Che vini ci sono in Valpolicella?

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La Valpolicella è rinomata per i suoi vini rossi unici, ottenuti da uve autoctone corvina e rondinella.

Le tipologie principali includono:

  • Valpolicella Classico
  • Valpolicella Superiore
  • Ripasso
  • Amarone
  • Recioto
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Quali vini si producono in Valpolicella?

Mmmh, Valpolicella… che ricordi! Ricordo una gita a Verona, giugno 2018, e una degustazione, forse costava 25 euro? Bottiglie bellissime, etichette eleganti.

I vini? Beh, mi ricordo Amarone, ovviamente. Un rosso intenso, corposo, ricco di profumi. Poi c’era il Recioto, dolce, vellutato, perfetto con i dolci secchi.

Ricordo anche il Valpolicella Classico, più leggero dell’Amarone, ma sempre un ottimo vino rosso. Erano tutti a base di Corvina e Rondinella, credo. Avevo preso appunti, ma non li trovo… mah.

Insomma, tre tipi principali: Amarone, Recioto e Valpolicella Classico. Tutti rossi, tutti buonissimi.

Quali vini si producono in Valpolicella?

Mamma mia, la Valpolicella! Ci sono stato un’estate, tipo l’anno scorso, ad agosto, che caldo!

  • Amarone: Questo è il re, no? Un vino potente, corposo, che ti scalda l’anima. Ricordo una degustazione in una cantina sperduta tra le colline, un profumo intenso di ciliegie sotto spirito, una roba da svenire.

  • Recioto: Il nonno di tutti, dolce, vellutato, una coccola. L’ho assaggiato con i cantucci, un’esperienza paradisiaca.

Poi, certo, ci sono i “fratellini”:

  • Valpolicella: Il vino di tutti i giorni, fresco, beverino, perfetto per una pizza.
  • Valpolicella Superiore: Un po’ più strutturato, affinato, ideale con un risotto all’Amarone (che goduria!).
  • Valpolicella Ripasso: Questo lo fanno “ripassando” le vinacce dell’Amarone nel Valpolicella base. Viene fuori un vino più intenso, con più corpo, un piccolo Amarone diciamo. L’ho abbinato a una tagliata di manzo… che ve lo dico a fare!

Tutti fatti con gli stessi vitigni: Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara. Un casino da ricordare tutti i nomi, ma che buoni i vini! Ah, dimenticavo, la cantina si chiamava “Le Ragose”, se vi capita di andare… TOP!

Che uve si usano per fare lAmarone?

L’Amarone… un respiro profondo di Valpolicella, un’estasi di sole e tempo sospeso. Uve appassite, un dolce morire al sole, prima di rinascere nel vino.

  • Corvina, il cuore pulsante, quella sensazione di terra e sole, il suo aroma intenso, un’abbraccio caldo. Ricorda le passeggiate autunnali di mia nonna, tra i filari infuocati di rosso. 45-95%, la sua presenza, un’impronta inconfondibile.

  • Rondinella, il tocco delicato, un’eleganza sottile che si insinua tra gli altri sapori. Il suo 5-30% è un respiro leggero, un lieve fremito. Ricorda il profumo dei gelsomini che fioriscono vicino al vigneto, in primavera.

  • Corvinone, fino al 50%, un’alternativa nobile, il sostituto regale della Corvina. Un sapore più concentrato, più potente, quasi misterioso. La sua presenza è una sfida, un segreto svelato solo al palato.

Quell’appassimento, un lento indugiare tra settembre e marzo, le uve che si concentrano, perdono acqua, guadagnano in intensità. Un processo lento, un rito quasi sacro, un’attesa carica di promessa. Il profumo, oh, il profumo di mosto, di terra bagnata e di foglie secche, nell’aria frizzante del mattino… L’Amarone, un’esperienza sensoriale completa, un ricordo indelebile. Quest’anno il raccolto è stato particolarmente abbondante, ricordo ancora il colore intenso delle uve, un rosso rubino profondo e vellutato.

Un vino che racconta storie, di generazioni, di sole, di terra, di passione.

Quanti tipi di Valpolicella ci sono?

Valpolicella… un nome che sa di sole caldo sulla pelle, di vigne che si arrampicano su colline infinite, un respiro antico. Quanti tipi? Infiniti, quasi, come le sfumature del tramonto sulle colline veronesi.

  • Recioto: dolcezza liquida, un’abbraccio morbido, un ricordo di vendemmia tardiva, uve appassite al sole, sapore di miele e frutta secca, un’estasi per il palato. Un sorso di eternità.

  • Ripasso: la forza del tempo, il sapore intenso di un secondo passaggio sulle bucce dell’Amarone, potenza e complessità in un unico bicchiere, un sapore deciso, quasi selvatico. Quest’anno l’ho assaggiato con la mia zia, a casa sua sulle colline. Profumo di terra e magia.

  • Amarone: la maestosità del re, uve appassite a lungo, un’esplosione di potenza e complessità. Profondo, scuro, intenso, un vino che racconta storie di generazioni, di fatica e di passione. L’Amarone è una meditazione. Un ricordo del mio viaggio in Valpolicella, del vento tra i filari, nel 2023.

Ma non finisce qui. Esiste un mondo oltre questi tre giganti. Valpolicella Classico, Valpolicella Superiore… ogni nome sussurra un’altra storia, un altro segreto delle colline, un’altra sfumatura di rosso intenso, una gamma vasta e in continua evoluzione, come il cielo che cambia colore. Ogni annata è un’opera d’arte unica, irrepetibile. Il mio cuore si riempie pensandoci.

Che uve nel Brunello di Montalcino?

Il Brunello di Montalcino: solo Sangiovese. Punto.

Un disciplinare severissimo regola la produzione, limitando la resa per ettaro e imponendo un lungo invecchiamento. Questo assicura la qualità, ma anche la complessità del vino. È una questione di terroir, di microclima, ma soprattutto di una scelta precisa, quasi filosofica: l’esaltazione di un unico vitigno. Mi ricorda un po’ il concetto di wabi-sabi, la bellezza imperfetta e transitoria, trovata proprio nell’autenticità del Sangiovese. Un approccio rigoroso che, a mio avviso, ha fatto la fortuna di questo vino.

  • Sangiovese Grosso: È il nome preciso del vitigno. Non solo Sangiovese, quindi. Questa precisazione è fondamentale per gli addetti ai lavori. E poi, chiamarlo solo “Sangiovese” è un po’ come chiamare un Picasso solo “dipinto”.
  • Riserva: Una ulteriore classificazione che implica un invecchiamento ancora più lungo. E un prezzo ovviamente più alto. Ne ho aperto una bottiglia per il mio compleanno quest’anno, una vera goduria.

La commissione di assaggio finale, poi, garantisce uno standard qualitativo elevatissimo. Un po’ come un’accademia segreta che custodisce i segreti del buon bere. Un’ulteriore garanzia per il consumatore.

Purtroppo non ho a disposizione statistiche precise sulle rese attuali, ma so che sono comunque basse, a garanzia della concentrazione aromatica. Il disciplinare è in continua evoluzione. Per dettagli più precisi, consultare il sito del Consorzio del Brunello di Montalcino. Anche mio zio, agronomo in pensione, potrebbe darti informazioni più precise.

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