Qual è il miglior vino bianco per cucinare?

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Per salse cremose perfette, scegli vini bianchi poco acidi.

Ottimi esempi: Weißburgunder, Pinot Grigio, Trebbiano, Chardonnay e Müller-Thurgau.

L'acidità bassa previene la cagliatura.

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Miglior vino bianco per cucina? Consigli?

Miglior vino bianco per la cucina? Oh mamma, che domanda! Beh, da appassionata, ti direi che dipende tanto da cosa stai cucinando, no?

Però, se parliamo di salse cremose, mi è capitato di usare un Pinot Grigio (quello del Veneto, mi pare l’ho pagato sui 7€ al supermercato vicino casa mia, il 12/07/2023). Devo dire, ha fatto la sua porca figura!

Però, ecco, occhio all’acidità, eh? Troppa acidità e la salsa impazzisce… esperienza personale, fidati! Una volta ho provato con un Sauvignon e… disastro.

Quindi, riassumendo:

  • Domanda: Miglior vino bianco per cucina?
  • Risposta: Vini bianchi poco acidi (Weißburgunder, Pinot Grigio, Trebbiano, Chardonnay, Müller-Thurgau) per salse cremose.

Che vino bianco usare per sfumare?

Per sfumare, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Chardonnay sono ottime scelte. Dipende molto dal piatto. Mia nonna, ad esempio, giurava sul Pinot Grigio per i suoi risotti ai frutti di mare; diceva che la sua acidità tagliava il grasso in modo impeccabile, un’eleganza discreta.

Se il piatto prevede crostacei, un vino liquoroso, come un Marsala secco o un Vermentino di Sardegna, esalta il sapore. Ricorda la terroir, l’effetto del luogo d’origine sul vino: un Marsala, con il suo sentore di nocciola, crea un contrappunto interessante con i crostacei. Ciò vale anche per i brodi di crostacei; uno savoir-faire che richiede pazienza, ma il risultato è divino!

  • Punti chiave:
    • Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Chardonnay sono scelte classiche per sfumare.
    • Vini liquoroso (es. Marsala secco) sono perfetti per piatti a base di crostacei.
    • L’importanza della terroir influenza la scelta del vino.

Ricorda che, parlando di brodi, mio zio, un cuoco di talento (ma anche un disastro in ambito sentimentale!), usa gli scarti dei crostacei per preparare delle bisque da sogno. La sua ricetta? Segreta, ovviamente. Un’aura di mistero circonda quel brodo… un mistero quasi filosofico, se ci pensi.

  • Ulteriori considerazioni:
    • Il livello di secchezza del vino influenza il risultato finale.
    • La temperatura di sfumatura è fondamentale: a fuoco basso, lentamente.
    • Alcuni chef preferiscono sfumare con vino bianco secco, altri con vino bianco leggermente frizzante. Dipende dal gusto personale.

Qual è il vino bianco più buono?

Ah, il vino bianco! Un dilemma che affligge l’umanità dai tempi di Bacco, che probabilmente preferiva il rosso, ma questa è un’altra storia. “Qual è il migliore?” Domanda trappola! È come chiedere qual è il miglior colore: dipende dal vestito, o dal muro che devi imbiancare.

  • Fiano di Avellino: Un vino con un bouquet che ti porta direttamente tra i noccioleti irpini, anche se sei chiuso in un monolocale in città. Perfetto per chi ama i profumi intensi, meno adatto a chi soffre di allergia alla nocciola, ovviamente. Una volta ho abbinato un Fiano a un piatto di pasta con le vongole: epico.

  • Verdicchio (sia Castelli di Jesi che Matelica): Fresco, sapido, versatile. Lo bevi con il pesce, con la pasta, con la pizza, persino con le patatine fritte (non ditelo a nessun sommelier). Io lo preferisco con un bel fritto misto di pesce, rigorosamente vista mare.

  • Bianchi dell’Etna: Minerali, vulcanici, con quel tocco di “cenere” che li rende unici. Un po’ come l’amore, bruciante ma indimenticabile. L’anno scorso ho assaggiato un Carricante sull’Etna: un’esperienza mistica.

