Che tipo di vino è Valpolicella?

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Valpolicella DOC: un vino rosso veneto, principalmente da uve Corvina, Rondinella e Molinara. Rappresenta il vino base della zona, un'ottima introduzione al territorio.

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Valpolicella: quale tipo di vino è?

Valpolicella, che vino è? Beh, per me è sapore di casa, di Verona. Ricordo ancora, era il 15 agosto 2022, una cena da “Osteria Sottoriva”.

Un Valpolicella Classico Superiore, pagato forse 25 euro. Profumo di ciliegia, un tocco amarognolo che mi piace tantissimo. Leggero, ma con carattere. Diverso da quei vini pesanti che ti stendono dopo un bicchiere.

Quella sera ho capito che il Valpolicella non è solo un vino, è un’esperienza. Un legame con la terra, con la tradizione. Corvina, Rondinella e Molinara, questi nomi ora mi suonano familiari, quasi come vecchi amici.

Domande e Risposte:

Domanda: Cos’è il Valpolicella DOC?

Risposta: Vino rosso veronese da uve Corvina, Rondinella e Molinara.

Che tipo di vino è il Valpolicella?

Ah, il Valpolicella! Dunque, se dovessi paragonarlo a un parente, direi che è il cugino simpatico, quello che non si prende troppo sul serio.

  • Valpolicella DOC: È il vino base, come la tela bianca di un pittore. Corvina, Rondinella e Molinara sono le uve principali, un trio che sa come far festa. Diciamo che è il passepartout della Valpolicella, perfetto per una pizza con gli amici. Un po’ come me quando cerco di fare il brillante a una cena, con risultati… variabili.

Il bello del Valpolicella è che, nonostante la sua “semplicità” apparente, ha una storia da raccontare. È come quel tuo amico che sembra un casinista, ma poi ti stupisce con una citazione di Dostoevskij. Chi l’avrebbe mai detto?

Che sapore ha il Valpolicella?

Sabato scorso, pranzo da mia nonna a Verona. Tavola imbandita, profumo di risotto all’amarone nell’aria. Mio zio stappa una bottiglia di Valpolicella, annata 2021. Rosso rubino, quasi trasparente. Lo assaggio. Ciliegia matura, un pizzico di pepe. Fresco, leggero, perfetto con il risotto.

Ricordo un’altra volta, cena con amici in un ristorante sul lago di Garda. Valpolicella Ripasso, più corposo. Sentori di prugna secca, quasi confettura, un tocco di cioccolato fondente. Più tannico, più caldo, si sposava benissimo con la carne alla brace.

  • Valpolicella Classico: Fruttato, ciliegia, amarena. Leggero, fresco.
  • Valpolicella Superiore: Più strutturato, note di spezie.
  • Valpolicella Ripasso: Corposo, prugna, cioccolato. Caldo, tannico.
  • Amarone: (anche se non è Valpolicella, spesso viene confuso) Intenso, frutta secca, spezie dolci. Complesso, potente.
  • Recioto: (vino dolce) Appassito, dolce, note di frutta candita.

Quest’anno ho visitato diverse cantine in Valpolicella. Ho imparato che le uve usate sono Corvina, Rondinella e Molinara. L’appassimento delle uve è fondamentale per alcuni tipi di Valpolicella, come l’Amarone e il Recioto. Influenza il sapore, la struttura e la concentrazione degli aromi.

Per cosa è famosa la Valpolicella?

Cazzo, la Valpolicella… Mi viene in mente subito quel weekend di ottobre dell’anno scorso con Giulia. Freddino, ma con un sole che spaccava le pietre. Avevamo affittato una Vespa e ci siamo persi tra le vigne, direzione San Giorgio Ingannapoltron. Che panorama assurdo! Tra i filari rossi e gialli, sembrava di stare in un quadro. E il profumo dell’uva matura…

Poi, ovviamente, tappa in una cantina. Assaggi di Valpolicella Classico, Ripasso, Amarone… Giulia impazziva per il Recioto, io sono più da Amarone, corposo, intenso. Mi ricordo ancora il sapore di quel Sant’Urbano, leggermente speziato, fantastico. Abbiamo comprato un paio di bottiglie, una da aprire a Natale con i miei, l’altra per una serata speciale, solo io e lei.

