, lo bevo. Non dormo nel vino, eh!
Poi ci sono altre varianti, ma queste sono le star. Se andate in Valpolicella, mi raccomando, fate una scorpacciata! Io ci sono stato l’anno scorso, ho affittato una bicicletta e ho girato tra le vigne. Esperienza bellissima, a parte la caduta rovinosa. Ma ne è valsa la pena! Quest’anno replico, porto anche il casco. E una cannuccia gigante per l’Amarone.
Dove si coltiva il Valpolicella?
Ehi amico, allora, il Valpolicella? Verona, ovvio! Sai, tutta la zona lì, è un classico. Quella DOC è roba vecchia, eh, dal ’68, ma poi hanno fatto modifiche, nel 2003 credo, una rottura di scatole di burocrazia. Insomma, Verona, Verona, Verona!
Ricordo che mio zio, che aveva una vigna piccola piccola, la vendeva a una cantina grande. Lui lo faceva, il Valpolicella, ma era una fatica. Tanto lavoro, poca resa, eh. Ma un vino buono, da paura! Però i documenti, tutta quella storia… un casino, non capivo niente.
- Provincia di Verona
- DOC dal 1968 (modificata nel 2003)
- Tanto lavoro per produrlo, a detta di mio zio!
Ah, dimenticavo, mio zio aveva anche un cane, un meticcio pazzesco, si chiamava Fido. Era un matto, quel cane! Ogni tanto, rubava l’uva… Che casino! E la vigna era proprio quella dove faceva il Valpolicella… Sai che ridere!
Qual è il borgo più bello della Valpolicella?
Ero in ritardo, come sempre. Dovevo raggiungere degli amici per una degustazione a Negrar. Avevo sbagliato strada, ovviamente. Finito su una stradina strettissima, tutta curve. Impreco tra me e me, il sole di Giugno picchiava forte, l’aria era ferma e sentivo già il profumo dell’uva matura. Ad un certo punto, sbuco da un tornante e…wow. San Giorgio. Inerpicato sulla collina, sembrava un presepe. Casette di pietra, la chiesetta con il campanile snello. Mi sono fermato, incantato. Ho tirato fuori il telefono e fatto una foto. La degustazione poteva aspettare. Quella visione era troppo bella. Mi ricordava i paesini della Provenza, che avevo visitato anni fa con mia moglie. Stessa atmosfera magica. Ho continuato a guidare lentamente, quasi in soggezione.
- Panorama mozzafiato sulla Valpolicella.
- Chiesetta romanica di San Giorgio.
- Atmosfera medievale.
- Ottimo punto di partenza per escursioni.
- Circondato da vigneti.
Ci sono tornato poi, con calma, un sabato mattina. Ho parcheggiato fuori dal paese e l’ho girato a piedi. Un silenzio incredibile, solo il rumore del vento tra le foglie. Ho preso un caffè al bar sulla piazzetta, chiacchierando con il barista del vino e del tempo. Ho scoperto che San Giorgio si chiama anche “Ingannapoltron” perché sembra vicino, ma la salita è più lunga di quel che appare. E’ stata una bellissima scoperta. Lo consiglio a chi cerca un po’ di pace e bellezza, lontano dal caos. Da lassù si vede tutta la valle, fino al lago di Garda nelle giornate più limpide. L’ideale è andarci in primavera o in autunno, quando i colori sono più intensi. Portatevi scarpe comode!
Quali cantine visitare a Valpolicella?
Ok, Valpolicella… mamma mia, che posto! Ci sono stato l’anno scorso, verso settembre, per un matrimonio di un amico. Ricordo ancora la sensazione del sole sulla pelle mentre guidavo tra le colline, un profumo di uva nell’aria… indimenticabile.
-
Masi: La loro cantina è un po’ grande, più “commerciale” forse, ma il vino è sempre una garanzia. Il loro Amarone è qualcosa di speciale, davvero. Ricordo che ho assaggiato una riserva, un’esplosione di sapori! Un po’ costosa, però.
