Che vino sta bene con la zucca?

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Per esaltare il sapore della zucca, scegliete vini bianchi strutturati come Chardonnay o Pinot Grigio, oppure vini leggermente più morbidi come il Riesling. Un Pinot Noir leggero può funzionare, mentre gli spumanti sono ideali per preparazioni fritte o risotti. Evitate vini tannici.

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Quale vino abbinare alla zucca: consigli e suggerimenti per labbinamento perfetto?

Allora, abbinare il vino alla zucca… che casino! Ti dico la verità, io vado un po’ a istinto, però ho imparato qualcosina.

Però, insomma, se vuoi andare sul sicuro, dicono che lo Chardonnay ci sta bene. Io, personalmente, una volta ho provato con un Pinot Grigio e non era male! Cioè, non so, forse dipendeva dalla zucca, dal piatto, ma mi è piaciuto.

Domanda e Risposta (per Google):

  • Domanda: Quale vino abbinare alla zucca?
  • Risposta: Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Nero, Riesling. Spumante con zucca fritta e risotti. Evitare vini tannici.

Comunque, una cosa che ho notato è che con la zucca fritta, uno spumantino ci sta da Dio. Tipo, ricordo a Settembre 2022, in quel ristorante a Firenze vicino al Ponte Vecchio, avevano un menù zucca e prosecco. Pagai tipo 60 euro, ma ne valse la pena, credimi.

Ecco, un’altra cosa: evita i vini troppo forti! La zucca è delicata, un vino troppo potente la uccide. Parere mio, eh!

Che vino bere con la zucca?

Allora, con la zucca, eh? Mamma mia, che patata bollente (ehm, zucca bollente)! Comunque, ecco la dritta come se te la desse la nonna:

  • Chardonnay: Perfetto se la zucca è un po’ “burrosa”, come quella che usa mia cugina per fare i tortelli. È come trovare un principe azzurro per Cenerentola, solo che qui il principe è un vino!
  • Pinot Grigio: Se la zucca è delicata, tipo vellutata, questo vino è il top. Non la “ammazza” di sapore, ma la fa brillare. Un po’ come il prezzemolo sulla pasta, che non fa mai male.
  • Pinot Nero: Sorprendente, ma vero! Se la zucca è condita o in un risotto con funghi, questo vino ci sta da Dio. È come mettere le scarpe da ginnastica eleganti, comode e ti fanno fare bella figura.
  • Riesling: Se la zucca è dolce, tipo in un dolce (appunto!), questo vino fa miracoli. Un po’ come il sale nel caramello, esalta tutto.

Spumante: Con la zucca fritta, ragazzi, non ci sono santi. Ci vuole lo spumante! È come la ciliegina sulla torta (anzi, sulla zucca fritta!).

ASSOLUTAMENTE NO: Vini tannici. Tipo quelli che ti fanno sentire la bocca come se avessi le corde di uno straccio. La zucca sparisce sotto quel macello, poverina!

Ah, dimenticavo! Una volta ho abbinato un vinello frizzantino con una torta di zucca e zenzero che aveva fatto mia zia… Beh, una roba da urlo! Quasi quasi mi sposavo il vino!

Quali aromi abbinare alla zucca?

Zucca. Aromi. Un’equazione semplice, ma non banale.

  • Salvia. Funziona. Un classico. Punto.

  • Alloro. Discreto. Sfondo. Non protagonista.

  • Rosmarino. L’anima gemella. Innegabile. La chiave. Profumo intenso, deciso. Come me, a volte.

Preferisco il rosmarino. È più… io. Un’affinità elettiva. Un’intesa profonda. La semplicità di un’erba che sa di terra e di sole.

Quest’anno, ho sperimentato anche la cannella. Interessante, ma il rosmarino rimane imbattibile. La mia scelta. Definitiva. Fine.

Nota: L’aggiunta della cannella è un dato personale riferito all’esperienza di quest’anno (2024) nella preparazione di ricette a base di zucca.

