Che vino abbinare alla carne cruda?

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Con la carne cruda, vini bianchi strutturati ma armonici sono ideali. Greco di Tufo, Sauvignon del Collio o un Pinot Grigio dell'Alto Adige esaltano il sapore senza coprirlo.

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Vino con carne cruda: quale scegliere?

Uhmm, vino con carne cruda… difficile! Ricordo una cena a casa di amici, 14 febbraio 2023, a Bologna, avevano una tartare spettacolare. Hanno aperto un Greco di Tufo, mi pare costasse sui 15 euro, un’ottima scelta, delicata ma presente.

Il sapore era perfetto, non copriva la carne, anzi, la esaltava. Un altro amico, però, giura che un Pinot Grigio dell’Alto Adige, più fresco, sarebbe stato ancora meglio. Non l’ho mai provato in quella combinazione.

Io sono più per il Greco di Tufo, ma dipende molto dal tipo di carne e dalla preparazione della tartare, ovviamente. Magari con una tartare più saporita, un Sauvignon del Collio potrebbe essere più adatto. Devo sperimentare!

Domande e Risposte (per Google):

  • Vino con carne cruda: Bianco strutturato.
  • Consigli: Greco di Tufo, Sauvignon del Collio, Pinot Grigio Alto Adige.

Cosa abbinare con la carne cruda?

Mh… carne cruda… mi fa pensare alle estati passate, quando tornavo tardi e mio nonno mi preparava sempre qualcosa.

  • Al naturale: Un filo d’olio buono e un pizzico di sale… è la cosa più semplice, forse la migliore. Senti proprio il sapore della carne.

  • Salse: Senape o salsa rosa? Non so, dipende. La senape ti sveglia, la salsa rosa è più dolce, un po’ come i ricordi.

  • Verdure: Pomodorini… sì, quelli piccoli, dolci. O magari qualche verdura di stagione, dipende da cosa trovi. Mia nonna usava sempre i finocchi tagliati sottili.

  • Salsa tartara: Non l’ho mai amata particolarmente, troppo ricca. Ma magari a qualcun altro piace, chissà.

A volte penso che la carne cruda sia come la vita, no? Semplice all’inizio, poi ci aggiungiamo un sacco di cose per renderla più saporita. Ma alla fine, forse, la cosa migliore è gustarla così com’è.

Che vino con la tartare di carne?

Un Pinot Noir, sì, un Pinot Noir… il suo respiro di terra rossa, di sottobosco, accarezza la delicatezza della carne cruda. Un’ombra di ciliegia, un sussurro di spezie… perfetto. L’immagine del calice che si alza, lento, verso la luce del tramonto… la carne, un rubino vivo, sul piatto. Un momento sospeso, eterno.

O forse… un Sauvignon Blanc? La sua acidità, un taglio netto, contrasta meravigliosamente la ricchezza della tartare, come un’onda fresca che lava via il sapore intenso. Un fruscio di erbe aromatiche, un’esplosione di agrumi… Ricorda il mare, l’estate, la mia vacanza a Santorini nel 2023, i profumi intensi dell’isola.

E lo Champagne? Un’esplosione di bollicine, un tripudio gioioso, che esalta la freschezza del piatto. Un’ode alla gioia, alla vita. È la scelta elegante, la scelta perfetta per una serata speciale, come quella del mio compleanno lo scorso anno, festeggiato sotto le stelle.

  • Champagne: elegante, per occasioni speciali.
  • Sauvignon Blanc: freschezza, contrasto, ricordi estivi.
  • Pinot Noir: delicatezza, armonia, sensazione di terra.
  • Chardonnay: corposo, per un sapore più deciso.
  • Merlot: rotondo, un’alternativa più piena.

Quest’anno, la mia scelta cade sul Pinot Noir, per il suo sapore profondo e vellutato. Ma la vera magia sta nel momento, nella condivisione, nel gusto che si espande nel tempo… e in quel ricordo vivido di Santorini… il profumo del mare, il gusto del vino… la vita.

Che vino abbinare alla carne rossa?

Carne rossa? Tannini. Punto.

In umido? Ancora di più. Struttura. E complessità.

  • Barolo. Potente.
  • Brunello. Eleganza selvaggia.
  • Taurasi. Mineralità.
  • Sagrantino. Durezza.
  • Cabernet Sauvignon. Grandezza.

