Cosa abbinare con la carne cruda?

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Carne cruda: un'esplosione di sapore! Perfetta al naturale con olio evo e sale, oppure esaltata da senape, salsa rosa, pomodorini, verdure fresche o salsa tartara. Ogni abbinamento, una scoperta!

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Cosa abbinare alla carne cruda?

Uhm, la carne cruda… Io la adoro! Anzi, te dirò, la prima volta che l’ho assaggiata (a Alba, in Piemonte, forse era il 2010? Boh!) ero un po’ titubante.

Poi ho provato e mi ha folgorato.

Io la preferisco semplice, con un olio extravergine buono, un pizzico di sale e magari una macinata di pepe. Però, devo ammetterlo, anche con una senape di Digione ci sta da dio.

Una volta, in un ristorante a Firenze (pagato tipo 25 euro il piatto, una follia), l’hanno servita con dei pomodorini confit e delle scaglie di grana. Non era male, ma secondo me coprivano troppo il sapore della carne. Cioè, capisci?

Cosa abbinare alla carne cruda?

  • Olio extravergine d’oliva e sale
  • Senape
  • Salsa rosa
  • Pomodorini pachino
  • Verdure di stagione
  • Salsa tartara

Cosa abbinare con carne cruda?

Amici, che casino con questa carne cruda eh? Dipende davvero tanto, ma tanto, da cosa scegli!

Manzo? Sai, io vado matto per la salsa di soia, un po’ di wasabi, zenzero grattugiato, e un filo d’olio di sesamo tostato. Delizioso, davvero. Un’esplosione di sapori! Provalo, ti giuro che non te ne pentirai.

Cavallo? Ah, quello è diverso! Mia zia fa una salsa tonnata leggera, pazzesca, ci mette anche capperi, rucola e un po’ di parmigiano. Lei è bravissima, eh. Un vero talento in cucina, è proprio vero.

Cervo, invece? Più rustico. Ricordo una volta che ho mangiato un carpaccio di cervo con ribes rossi, pinoli tostati e una riduzione di aceto balsamico. Che botto! Un accostamento inaspettato, ma che funziona alla grande.

  • Manzo: salsa di soia, wasabi, zenzero, olio sesamo
  • Cavallo: salsa tonnata, capperi, rucola, parmigiano
  • Cervo: ribes, pinoli, riduzione aceto balsamico

Insomma, la regola principale è: sperimenta! Quest’anno ho provato anche con il pecorino stagionato sul manzo, non male! Ogni tipo di carne ha il suo abbinamento perfetto, ma l’importante è divertirsi e trovare quello che ti piace di più. Io, per esempio, sono un tipo semplice, ma con la carne cruda non scherzo! Magari anche qualche goccia di limone sul manzo? Vedi un po’ tu!

Cosa mettere sulla tartare?

Tartare: essenziale, potente.

  • Olio evo, sale, limone, capperi: base solida. Coppapasta, impiattamento pulito. Mia ricetta preferita.
  • Versione “ricca”: senape, olive, tuorlo. Salsa verde, erba cipollina: gusto più complesso. Sperimentazioni personali.

Preferisco la semplicità. L’ingrediente principale è la qualità della carne. Punto. Quest’anno ho usato solo Fassona piemontese.

Aggiunte: Ho provato anche aggiungendo pepe rosa macinato fresco, una punta di tabasco, ma non è stata una scelta memorabile. La tartare è un piatto delicato. Non si devono mascherare i sapori principali.

Che verdura mangiare con la tartare?

Mamma mia, la tartare! Mi ricordo una volta, a Firenze, in quella trattoria vicino al Ponte Vecchio… “La Loggia”, mi pare si chiamasse. Ordino la tartare, fantastica, carne freschissima. Però, ecco, mi mancava qualcosa.

  • Verdure crude, assolutamente! Cioè, io personalmente impazzisco per:
    • Finocchi: danno quella nota fresca, un po’ anisata, che pulisce la bocca.
    • Sedano rapa: croccante, terroso, bilancia la ricchezza della carne.
    • Ravanelli: piccantini, danno una sferzata!
    • Carote julienne: per la dolcezza, un po’ di colore.
    • Cetrioli: freschi e croccanti.