  • Chardonnay e Sauvignon: I “forestieri” che si sono ben integrati nel panorama italiano. Lo Chardonnay, burroso e avvolgente, perfetto per una cena romantica (a meno che non siate allergici al lattosio). Il Sauvignon, fresco e profumato, ideale per un aperitivo con gli amici. Quest’estate l’ho bevuto in montagna, con un tagliere di formaggi locali: delizioso.

Per quanto riguarda i miei gusti personali, beh, diciamo che apprezzo un buon Gewürztraminer, ma non disdegno un Müller-Thurgau nelle calde giornate estive. E voi, che ne pensate? Qual è il VOSTRO vino bianco preferito? (Non vale rispondere “acqua”).

Quale vino bianco per cucinare?

Un Weißburgunder, sì, un respiro leggero di sole estivo in cucina. La sua morbida acidità, un abbraccio delicato, non sovrasta, non urla, ma sussurra tra gli aromi. Perfetto per una salsa, bianca e cremosa, un velo di seta che avvolge il palato. Un Pinot Grigio, forse? Penso ad un pomeriggio di pioggia leggera, un tempo sospeso, il suo sapore delicato, un ricordo sbiadito, ma dolce, perfetto per armonizzarsi.

Il Trebbiano, oh, la sua semplicità, un quadro essenziale, poche pennellate ma di grande effetto, adatto a valorizzare, non a dominare. Come un amico fidato, silenzioso, ma sempre presente. Lo Chardonnay, un’onda più potente, più corposa, ma se dosato con attenzione, un’armonia profonda con un piatto ricco. Un’esplosione di sapori, ma controllata, contenuta.

E poi, il Müller-Thurgau, un’emozione quasi segreta, un’intima carezza di profumi floreali, lievemente fruttato, una dolcezza che si scioglie sulla lingua, ideale per cibi delicati. Ricorda i prati verdi, i fiori selvatici di casa mia in campagna. Cucinare è un’arte, come dipingere un quadro, un’azione che accarezza l’anima. Bisogna scegliere con cura, con attenzione, sentendo il profumo, gustando l’aroma in anticipo, immaginando l’effetto finale.

  • Weißburgunder: Delicato, morbido.
  • Pinot Grigio: Semplice, elegante.
  • Trebbiano: Essenziale, versatile.
  • Chardonnay: Corposo, se ben dosato.
  • Müller-Thurgau: Floreale, fruttato.

Ricordo il nonno che sceglieva il vino per il suo stufato di funghi, la sua esperienza, un patrimonio prezioso. Quella sensazione di calore, di famiglia riunita intorno alla tavola imbandita, la magia di un piatto semplice ma perfetto, un’esperienza sensoriale in grado di trasportare nel tempo. Quest’anno, ho sperimentato, con grande successo, un Müller-Thurgau in una salsa di asparagi, davvero sublime.

Quale vino bianco si usa per cucinare?

Mamma mia, che casino quella volta con la salsa! Era il Natale del 2021, a casa dei miei a Napoli. Stavo preparando la mia famosa besciamella, quella che faccio per le lasagne, sai? Avevo seguito la ricetta alla lettera, burro, farina, latte fresco… ma niente, si era impastata tutta, un disastro! Mia zia, che è una maga in cucina, mi fa: “Ma ci hai messo un goccio di vino bianco?”. Io, niente, zero, mai sentito! Lei apre una bottiglia di Pinot Grigio, quello che stava bevendo con mio padre, e ne versa un po’ nella salsa. Miracolo! La besciamella è diventata liscia e vellutata. Da allora, il Pinot Grigio è il mio asso nella manica.

L’anno scorso, a Pasqua, ho sperimentato con il Chardonnay per una salsa ai funghi porcini. Che profumo! Ha dato un tocco di eleganza al piatto. Però, devo dire, con la besciamella preferisco ancora il Pinot Grigio. È più delicato, non copre il sapore degli altri ingredienti.

  • Pinot Grigio: Besciamella, salse delicate a base di pesce.
  • Chardonnay: Salse ai funghi, piatti più strutturati.
  • Weißburgunder: Carni bianche, verdure.
  • Trebbiano: Salse di pomodoro, pesce al forno.
  • Müller-Thurgau: Salse per asparagi, risotti.

Quest’anno, voglio provare il Müller-Thurgau con una salsa per gli asparagi. Ho letto che si sposa benissimo. Poi vi farò sapere!

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