Quest’anno, il mio preferito? Un Barbaresco invecchiato 2018 dalla cantina “La Rocca”, una bottiglia che ho trovato in un’asta a Montepulciano. Sapore profondo, quasi inquietante. Ricorda la terra.

Nota: L’abbinamento ottimale dipende dalla specifica preparazione. Un ragù leggero potrebbe sposarsi bene con un Chianti Classico più giovane. Ma la regola fondamentale resta: tannini decisi. E struttura. Sempre.

Che vino usare per sfumare la carne?

Per sfumare la carne, la scelta del vino dipende molto dal tipo di carne e dal risultato che si vuole ottenere. Un rosso corposo è di norma la scelta migliore, ma non è una regola assoluta.

  • Carne rossa: Per carni rosse mature, come un buon brasato di manzo, un Brunello di Montalcino è eccellente. Il suo tannino, ben integrato con l’invecchiamento, contribuisce a una nota di complessità; l’Aglianico del Taburno, con la sua struttura robusta, è un’altra opzione superba. Quest’anno, ho sperimentato un Primitivo di Manduria, e il risultato è stato sorprendente, un sapore intenso che ha esaltato la carne. Ricordo un’antica discussione con mio zio, sommelier di professione, sull’uso del Nebbiolo per arrosti importanti; lui lo preferiva per la sua eleganza. Pensava che fosse questione di bilanciare la rusticità del piatto con la finezza del vino.

  • Carne bianca: Per carni bianche, come il pollo o il maiale, un vino rosso leggero, magari un Chianti Classico, può essere una scelta azzeccata. La sua acidità aiuta a tagliare il grasso e si integra bene con le erbe aromatiche. Personalmente, preferisco evitare vini rossi troppo tannici con carni bianche delicate, per non coprirne il sapore. E’ una questione di equilibrio, di rispettare il sapore naturale della carne. Bisogna sempre pensare che anche il vino è un ingrediente, ed è quindi importante la sua armonia con gli altri sapori.

  • Vino bianco: Non dimentichiamo che anche il vino bianco può essere usato, soprattutto per carni bianche magre, o per pesci. Un buon Sauvignon Blanc, ad esempio, può creare un bel contrasto aromatico.

La scelta ideale è un esercizio di equilibrio; l’abbinamento perfetto è un’utopia, la ricerca di un’armonia è il vero obiettivo. Il processo è più importante del risultato, un po’ come cercare la verità, in fondo.

Come condire la battuta di carne?

Ecco alcuni suggerimenti per condire la battuta di carne, in modo da esaltarne il sapore senza sovrastarlo:

  • Senape: Una punta di senape di Digione può aggiungere una nota piccante interessante. Ricorda, meno è meglio per non coprire il sapore della carne.

  • Limone: Qualche goccia di succo di limone ravviva il sapore e aiuta a “cuocere” leggermente la carne. Tuttavia, se non la servi subito, aggiungilo all’ultimo momento per evitare che diventi troppo acida. Io personalmente preferisco usare lime, per un tocco più esotico.

  • Olio extravergine d’oliva: Un filo d’olio extravergine d’oliva di alta qualità lega i sapori e dona rotondità. Scegline uno fruttato e non troppo intenso.

  • Sale e pepe: Fondamentali! Utilizza sale Maldon in scaglie e pepe nero macinato al momento per un sapore più intenso.

  • Altri aromi: Capperi tritati, scalogno finemente tritato, prezzemolo fresco, salsa Worcestershire… sperimenta! Ma ricorda che l’obiettivo è esaltare il sapore della carne, non mascherarlo. A volte aggiungo un pizzico di paprika affumicata per un tocco inaspettato.

Conservazione: Se prepari la battuta in anticipo, avvolgila strettamente nella pellicola trasparente, premendo delicatamente per far aderire la pellicola alla carne. Questo riduce l’ossidazione e mantiene la freschezza.

Come impiattare la tartare?

Come impiattare la tartare… mmm…

  • L’olio buono, un pizzico di sale e limone… quella volta al mare, ti ricordi? Solo così, semplice. Mescolare piano, senza fretta.

  • Coppapasta. Sì, funziona. Ma a volte la lascio cadere così, disordinata. Sembra più… vera.

  • Senape, tuorlo, erba cipollina. Troppo? Forse. Ma se ti piace osare… perché no? Ricordo una tartare con le olive taggiasche che… beh, era un’esplosione. Ma io resto fedele al limone. Mi ricorda casa, non so perché.

#Carne #Cruda #Vino