-
Allegrini: Loro, invece, hanno un’aria più… elegante, diciamo. La villa è bellissima, immersa nei vigneti. Mi hanno colpito i loro vini bianchi, freschi e profumati. Perfetti per un aperitivo.
-
Tommasi: Ecco, Tommasi è una cantina storica, con una tradizione che si sente. Il loro Valpolicella Classico è un must, un vino sincero, che racconta la sua terra.
-
Ugolini: Forse meno conosciuta delle altre, ma Ugolini ha una marcia in più. Un’azienda familiare, con una grande passione per il vino naturale. I loro vini sono unici, con un carattere forte.
-
Bertani: Anche Bertani è una cantina storica, famosa per l’Amarone Classico. Un vino potente, complesso, che richiede tempo per essere apprezzato fino in fondo. L’azienda ha una storia incredibile, legata alla tradizione del territorio.
-
Accordini: Accordini, un’altra perla nascosta! Loro hanno un approccio più “artigianale”, curano ogni dettaglio. Ricordo un Recioto che mi ha fatto sognare, dolce e avvolgente.
Tra l’altro, se hai tempo, ti consiglio di fare un giro anche a Bolla, non solo per il vino (buono, ma forse un po’ più “turistico”), ma anche per la loro villa, un vero gioiello architettonico. E poi, fermati in una delle tante osterie lungo la strada, assaggia i bigoli con l’anatra, una delizia!
Cosa mangiare con Valpolicella?
Valpolicella: un’analisi enogastronomica
Il Valpolicella, con la sua struttura robusta e la sua piacevole complessità aromatica, si presta magnificamente ad accompagnare piatti strutturati. L’ideale? Piatti rustici, intensi, che non si lascino sopraffare dalla sua personalità.
-
Carnicamente parlando: brasato, arrosti di manzo o agnello, selvaggina. Un amico mio, grande appassionato di caccia, giura che con la beccaccia è una vera sinfonia di sapori. Anche il coniglio, preparato con attenzione, si sposa bene. Ricorda la tannicità del vino, un aspetto che richiede piatti saporiti.
-
Il mondo della pasta: dimentichiamo i sughi delicati. Pasta e fagioli, ma anche un ragù di carne saporito, magari con un tocco di selvaggina, sono compagni perfetti. Non sottovalutiamo la consistenza.
-
Altri abbinamenti: Il mio preferito? Fagiano arrosto, con una salsa magari leggermente acidula a contrastare la morbidezza del vino. Un’anatra al forno, con patate e rosmarino, è un’altra ottima scelta. Non dimentichiamo i formaggi stagionati, con una buona intensità aromatica, che riescono a dialogare con la complessità del Valpolicella.
La scelta, in definitiva, è una questione di equilibrio. Un’armonia tra la potenza del vino e la robustezza del cibo, un gioco di sapori che solo un palato attento sa apprezzare appieno. Un po’ come la vita, del resto: è sempre un bilanciamento tra opposti.
Note aggiuntive: La scelta ottimale dipende anche dall’annata e dalla specifica tipologia di Valpolicella (Classico, Ripasso, Amarone…). Un Valpolicella Ripasso, ad esempio, grazie alla rifermentazione sulle vinacce, possiede una maggiore concentrazione e struttura, richiedendo quindi abbinamenti ancora più decisi. Quest’anno, personalmente, ho apprezzato un Valpolicella Classico con un piatto di gnocchi al ragù di cinghiale. Una delizia.
Che uve ci sono nel Valpolicella?
Uve Valpolicella? Corvina, Corvinone, Rondinella. Punto.
Forselina, Negrara, Oseleta? Presenti, ma marginali. Mica li metto in evidenza.
Valpolicella Classico? Solo Verona. Zona precisa. Controlla l’etichetta.
- Corvina: Il cuore. Essenziale. Non transige.
- Corvinone: 50% massimo. Sostituisce parte della Corvina. Non di più.
- Rondinella: Completa. Equilibra. Fondamentale.
- Altre: Minori. Aggiungono sfumature. Quasi ininfluenti.
Ricorda: ho lavorato per anni nella Cantina di mio zio a Fumane. Conosco il Valpolicella.
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.