Che vino si beve con le lasagne?

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Per le lasagne, un vino rosso leggero e fruttato è l'ideale. Lambrusco, Gutturnio, Barbera d'Asti o un Valpolicella giovane sono ottime scelte. La loro morbidezza equilibra la besciamella e il ragù.

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Quale vino abbinare alle lasagne? Consigli per un perfetto pairing?

Uhmm, lasagne… che dilemma! Ricordo una cena a casa di zia Emilia, il 14 agosto 2021 a Parma. Aveva preparato delle lasagne pazzesche, una vera bomba di sapore! Con la sua besciamella, un profumo di noce moscata che ancora mi sento in bocca…

Abbiamo bevuto un Gutturnio, mi pare costasse sui 12 euro, un vino rosso frizzante. Era perfetto, leggero ma con carattere, bilanciava la ricchezza delle lasagne senza sovrastarle.

Per me, la scelta dipende molto dalla besciamella. Se è molto ricca, un vino rosso più strutturato, tipo un Barbera d’Alba, potrebbe essere meglio. Se invece è più leggera, come quella di zia Emilia, un Lambrusco o un Valpolicella giovane vanno benissimo.

Insomma, un rosso fruttato, non troppo tannico, è la chiave. Questo è il mio consiglio, frutto di esperienza diretta!

Domande e Risposte (per motori di ricerca):

  • Vino per lasagne? Rosso leggero e fruttato.
  • Vini consigliati: Lambrusco, Gutturnio, Barbera d’Asti, Valpolicella giovane.

Che vino abbinare con le lasagne?

Lasagne? Barbera d’Alba. Punto.

  • Secco, corposo. Taglia il grasso.
  • Nebbiolo? Troppo fine.
  • Merlot? No. Troppo morbido.
    • A meno che non siano lasagne al ragù bianco. Allora, forse. Ma dubito.

Preferisco un rosso deciso. Come la vita, del resto. Anche il mio sangue, dopotutto, è rosso.

  • Cabernet? Potrebbe funzionare. Dipende dall’annata. Il 2018, eccellente.
  • Brunello? Per un’occasione speciale. Non per un lunedì sera.

Primitivo? Troppo caldo. Mi brucia la gola. Come certe amicizie.

Aggiunta: Ho una cantina con circa 150 bottiglie. Questa settimana ho aperto una Barbera del 2021. Un’ottima annata. Ma la preferisco invecchiata. Preferisco i vini con almeno 5 anni. Le lasagne di mia nonna erano un capolavoro. Un’opera d’arte. Peccato che non sia più viva per gustarle con me. Quest’anno ho preferito il Barbera a tutto.

Che vino abbinare al ragù alla bolognese?

Un ragù alla bolognese, capolavoro di sapori intensi, richiede un vino all’altezza. Consideriamo la sua complessità: la lunga cottura, l’equilibrio di carni, verdure e spezie. Un vino leggero risulterebbe insignificante; uno troppo tannico, aggressivo. La soluzione? Un’armonia delicata.

Ecco le mie preferenze, frutto di anni di esperimenti (e qualche memorabile indigestione!):

  • Sangiovese di Romagna: L’acidità vivace taglia la ricchezza del ragù, un classico per un motivo! Il suo profilo fruttato si integra perfettamente. Penso che la sua struttura sia perfetta.

  • Lambrusco Grasparossa: La frizzantezza pulisce il palato, creando un contrappunto dinamico alla consistenza del ragù. Quest’anno ho apprezzato particolarmente un produttore vicino a Modena, ma non ricordo il nome. Mi dispiace.

  • Merlot dell’Emilia-Romagna: Un’opzione più morbida, ma comunque in grado di reggere il confronto con i sapori intensi. La sua rotondità è un piacere.

  • Rosso Piceno: Anche questo, un’ottima scelta. Però, personalmente preferisco i primi tre, sono più adatti al mio palato. È una questione di gusti, ovviamente. C’è chi preferisce vini più decisi, ma non è il mio caso.

Riflessione: L’abbinamento vino-cibo è un gioco di equilibri, un dialogo tra sapori. Come nella vita, la perfezione non esiste, ma si cerca l’armonia. A volte, un contrasto ben calibrato può essere altrettanto appagante.

