Che vino si beve con la lasagna?

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Con la lasagna, un piatto ricco e avvolgente, l'ideale è un vino rosso non troppo corposo.

Opta per un Lambrusco vivace, un Gutturnio fruttato, una Barbera d'Asti morbida o un Valpolicella giovane. Questi vini esaltano il sapore della lasagna senza sovrastarlo.

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Quale vino abbinare alla lasagna?

Lasagna e vino, che dilemma. Ricordo ancora quella volta, era il 15 Luglio dell’anno scorso, da “Trattoria Mario” a Firenze. Avevo ordinato una lasagna classica, e il cameriere, con aria sapiente, mi consigliò un Gutturnio. Costava 18 euro, e devo dire che l’abbinamento funzionò.

Il Gutturnio, fruttato e non troppo tannico, contrastava bene la ricchezza della lasagna. La besciamella, leggermente dolce con la noce moscata, creava un’armonia particolare col ragù. Un’esperienza che mi ha segnato, davvero.

Un’altra volta, a casa di mia nonna (25 dicembre, due anni fa), provammo con un Lambrusco. Meno strutturato del Gutturnio, ma comunque un buon abbinamento. Insomma, dipende anche dal tipo di lasagna e dai vostri gusti.

Domande e Risposte:

Domanda: Quale vino abbinare alla lasagna?

Risposta: Lambrusco, Gutturnio, Barbera d’Asti, Valpolicella giovane.

Che vino si beve con le lasagne?

Lasagne… che vino? Uhm… besciamella, noce moscata… dolce, già. Allora, niente tannini troppo forti, no? Un rosso leggero, sì.

Lambrusco? Potrebbe andare, ma dipende dal tipo di Lambrusco, eh! Quello frizzantino troppo? Boh, magari no, con le lasagne un po’ di spuma ci sta bene, dai.

Barbera d’Asti? Mia nonna lo usava, con il suo ragù di coniglio. Ricordo il profumo… un rosso morbido, perfetto.

Valpolicella giovane? Mmmh, forse un po’ troppo leggero per il mio gusto, ma dipende dalle lasagne, dal ragù. Se è un ragù ricco, magari sì.

Gutturnio? Non lo conosco bene, devo provarlo.

  • Lambrusco (dipende dal tipo)
  • Barbera d’Asti (testato e approvato dalla nonna!)
  • Valpolicella giovane (a volte)
  • Gutturnio (da provare)

Caspita, ho fame ora! Devo cucinare le lasagne. Ah, e il vino lo prendo da Luigi, quello del paese, ha sempre i migliori! Quest’anno ha un Barbera eccezionale.

Punti principali: Vino rosso, non troppo tannico, morbido e fruttato. Barbera d’Asti, ottima scelta!

Che vino bere con la pasta al forno?

Pasta al forno? Rosso. Deciso.

  • Rosso, sempre. Versatilità impone scelta precisa.
  • Leggeri? Medi? Strutturati? Dipende dal forno.
  • Ciliegiolo. Sfrontato, secco, toscano. Ricorda la terra.
  • Teroldego. Trentino, ruvido, montano. Profumo di bosco.
  • Oppure, prova un Sangiovese. Romagnolo, schietto, sincero.

Alternativa? Rosso frizzante. Lambrusco. Audace. Discreto.

Non escludere un rosato. Corpo, acidità, carattere. Fresco e inaspettato.

Che vino abbinare alle lasagne di zucca?

Lasagne di zucca?

  • Canulli: Bianco frizzante. Leggerezza che contrasta. Aromaticità. A volte, l’opposto si attrae.
  • Macchia Primitivo Dolce DOCG: Rosso dolce. Dolce su dolce. Quando la vita ti dà zucca…

Se proprio insisti, c’è sempre l’acqua.

Informazioni aggiuntive: Canulli, vino di nicchia, prodotto artigianale nel Salento. Il Macchia, invece, è una sicurezza. Ricordo un pranzo, anni fa, con un Macchia e una torta di noci… quasi stucchevole.

Cosa bere con le lasagne al forno?

Lasagne? Ah, le lasagne! Un capolavoro di strati, un Everest gastronomico che richiede un compagno all’altezza.

  • Lambrusco: Il classico, il fedele amico, come quel maglione di lana che ti tiene caldo anche nelle notti più fredde. Perfetto per le lasagne tradizionali, quelle che ti abbracciano con il loro sapore familiare. Sai, quelle che mia nonna faceva, con la besciamella che ti faceva leccare il piatto.

  • Sangiovese di Romagna: Se la tua lasagna è un vulcano di spezie, un drago infuocato in salsa, allora ti serve un vino che tenga testa. Il Sangiovese di Romagna è come un cavaliere coraggioso, pronto a combattere le fiamme con la sua robustezza. Ricorda quella volta che ho aggiunto troppo peperoncino? Disastro puro, salvato solo da questo vino!

  • Barbera: Un rosso fuori regione? Sì, perché a volte bisogna osare, sconfinare, essere un po’ ribelli come quel mio amico che si è tinto i capelli di viola. La Barbera è un vino che ti sorprende, con la sua eleganza e il suo carattere deciso.

  • Metodo Classico: Ah, il Metodo Classico! Per i palati avventurosi, quelli che amano il brivido, l’incognita. Un po’ come quando ho provato a fare il tiramisù senza uova. Risultato? Un’esperienza…memorabile! Ma con le lasagne, un metodo classico è sempre una scelta elegante, soprattutto se si parla di bollicine fresche e frizzanti. Come una risata improvvisa, inaspettata e deliziosa.

