Qual è il formato di pasta che rende di più?
Ecco una risposta ottimizzata:
"Le penne rigate, nate a Genova nel 1865, si distinguono per la loro forma unica, che ricorda le penne da scrittura. Un formato versatile e amatissimo, ideale per trattenere ogni tipo di sugo."
Quale pasta rende di più in termini di resa?
Mmmh, pasta che rende di più… Difficile dirlo con certezza. Dipende tanto da come la cucini, sai?
Penne rigate? Sì, le conosco bene. Ricordo mia nonna, a Natale del 2018 a Roma, che ne preparava quintali per il pranzo di famiglia. Un pacco da un chilo, costa sui 2 euro al supermercato vicino casa sua, sparivano in un attimo!
A me, però, piacciono di più i formati più piccoli, tipo ditalini, per le minestre. Rendimento? Boh, non ci ho mai fatto caso. Forse le penne, con la loro forma, ingannano un po’ l’occhio, sembrano più “piene”.
Ma in realtà, dipende dalla ricetta e anche dalla marca di pasta! Ogni pastificio ha la sua ricetta, e quindi il peso varia un po’.
Domande e risposte:
Domanda: Quale pasta rende di più? Risposta: Dipende dal formato e dalla marca.
Domanda: Cosa si sa sulle penne rigate? Risposta: Inventate a Genova nel 1865.
Quale formato di pasta rende di più?
Beh, bando alle ciance, la pasta lunga vince a mani basse! Tipo spaghetti, bucatini, linguine… sembrano fili di Arianna che ti portano dritti dritti al regno della sazietà. Un piatto di spaghetti è come un’ancora per lo stomaco, ti tiene a galla per ore! A parità di peso da cruda, eh, non fate i furbi.
- Pasta lunga = pancia piena: più lunghe sono, più ti saziano. Semplice come la forma di un fusilli… beh, quasi.
- Addio languorino: con un bel piatto di spaghetti (o bucatini, che hanno pure il buchino per intrattenere il sugo, che gentili!), la fame scappa a gambe levate.
- Il mio segreto? Un filo d’olio a crudo (rigorosamente extravergine di oliva, prodotto dal mio amico Gino, un tipo toscano con le mani d’oro), una spolverata di parmigiano (stagionato 36 mesi, preso da Giovanni, il mio casaro di fiducia) e via, si vola!
E poi diciamocelo, avvolgere gli spaghetti alla forchetta è un’arte, un rito, una danza tribale che appaga corpo e spirito. Provate a fare lo stesso con le farfalle… un disastro, sembrano dei piccoli papillon impazziti nel piatto. L’anno scorso ho provato a farle arrotolare a mio nipote di 5 anni, sembrava stesse giocando a pesca miracolosa. Insomma, lunga vita alla pasta lunga! Quest’anno niente esperimenti, solo spaghetti aglio, olio e peperoncino.
Quali sono i formati di pasta più consumati al mondo?
Spaghetti. Filo sottile, adattabile. Un’idea di infinito, ripetuta nel piatto.
Penne. Rigate, trattengono. Come una memoria che non si vuole perdere. A che serve ricordare?
Fusilli. Spirale. Giri su se stessi, come la vita. Illusione di movimento.
Maccheroni. Tubi vuoti. Da riempire. Con cosa? Siamo solo contenitori.
Farfalle. Forma frivola. Un tentativo di bellezza in un mondo di amido. Decorazione inutile.
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Spaghetti: Simbolo di semplicità. Presenti in ogni dispensa. Il mio preferito con aglio, olio e peperoncino. Ricetta della nonna, tramandata a voce.
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Penne: Pratiche. Le uso spesso con pesto genovese fatto in casa. Basilico del mio terrazzo.
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Fusilli: Versatili. Li preferisco al dente, con ragù di cinghiale. Caccia di ottobre.
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Maccheroni: Confortevoli. Li ricordo con besciamella e funghi porcini. Raccolta autunnale, vicino al lago.
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Farfalle: Leggeri. Ideali con verdure di stagione. Orto di mio zio, coltivato senza pesticidi.
Oltre a questi, esistono innumerevoli formati. Ognuno una storia. Un piccolo universo di grano. L’Italia ne è piena. E il mondo li divora.
Quale pasta fa più volume?
Amici, che domanda! La pasta che gonfia di più? Mah, dipende! Sai, io ho fatto mille prove, con quella di mio nonno, che la fa sempre a mano, e con quelle del supermercato.
Penne rigate, quelle sono fantastiche! Un volume pazzesco, ti giuro. Assorbono un sacco di sugo, quelle sì che ti riempiono lo stomaco. Anche i paccheri, simili alle penne ma più grossi, fanno un effetto simile, un vero spettacolo!
Sai, ho notato una cosa: la pasta corta, quella tutta irregolare, è la migliore, da questo punto di vista. Le rigature, poi, sono fondamentali! Aumenta il volume, tengono di più il condimento.
Però, la farina, eh! Non è una cosa da sottovalutare. E pure la come la seccano, influisce sul risultato finale. Quella artigianale è un’altra cosa, ma costa un botto.
- Pasta corta e irregolare (es. penne rigate, paccheri)
- Rigature sulla pasta
- Tipo di farina
- Tecnica di essiccazione
Quest’anno ho scoperto una marca nuova, “Pasta del nonno Angelo”, biologica e fatta con grano Senatore Cappelli, incredibile! Gonfia un botto, pure quella, con un sapore…mamma mia!
Ah, quasi dimenticavo: la cottura, ovviamente, conta pure! Non esagerare, eh? Altrimenti diventa pappa. Questo è successo a me! Ahahahah!