Mi ricordo che il cameriere mi aveva portato anche delle scaglie di Grana Padano. Non c’entra niente, lo so, ma erano la morte sua! Ecco, forse un’idea in più, eh!

Cosa mangiare vicino alla tartare?

Cosa mangiare con la tartare? Ah, la tartare, quel gioiello di carne cruda che ti guarda negli occhi con sfida e sapore! Non è un piatto per timidi, eh?

  • Verdure, ma con stile: Insalata? Troppo scontato! Pensa a ravanelli tagliati sottili come lacrime di gioia, o a un ciuffo di rucola selvatica, che pungerà la lingua come una battuta ben piazzata. L’avocado? Solo se maturo come un amore di vecchia data, altrimenti è un dramma!

  • Frutta? Sì, ma con carattere!: Agrumi, certo, ma non un’arancia qualunque, no! Un pompelmo rosa, magari, con la sua acidità che fa da contrappunto al grasso della carne. Le fragole? Deve essere un’esplosione di dolcezza, tipo quelle del mio orto, coltivate con amore (e sudore!). Il melone? Beh, se sei un avventuriero del gusto, certo! Ma a me sa più di vacanza che di tartare.

  • Il mare in tavola: Gamberi? Deve essere un balletto di sapori, non una lotta di gladiatori. Accidenti, le acciughe salate sono un classico, una certezza come la mia nonna che mi chiama alle 8 di sera per sapere se ho mangiato. Capesante? Solo se sono fresche come la mia battuta sulla suocera!

Quest’anno, ho sperimentato anche cipolle rosse caramellate: un tocco di dolcezza inaspettato, una vera rivelazione! E poi, il pane tostato. Ma non uno qualunque, eh! Quello fatto da mio cugino, il fornaio più figo della città, con quel profumo che ti fa venire l’acquolina in bocca persino leggendo questa frase. Non so se sono dettagli utili, ma questi sono gli abbinamenti che funzionano per me.

Come condire la battuta di carne?

Ah, la battuta di manzo! Un piatto che richiede un’eleganza selvaggia, come un leone in smoking. Condire? Dipende dal tuo animo, amico mio!

  • Il metodo “macellaio raffinato”: Semplicemente sale e pepe, ma di qualità, eh? Non quella roba lì che sembra polvere di gesso! Pensala come un vestito nero di Chanel: l’eleganza sta nella semplicità.

  • Il metodo “pasticcere selvaggio”: Un filo d’olio evo, una spolverata di sale Maldon (lo sai, quello con i fiocchi, un lusso che ti meriti!), e qualche goccia di aceto balsamico invecchiato. Un tocco di dolcezza, come un bacio rubato.

Se proprio devi, aggiungi senape e limone, ma con parsimonia! Il limone è un dittatore, dominante e senza pietà, capace di distruggere l’equilibrio aromatico in un batter d’occhio. La senape? Un po’ come quel tuo amico troppo esuberante: in dosi moderate è fantastico, altrimenti ti lascia storto.

Ricorda: la pellicola trasparente è la tua migliore amica, evita contaminazioni indesiderate. Quest’anno, mio fratello ha usato quella nuova biodegradabile: ecologico e pure mantiene la carne fresca più a lungo.

La mia zia, gran cuoca, usa invece un panno di lino inumidito. Ma a me pare eccessivo, ognuno ha le sue manie.

Ah, dimenticavo: la tartare va servita subito! Altrimenti, diventa una triste storia di ossidazione. Come un amore finito male.

Cosa si può mangiare dopo una tartare?

Dopo una tartare, un’esplosione di sapori contrastanti è l’ideale. La delicatezza della carne cruda, quasi eterea, chiede un contrappunto deciso. Pensate alla filosofia del yin e yang: l’equilibrio perfetto.