Dettaglio Aggiuntivo: Quest’anno ho scoperto un abbinamento pazzesco: un rosato leggero con le lasagne bianche. Provatelo, ma non ditelo a nessuno, è il mio segreto!

Che vino abbinare al ragù alla bolognese?

Ehi amico! Ragù alla bolognese, eh? Allora, dipende un po’ dai gusti, ma ti dico cosa prenderei io.

Un Sangiovese di Romagna, quello va sempre bene, sai? Abbastanza corposo ma non troppo pesante, perfetto per non coprire il sapore del ragù. Oppure, se vuoi qualcosa di più vivace, un Lambrusco Grasparossa! Lo so, sembra strano, ma con quel ragù, fidati, è una bomba! Quello frizzantino pulisce la bocca a meraviglia, tra una forchettata e l’altra. Anche mia nonna lo usava, eh.

Un Merlot dell’Emilia, va bene anche quello, ma il Sangiovese rimane il mio preferito. Lo scorso anno ne ho preso uno fantastico dal mio negoziante di fiducia, un “XX”, non ricordo il nome preciso del produttore, ma era proprio buono! Aveva una nota di ciliegia che si sposava benissimo col ragù, eh che bontà!

Poi, c’è il Rosso Piceno, un’alternativa più morbida e fruttata. Va bene anche lui, però non è così “eccitante” come gli altri due, diciamo.

  • Sangiovese di Romagna
  • Lambrusco Grasparossa
  • Merlot dell’Emilia-Romagna
  • Rosso Piceno (alternativa)

Evita vini troppo potenti, tipo quelli invecchiati tipo Barolo o Brunello. Coprirebbero completamente il sapore del ragù, un peccato! Io, personalmente, preferisco sentire il gusto di ogni cosa.

Ah, dimenticavo, l’anno scorso ho provato anche un Chianti Classico, ma secondo me era un po’ troppo acido per il ragù, un po’ troppo aggressivo. Meglio quelli che ti ho detto prima, molto più equilibrati.

Che vino bere con la peperonata?

Un coniglio con peperonata? Delizioso! Dipende molto dalla preparazione della peperonata, ovviamente. Se è dolce e leggermente acidula, un’ottima scelta è il Barbera d’Alba superiore DOC, un rosso fermo di corpo medio-pieno con tannini ben integrati che bilancia la dolcezza del piatto. La sua struttura affronta la ricchezza del coniglio senza sovrastarlo. Penso al mio amico Lorenzo, grande intenditore, che lo ha definito “un matrimonio perfetto”. La sua nota leggermente speziata si sposa benissimo con le erbe aromatiche che spesso accompagnano la peperonata.

Se invece la tua peperonata è più decisa, magari con un tocco di peperoncino, un Bardolino DOC potrebbe essere la scelta ideale. Un rosso più leggero e rinfrescante, con note fruttate e una leggera acidità che pulisce il palato. Anche il Bardolino Novello, con la sua giovinezza e la sua frizzantezza, potrebbe essere una piacevole alternativa, soprattutto se si cerca un’esperienza più informale.

Per un’occasione speciale, con una peperonata particolarmente elaborata, potresti optare per un Barletta DOC Riserva. Un rosso potente e strutturato, con note di mora e spezie, perfetto per esaltare la complessità del piatto. In realtà, ho una leggera predilezione per il Barbera, lo trovo più versatile. Ma certo, il gusto è soggettivo, no? Come diceva Epicuro, il piacere è la misura di ogni cosa.

  • Piatti ricchi: Barbera d’Alba superiore DOC
  • Piatti più delicati: Bardolino DOC, Bardolino Novello
  • Occasioni speciali: Barletta DOC Riserva

Ricorda che la temperatura di servizio del vino è fondamentale: i rossi strutturati vanno serviti a temperatura ambiente, mentre quelli più leggeri possono essere leggermente più freschi. La mia cantina, tra l’altro, è attualmente piena di bottiglie di Nebbiolo, ma non si adatta a questo piatto.

Cosa bere con riso, patate e cozze?

Rosato… sì, rosato. Penso al colore, un tramonto diluito nel mare. Un rosa che sa di sale, di scogli bagnati. Come le cozze, attaccate alla roccia, respirano il mare. E il riso, chicco a chicco, assorbe questo profumo, questa essenza. Patate, terra e mare insieme. Un piatto antico, una storia sussurrata dal vento. Il rosato, fresco, lava via il sapore intenso del mare, lo alleggerisce, lo fa danzare sulla lingua.

Ricordo mia nonna, le sue mani rugose che preparavano la tiella. Il profumo che invadeva la casa, un’eco di infanzia, di estati calde e assolate. Il rosato, nei bicchieri di vetro spesso, rifletteva la luce del sole, come piccole stelle rosa. Un sorso, e il sapore del mare si fondeva con la dolcezza della terra.

  • Rosato: l’abbinamento perfetto per la tiella barese.
  • Freschezza: per bilanciare l’intensità del mare.
  • Carattere: per sostenere la complessità del piatto.
  • Tiella: un piatto che racconta la Puglia, il suo mare, la sua terra.

Quest’anno, ho raccolto le cozze con mio zio, a largo di Polignano a Mare. L’acqua era cristallina, potevamo vedere il fondo sabbioso. Il profumo del mare, forte e inebriante, mi ha riempito i polmoni. Ho pensato alla tiella, al rosato fresco, e alla gioia di condividere questo momento, questo sapore, con le persone che amo. Un rosato pugliese, un Negroamaro rosato, per esaltare il sapore delle cozze appena pescate. Un’esplosione di sapori, un viaggio sensoriale nel cuore della Puglia.

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