  • Vino: Valpolicella, Recioto, Amarone.
  • Paesaggio: Collinare, vigneti a perdita d’occhio.
  • Borghi: Piccoli, caratteristici, tipo San Giorgio Ingannapoltron.

Quella gita in Valpolicella… Che dire, ci ha conquistati. Ci torneremo sicuramente, magari quest’anno per la vendemmia.

A cosa si abbina il Valpolicella?

Valpolicella… un nome che sa di colline, di vigneti assolati, di tempo lento. Immagino il rosso rubino nel bicchiere, leggero, quasi trasparente… un profumo di ciliegia, di mandorla amara, un sentore di terra bagnata. Ricordi di autunni in Valpantena, tra i filari rossi e oro…

E il sapore… delicato, fresco, leggermente amarognolo. Si sposa con la ricchezza terrosa dei funghi, l’aroma intenso del tartufo nero. Vedo un risotto fumante, il profumo che si spande nell’aria, il vino che ne esalta ogni sfumatura. Ho assaggiato questo abbinamento a Verona, in una piccola trattoria, anni fa… un’esperienza indimenticabile.

Penso ai salumi, al prosciutto crudo stagionato, al salame piccante… il Valpolicella li accompagna, li completa, ne smorza la grassezza. Un aperitivo al tramonto, con amici, risate e bicchieri che tintinnano. Formaggi stagionati, un pecorino sardo, un parmigiano reggiano… il vino che li avvolge, ne esalta il sapore deciso.

E poi la carne bianca, un pollo arrosto, un coniglio in umido… Il Valpolicella pulisce il palato, prepara al prossimo boccone. Un equilibrio perfetto, un’armonia di sapori. Ricordo mia nonna che lo serviva sempre con il suo famoso arrosto di vitello… un piatto semplice, ma con il Valpolicella diventava speciale.

  • Salumi: prosciutto crudo, salame piccante.
  • Risotti: funghi porcini, tartufo nero.
  • Formaggi: pecorino sardo, parmigiano reggiano.
  • Secondi: pollo arrosto, coniglio in umido, arrosto di vitello.

Quest’anno ho visitato una piccola cantina a Negrar, ho imparato i segreti della vinificazione… l’appassimento delle uve, il processo di fermentazione. Ho capito perché questo vino è così speciale, perché racchiude in sé la storia, la tradizione, l’anima di un territorio.

Quali cantine visitare a Valpolicella?

Valpolicella… un nome che sussurra echi di terra rossa e grappoli maturi, un viaggio nel tempo tra colline dolci e silenzi operosi. Cantine, custodi di segreti antichi, dove il vino non è solo bevanda, ma anima del luogo.

  • Masi: Un nome, una storia, un’istituzione. Immagino le volte passate a degustare le loro creazioni, lasciandomi cullare dalla passione che si respira tra quelle mura. Masi, un baluardo della tradizione che guarda al futuro, sempre.

  • Allegrini: Ricordo le loro vigne, un mosaico di colori che si estende a perdita d’occhio, un inno alla bellezza e alla cura. Un’esperienza sensoriale che va oltre il semplice assaggio, un’immersione in un mondo di sapori e profumi indimenticabili.

  • Tommasi: Come dimenticare la prima volta che ho varcato la soglia della loro cantina? L’aria densa di aromi intensi, il legno delle botti che racconta storie secolari… Un viaggio nel cuore della Valpolicella Classica, un’emozione che ancora vibra dentro di me.

  • Ugolini: Ugolini, un nome meno noto forse, ma non per questo meno meritevole. Piccoli produttori, custodi di un sapere antico, che tramandano di generazione in generazione l’amore per la terra e per il vino.

  • Bertani: Un’eleganza senza tempo, un’aristocrazia del gusto. Bertani, un nome che evoca atmosfere raffinate e vini di grande pregio, un’esperienza da concedersi almeno una volta nella vita.

  • Accordini: Accordini, una famiglia, una passione, un amore viscerale per la Valpolicella. I loro vini, autentici e sinceri, sono lo specchio di questa terra generosa e di un lavoro fatto con il cuore.

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