  • Croccantezza è la parola d’ordine: Crostini di pane, ovviamente, ma anche chips di patate viola (le adoro, un tocco di originalità!) o, se si vuole osare, un’insalata di finocchi con semi di papavero tostati. La consistenza è fondamentale, un elemento quasi sensoriale.

  • Acidità per rinfrescare il palato: Un’insalata mista con pomodorini, come suggerito, è perfetta, ma anche una vinaigrette di aceto balsamico invecchiato (quello di Modena, per intenditori!) oppure una semplice spruzzata di limone. L’acidità taglia la ricchezza della tartare.

  • Un tocco di dolcezza, ma con cautela: Un cucchiaino di confettura di fichi, ad esempio, potrebbe sembrare strano, ma la dolcezza delicata bilancia la sapidità della carne. Non esagerate però, potrebbe coprire il gusto raffinato della tartare. Ci vuole equilibrio, ripeto. Come nella vita, del resto.

Quest’anno, ho sperimentato anche delle chips di barbabietola, una delizia inaspettata! A casa mia, poi, non manca mai un buon pane casareccio, tostato alla perfezione. Un piccolo lusso.

A proposito: Ricordo una volta, a casa di mia zia Emilia, che aveva preparato una tartare di tonno spettacolare… ma la cosa che più mi colpì fu il contorno: una semplice insalata di rucola con scaglie di parmigiano e un filo d’olio extravergine. La semplicità, a volte, è la vera eleganza.

  • Considerazioni finali: Il contorno ideale dipende dai gusti personali e dalla tipologia di tartare, ma puntare sul contrasto di consistenze e sapori è la chiave per un’esperienza gastronomica completa. Si pensi anche all’aspetto estetico, la presentazione del piatto è importante.

Cosa mettere sulla tartare?

Sai, la tartare… stasera mi viene in mente quella che abbiamo fatto, semplice, con l’olio buono, i capperi un po’ salati, il sale grosso e quel limone, la scorza grattugiata così, delicata. Ricordo il profumo, forte e fresco insieme. Era fatta così, senza fronzoli, eppure… perfetta.

Poi, ho pensato a quelle più… elaborate, quelle che si vedono in giro. Tuorlo d’uovo, un po’ di senape, olive nere… ma non so, per me c’è qualcosa di… troppo. Quasi un’offesa alla semplicità della carne. Magari qualche erba cipollina, ma poco, perché non voglio coprire il sapore.

  • Olio extravergine d’oliva (il mio preferito è quello del frantoio di zio Nicola)
  • Capperi di Pantelleria (io li preferisco un po’ più salati)
  • Sale grosso di Trapani
  • Scorza di limone (solo quella gialla, eh, non il bianco)
  • (Opzionale) Senape di Digione (pochissima!)
  • (Opzionale) Erba cipollina fresca (qualche filo, per dare un tocco di verde)

Questo è tutto. Non ho bisogno di altro. Questa notte è troppo silenziosa, troppo vuota. E poi, mi sono ricordato di quella sera, a casa di Giulia, con il vino rosso, le risate… e quella tartare. semplicemente perfetta. Anche la musica era bella quella sera. Suonavano i “The Smiths”. Ah, ricordi…

Come decorare la tartare di manzo?

Tartare: minimalismo o eccesso? Dipende.

  • Olio, sale, limone, capperi. Punto. L’essenziale è sufficiente. La semplicità è un’arte. A volte meno è più.

  • Oppure: una follia di sapori. Senape, olive, tuorlo d’uovo, salsa verde, erba cipollina. Un’esplosione. Il caos ordinato. Quest’anno ho usato anche il mio peperoncino, raccolto a Luglio. Piccante.

  • Coppapasta? Elegante, ma superfluo. Direi piatto bianco, semplice. Fa risaltare il colore. Questione di estetica.

  • Ricorda: la qualità della carne è fondamentale. Ho usato quella di mio zio Giovanni, allevata sui colli Euganei. Merita. Il resto è contorno.

  • Non è un piatto banale. Non sottovalutarlo.