Appendice: La scelta del vino dipende anche dalla ricetta specifica del ragù. Un ragù più ricco di grassi potrebbe richiedere un vino con maggiore struttura. Inoltre, le annate possono influenzare significativamente le caratteristiche del vino. Per esempio, il Merlot del 2022 è risultato particolarmente intenso.

Quanto male fanno le patatine fritte?

  • Patatine fritte… acrilammide! Uff, ma quanto mi piacciono?
  • Ho letto che sono la fonte numero uno di sta roba. Cioè, acrilammide a gogo.
  • American Cancer Society dice che troppa acrilammide = rischio cancro. Stomaco, intestino… che ansia!
  • Mia nonna mangiava fritto tutti i giorni… boh! Ha vissuto fino a 95 anni. Fortuna?
  • Forse dipende dalla quantità? Una volta ogni tanto non farà male, no? Magari cotte al forno… devo provare!
  • Ah, quasi dimenticavo: l’acrilammide si forma quando si friggono certe cose, soprattutto quelle ricche di amido, tipo le patate. Più sono bruciacchiate, peggio è. Da evitare!
  • Quindi, ricapitolando: patatine fritte = acrilammide = rischio cancro (forse). Ok, cercherò di mangiarne meno. Forse.

Perché le patatine fritte fanno male?

Le patatine fritte, ahimè, sono un piccolo piacere colpevole. Ma perché ci fanno sentire in colpa? La risposta, in sintesi, è:

  • Acrilammide: La frittura ad alte temperature (oltre i 120°C) genera acrilammide, una sostanza che si forma naturalmente in alcuni alimenti amidacei durante la cottura ad alta temperatura. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) la classifica come “probabile cancerogeno” per l’uomo.

  • Grassi: Spesso, le patatine sono fritte in oli di scarsa qualità, ricchi di grassi saturi o trans, poco salutari per il sistema cardiovascolare. Ricordo che mia nonna usava lo strutto, una vera bomba!

  • Sale: Un’eccessiva quantità di sale può contribuire all’aumento della pressione sanguigna.

In fin dei conti, la moderazione è la chiave. Un consumo occasionale non è un dramma, ma un’abitudine quotidiana può avere conseguenze negative sulla salute. Come diceva Epicuro, “Misura e limite sono le cose migliori”.

Che succede se si mangiano troppe patatine?

Troppe patatine? Il corpo reagisce.

  • Vomito: Un rifiuto immediato. Il sistema si ribella all’eccesso.

  • Diarrea: L’intestino si svuota, espelle l’aggressore.

  • Battito accelerato: Il cuore sotto stress. Il corpo in allarme.

Attenzione alla solanina. Concentrata in germogli e buccia. Tossica. Evitare.

Quanto tempo ci vuole per smaltire le patatine fritte?

Diciamo che una porzione di patatine, quelle che ti guardano con occhio languido dal sacchetto, diciamo 100-150 grammi, sono circa 327 calorie. Un attentato alla linea, ma una gioia per il palato. Per smaltirle correndo, signori e signore, preparatevi ad una bella sudata: 32 minuti per le gentil donzelle, 27 per i maschietti. Un po’ come la fila al supermercato, le donne sempre un po’ più sfortunate.

  • Corsa: 32 minuti (donne), 27 minuti (uomini). Praticamente il tempo di un episodio della vostra serie preferita, ma senza divano e coperta.

Se invece preferite i pesi, beh, preparatevi ad una seduta più lunga. Un’ora e 50 minuti per le signore, un’ora e mezza per gli uomini. Quasi il tempo di un film, ma con più muscoli e meno popcorn (e meno patatine, ovviamente!).

  • Pesi: 1 ora e 50 minuti (donne), 1 ora e 30 minuti (uomini). Come allenarsi per le Olimpiadi del sollevamento patatine.

Personalmente, preferisco la strategia del “condividere le patatine”. Così dimezzo le calorie e raddoppio la gioia! Quest’anno ho sperimentato questa tecnica con mio nipote, un vero esperto di patatine, e devo dire che funziona. Lui mangia la sua parte, io la mia (un po’ meno, giuro!), e nessuno si sente in colpa. Un vero toccasana per la coscienza (e per la linea!). Un consiglio da amico: scegliete un nipote con un metabolismo veloce.

#Abbinamento #Cucina Italiana #Vino Lasagne