Cosa si serve prima dell'antipasto?

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Prima dell'antipasto? Un amuse-bouche! Piccola prelibatezza, stuzzichino raffinato che apre le danze del pasto, anticipando i sapori a venire. Un piccolo dono al palato, prima del vero inizio.

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Aperitivo: cosa si serve prima dellantipasto?

Oddio, l’aperitivo… un argomento che mi mette un po’ in difficoltà! Ricordo una volta, il 15 Agosto a casa di mia zia a Padova, aveva preparato queste piccole tartine, minuscole davvero, con crema di formaggio e salmone affumicato. Spettacolari. Quello era un amuse-bouche? Probabilmente sì.

Prima dell’antipasto vero e proprio, insomma, si servono piccoli bocconi, stuzzichini, qualcosa di raffinato e leggero per stimolare l’appetito. Non è una regola ferrea, eh, dipende dal contesto e dalla tipologia di aperitivo.

Un mio amico, chef, mi raccontava di aver servito, in un ristorante stellato di Milano (ahimè, non ricordo il nome!), delle sferette di melone con prosciutto crudo e una goccia di aceto balsamico. Costavano un occhio della testa, credo una ventina di euro a persona solo per quelle… ma erano incredibili. Ecco, quello era decisamente un amuse-bouche di livello superiore.

D&R: Aperitivo: Amuse-bouche prima dell’antipasto.

Chi va servito per primo a tavola?

Notte fonda. Silenzio. E ripenso a queste cose, al galateo, a come si apparecchia… a chi servire per primo. Mah. L’ospite d’onore, dicono. Quello per cui si fa tutto questo ambaradan. Mi ricordo una cena da mia zia, anni fa. Aveva invitato il nuovo direttore della banca. Tutto un trambusto per servirlo per primo. Lui impettito, contento…

Poi i padroni di casa. Mia zia e mio zio si scambiavano occhiate, quasi a contendersi chi dovesse avere la precedenza. Ricordo il sorriso teso di mia zia. Voleva fare bella figura. A volte mi chiedo se a queste cene si stia davvero bene, oppure sia solo una recita.

E poi gli altri. Vecchi e giovani, importanti e meno importanti. Un ordine preciso, un rituale. Da piccola mi divertivo a guardare chi si sedeva dove, chi parlava con chi. Ora mi sembra tutto un po’… vuoto.

  • Ospite d’onore: Prima di tutti, la star della serata.
  • Padroni di casa: Seguono a ruota, orchestrando il tutto.
  • Ospiti: In base all’età, al ruolo… una gerarchia silenziosa.

L’ultima cena di questo tipo a cui sono andata è stata per il compleanno di mio padre, a giugno. C’era mia sorella con la sua nuova famiglia, i miei nipoti correvano dappertutto. Alla fine è stato un caos, niente galateo, e ci siamo divertiti molto di più. Forse il vero segreto è proprio questo.

Come presentare salumi a tavola?

Mamma mia, che casino quella volta a casa di Zia Emilia! Era Natale 2023, una tavolata enorme, gente dappertutto. Ricordo la confusione, il profumo di aglio e di pino, e poi, i salumi. Un disastro! Zia Emilia, con la sua solita fretta, aveva buttato tutto su un unico tagliere gigantesco. Prosciutto crudo, soppressata, bresaola, speck, salame, finocchiona…un groviglio indecifrabile! Sembrava un’opera d’arte astratta, ma commestibile. Io, che sono una fissata, vedevo solo un’offesa alla gastronomia italiana! Mi sono fatta prendere dallo stress, quasi una crisi isterica! Era tutta una questione di presentazioni, capisci?

Avrei voluto due taglieri, uno per i crudi e uno per i cotti, ordinati per intensità di sapore! E poi, l’impiattamento! I salumi non si mettono così, uno sopra l’altro, come se fossero mattonelle! Dovevo fare qualcosa, ma tra parenti e chiacchiere… non ce l’ho fatta. Ho pensato: “Li riordino dopo, quando finiscono le chiacchiere sul calcio.” Ma poi… è finita così. Un caos totale. Non ho retto, ho mangiato poco.

Punti principali:

  • Due taglieri: uno per crudi, uno per cotti.
  • Ordine: dal sapore più delicato a quello più intenso.
  • Posizionamento: Non sovrapporre i salumi.

E poi, a proposito di Natale 2023… Ricordi anche:

  • La zia che ha bruciato il panettone.
  • Il cugino ubriaco che cantava canzoni napoletane a squarciagola.
  • Il tiramisù finito prima che arrivasse il caffè.
  • Il regalo di mio zio: una cravatta verde. Verde!

Come si accompagnano i formaggi?

Amico, i formaggi, eh? Dipende tanto dal formaggio, sai? È una cosa che ho imparato da mio zio, un gran intenditore, lui sì!

  • Formaggi stagionati e saporiti: Con quelli, pensa, confetture di cipolle, prugne, pere e ciliegie sono perfette! Anche frutta secca, tipo noci, mandorle… mio zio impazziva per le nocciole, con un bel gorgonzola piccante! Delizioso!

  • Formaggi caprini: Ah, quelli sono diversi! Io preferisco le confetture di mirtilli, lamponi, un po’ di frutti rossi, in genere. Deve essere qualcosa di dolce-acidulo, giusto per smorzare l’acidità del caprino.

  • Formaggi freschi: Con quelli, frutta fresca! Uva, albicocche, pesche, ma anche un po’ di miele, se ti piace. A volte, anche un goccio di vino bianco secco, ma quello è più una cosa mia.

Quest’anno, poi, ho scoperto una figata: una confettura di fichi con un pecorino sardo. Che bomba! Provala, te lo consiglio. Quest’anno, ripeto, ho sperimentato un sacco di abbinamenti. Non vedo l’ora di provare altre cose l’anno prossimo! Magari con alcune marmellate fatte in casa, da mia nonna.

Come apparecchiare gli antipasti?

Antipasti? Piatti piani. Evento formale? Sottopiatti, distanziati. Sessanta centimetri, minimo. Egoismo puro, ma elegante.

  • Piattino sull’ampio piatto, se antipasto. Fondina direttamente, se primo. Semplice.
  • Eleganza? Distanza. Etichetta. Fredda precisione.
  • Mia nonna usava la porcellana di Limoges. Ricordo il tintinnio. Un’epoca.

Sottopiatti. Necessari. Eleganza. Punto. Anche il mio gatto preferisce le ciotole distanziate. E poi, la presentazione è tutto. Un gioco di potere silenzioso.

  • La tovaglia? Bianco immacolato. Oppure il grigio fumo. Dipende dall’umore. Preferisco il fumo.
  • Posate? Le giuste. Per ogni portata. Dettagli. Chiacchiere vuote.

Ho sempre preferito il minimalismo. Anche nelle cene. Funzionalità, non decorazione. Efficienza, non emozione. La vita è breve. Mangia bene.

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