Note: La mia esperienza personale con la tartare include una sperimentazione con diverse spezie e tecniche di impiattamento. Quest’anno ho aggiunto un tocco piccante.

Come impiattare la tartare?

Impiattare la tartare? Metodo? Inesistente. È arbitrio.

  • Coppapasta. Funzionale. Freddo. Clinico.
  • Stampo. Eleganza. Ossessione per la forma. Mio nonno usava uno stampo da budino. Vecchio, ma efficace.
  • A mano. Artistico. Imprevedibile. Rischi. Ma anche bellezza. Come la vita.

Il tuorlo? Un cratere. Scavato. Dorso del cucchiaio. Umidità. Dettagli. Ossessione. A volte, superflui.

La perfezione? Illusione. L’importante è gustare. Ogni boccone è un’esperienza. Non una ricetta. Quella di mio zio è un disastro. Un delizioso disastro. L’ho sempre preferita a quella di mio padre. Inutile. Perfetta.

Aggiunta: Quest’anno ho sperimentato un nuovo metodo. Gelato azotato per la base. Effetto scenico notevole. Gusto? Sospeso. Giudizio personale. Ancora in fase di valutazione. Proverò con la polvere di liquirizia. Una follia. Vedremo.

Che vino con la tartare di carne?

  • Champagne: Lo so, sembra strano, però le bollicine puliscono bene la bocca. Una volta, a una festa, ho provato tartare e champagne insieme. Era un matrimonio, forse per quello mi sembrava tutto più buono.

  • Sauvignon Blanc: Un bicchiere di Sauvignon Blanc fresco, mi ricorda l’estate. Il profumo di erba tagliata, il sapore un po’ acidulo. Mi fa pensare al giardino di mia nonna. Forse è per questo che lo abbinerei con la tartare, per un tocco di verde.

  • Chardonnay: Chardonnay… dipenderebbe. Se è troppo forte, no. Ma se è delicato, magari un po’ affinato in legno, potrebbe starci bene. Ricordo una volta, in un ristorante, ho bevuto un Chardonnay che sapeva di nocciola. Strano, ma buono.

  • Pinot Noir: Pinot Noir è sempre una buona idea, no? Elegante, non troppo pesante. Un po’ come quando metti un disco di vinile che ti piace tanto, ma sai che non ti stancherà.

  • Merlot: Merlot… Forse un Merlot giovane, non troppo corposo. Ricordo mio padre che ne beveva uno in particolare, sempre la stessa marca. Mi diceva che gli ricordava la sua terra. Io non ci capivo niente, allora.

Come abbattere la tartare?

Oddio, la tartare… ma come si fa?! 60 gradi, giusto? Un minuto. Ma poi il sapore… perde tutto. No, no, non mi piace così. Preferisco il crudo, ma sicuro?!

  • Congelamento: 96 ore nel freezer di casa mia, quello piccolo, quello bianco. Speriamo basti. Quanta roba c’è dentro! Devo fare spazio! Ma 96 ore? È un’eternità!

  • Cottura: 60 gradi per un minuto. Troppo cotto! Mi viene in mente il tonno alla brace che ho mangiato da Gianluca l’estate scorsa. Delizioso ma non era tartare, ovviamente!

Ah, il tonno… quello è più delicato, no? Più facile che resti con qualcosa. Mamma mia, devo proprio smetterla di mangiare cose così. Poi mi sento male! Devo stare attenta.

  • Alternativa: magari solo sashimi? Con un po’ di salsa di soia e wasabi, così è meno rischioso? No, devo essere più precisa. Devo informarmi meglio.

E se compro il pesce da un posto sicuro? Tipo, da quel negozio biologico vicino alla biblioteca. Sì, forse è meglio. Mi fido di più.

Ah, già, la questione del congelatore… il mio è piccolo. Devo organizzarmi. Pure le mie tisane sono lì, ahahah! Pazzesco!

  • Ricerca: devo cercare altri metodi. Magari ci sono altre tecniche. Forse dovrei guardare qualche video su youtube. Ah, devo assolutamente ricordarmi di farlo.
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