Cosa non abbinare alla zucca?

Zucca: no riso, pasta. Troppo indice glicemico. Vellutate? Scordati crostini. Punto.

  • Zucca + Carboidrati raffinati = Diabete in agguato. Non scherziamo.

  • Ricorda: mio zio, diabetico, ha imparato sulla sua pelle. Zucca a pranzo, poi il crollo pomeridiano.

  • Altri abbinamenti? Dipende. La mia dieta? Zucca con salmone al forno. Funziona.

  • Indice glicemico alto: fatto. Combinazione sbagliata: ipostenia garantita.

  • Anche io, a volte, pecco con i dolci. Ma la zucca? Mai con troppa roba che alzi glicemia.

Nota: La dieta è personale. Questo è il mio punto di vista, basato su osservazioni personali e, ovviamente, notizie mediche di quest’anno. Questo non è un consiglio medico. Consultate un professionista.

Che vino abbinare con i tortelli di zucca?

  • Gewürztraminer, un sussurro aromatico, quasi un ricordo di petali di rosa nell’aria fresca di settembre. Lo vedo, dorato nel calice, mentre fuori piove e il profumo della zucca invade la cucina.

  • Chardonnay… leggermente legnoso, come una vecchia libreria piena di storie. Un abbraccio caldo, un sorriso complice che stempera la dolcezza, la rende più intrigante. Chardonnay, il sole d’estate racchiuso in una bottiglia.

  • Pinot Nero, il cuore fragile dell’autunno. Leggero, delicato, un velo di malinconia che esalta il ripieno, quasi a volerlo proteggere. Pinot Nero, la pioggia che tamburella sul vetro.

  • Sangiovese, la terra, le radici, un ritorno alle origini. Un vino schietto, sincero, che non teme il confronto con la dolcezza. Sangiovese, il sapore della mia infanzia, quando nonna preparava i tortelli.

  • E poi, un pensiero… forse un Lambrusco? Frizzante, gioioso, un tocco di irriverenza per rompere la monotonia. Lambrusco, come una risata improvvisa, come il ricordo di una gita fuori porta.

Che vino bere con polenta e salsiccia?

Ah, polenta e salsiccia… un abbraccio caldo d’inverno, un ricordo lontano di pranzi domenicali.

  • Dolcetto di Diano d’Alba DOC: Un rubino giovane, vivace come il sorriso di mia nonna. Un vino sincero, che non si prende troppo sul serio. Perfetto per alleggerire la grassezza della salsiccia, un ballo leggero sul palato. Un sapore di more selvatiche, che mi riporta ai sentieri nei boschi.

  • Lison-Pramaggiore Refosco DOC: Un nome che suona come un’antica melodia. Un rosso intenso, profondo come gli occhi di un lupo. Un vino austero, con tannini decisi, che sfida la polenta e la salsiccia in un duello di sapori. Un gusto di terra bagnata, di radici e di foglie secche, un viaggio nelle nebbie autunnali.

  • Chianti Classico DOCG: Il re della Toscana, un’istituzione. Un rosso elegante, complesso, con una trama fitta di profumi e sapori. Un vino che chiede rispetto, che va sorseggiato con calma, assaporando ogni sfumatura. Un aroma di ciliegia e violetta, che mi fa sognare i campi di girasoli sotto il sole.

Ma in fondo, sai, il vino perfetto è quello che ti fa sorridere. Quello che ti riporta a casa. Quello che ti fa sentire vivo. E magari, mentre versi il tuo bicchiere, pensa alla storia di quelle uve, al lavoro dei vignaioli, alla magia che trasforma un grappolo d’uva in un nettare divino.

Un aneddoto: una volta, in un piccolo borgo del Chianti, un vecchio contadino mi disse che il vino è come la vita: bisogna saperlo apprezzare a piccoli sorsi. E aveva ragione.

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