Qual è il formato di pasta più venduto?
Ah, gli spaghetti! Re incontrastati della tavola italiana. Non c’è competizione, dominano le vendite.
- Universalità: Dalla carbonara romana allo spaghetto alle vongole napoletano, si adattano a tutto. Come diceva un mio vecchio professore di filosofia, “la vera saggezza è nell’adattamento.”
- Tradizione: Ogni regione ha la sua versione, il suo tocco segreto. Ricordo ancora gli spaghetti aglio e olio che mi preparava mia nonna, una cosa semplice, ma indimenticabile.
- Versatilità: Non solo sughi, ma anche insalate di pasta, frittate di spaghetti. Un formato che non si tira indietro davanti a nulla.
E chissà, magari un giorno gli spaghetti cederanno il trono a un altro formato, ma per ora, restano saldamente al comando. Un po’ come certi filosofi che, nonostante il tempo, continuano a farci riflettere.
Quale pasta raccoglie meglio il sugo?
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Pasta bucata: Maccheroni, penne, pipette… Hanno un buco dentro, un po’ come me a volte. Sembra banale, ma quella cavità fa la differenza. Il sugo ci si infila dentro, si nasconde, e poi… esplode in bocca.
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Tortiglioni e rigatoni: Sono rigati, pieni di scanalature. Sembra quasi che il sugo si aggrappi, che non voglia più andar via. Mi ricordano le rughe di mia nonna, ogni riga una storia. Lei sì che sapeva far attaccare il sugo… e le persone.
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Sugo con pezzi: Carne, verdure… più sono grossi i pezzi, meglio è. Il sugo deve essere denso, ricco, quasi pesante. Come i ricordi, quelli che ti tengono sveglio la notte. Mi viene in mente il ragù che faceva mio padre, ore e ore a cuocere… sembrava che ci mettesse dentro un pezzo della sua anima.
Quale pasta per quale sugo?
- Farfalle: Olio, verdure fresche. Leggerezza estiva. La felicità è una farfalla, dicevano.
- Mezze maniche rigate: Pomodoro. Burro. Carbonara. Classici intramontabili. Un mio amico le mangia solo con aglio e olio, eretico.
- Orecchiette: Cime di rapa. Pomodoro e ricotta. Sapori del sud. Ricordo ancora l’odore della ricotta fatta in casa di mia nonna.
- Pasta mista: Brodo. Minestrone. Zuppe. Pasta e fagioli. Piatto povero, ricco di storia. Come la vita.
- Farfalle: Perfette anche con pesto leggero o sughi di pesce delicati.
- Mezze maniche rigate: La rigatura cattura meglio il sugo. Ideali anche con ragù bianco di carne.
- Orecchiette: Ottime anche con sugo di salsiccia sbriciolata e funghi.
- Pasta mista: Varietà di formati, un inno alla diversità. A volte, la confusione è la chiave.
Info extra:
Quale pezzo di carne per il ragù?
Allora, per il ragù, la ciccia giusta è fondamentale! Io di solito uso il muscolo, sai, quello che chiamano anche locena o sottospalla, insomma, dal macellaio mi capiscono. Pezzi belli grossi, eh, tipo cinque, sei centimetri, così si insaporisce per bene. Una volta ho provato con pezzi più piccoli, ma non è la stessa cosa, viene meno saporito, meno… corposo.
Poi ci metto anche la pancia di manzo, quella un po’ grassa, che rende il sugo bello cremoso. Fondamentale il grasso. Certo, dipende anche dai gusti, mia nonna, per esempio, usava anche il magro di vitello, diceva che veniva più delicato. Ma io, boh, preferisco più… robusto! Poi, che altro… Ah, le tracchie! Costano poco e danno un bel sapore.
Muscolo/Locena/SottospallaPancia di manzoTracchie
A volte, quando voglio proprio fare una cosa speciale, aggiungo anche un po’ di salsiccia. Tipo quella luganega, saporita! La faccio rosolare prima a parte, poi la butto dentro col resto. Che te lo dico a fare, una bomba! L’altro giorno ho provato con un po’ di costine di maiale, è venuto una favola! Mamma mia, che fame che mi è venuta solo a pensarci… Insomma, con la carne puoi sbizzarrirti, basta che sia di buona qualità. Io vado sempre dal mio macellaio di fiducia, quello lì in via… vabbè, non mi ricordo il nome della via, ma è quello con la insegna rossa, insomma, quello bravo. Mi raccomando, carne di qualità, mi raccomando! E poi, pazienza, tanta pazienza. Il ragù vuole il suo tempo, eh! Non avere fretta.
Qual è il formato di pasta più sottile?
Linguine, sì, le linguine. Ricordo ancora quando ero bambina, a Genova, dalla nonna. Ogni domenica era linguine al pesto.
- Il pesto, fatto in casa, ovviamente, con il basilico del suo orto. Quel profumo…
- E le linguine, così sottili, si riempivano di pesto.
- Non so perché, ma mi sembravano le più buone del mondo.
Lei diceva sempre che la loro forma piatta, diversa dagli spaghetti, era perfetta per “acchiappare” tutto il sapore. Forse aveva ragione, forse era solo l’amore della nonna, ma… erano le linguine perfette. Ancora oggi, quando le mangio, mi torna in mente lei. Che magia la pasta!
Poi, crescendo, ho capito. La superficie maggiore delle linguine, quelle alette ai lati, rilasciano più amido. Questo aiuta il sugo, soprattutto il pesto, a creare quella cremina deliziosa che tanto amavo. La nonna lo sapeva già, ovviamente, aveva il segreto!
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