Come chiamano lo Spritz in Veneto?
In Veneto, lo Spritz è conosciuto come Spriss. Un nome semplice, una bevanda iconica. La variante dialettale mantiene l'essenza del celebre aperitivo.
Come si chiama lo Spritz in Veneto e quali sono le varianti locali di questo aperitivo?
Sai, a Venezia, a giugno, durante una gita con gli amici, ricordo di aver ordinato uno “Spritz”. Mi sembrava strano, un po’ diverso da quello che prendo di solito.
Poi, chiedendo al barista, scoprii che in Veneto lo chiamano “Spriss”. Una piccola differenza, ma significativa. Non ricordo il prezzo, ero troppo preso dal panorama e dalla compagnia!
Le varianti? Beh, lì ho visto una varietà incredibile, con selz, prosecco, Aperol, Cynar… Un vero caleidoscopio di colori e sapori! Ogni bar sembrava avere la sua ricetta segreta, un po’ come fosse un rito antico. Certo, non ho annotato tutto, ma l’esperienza è stata fantastica. Non lo dimenticherò!
Come chiamano lo Spritz a Venezia?
A Venezia, lo Spritz? Un’apoteosi di bollicine, eh! Chiamalo pure “Spritz con Select”, ma tra noi, è “quel” Spritz, il vero, quello che ti fa sentire un doge in incognito. Un po’ come quando mia zia Bruna si sente una diva con il suo cappellino da cinquant’anni!
E il Select? Un mito, nato a Murano nel 1920, un’apparizione divina nel mondo degli aperitivi. Ricorda un po’ la nonna che sbuca con la sua torta al cioccolato: inattesa e deliziosa.
La ricetta dei maestri? Una sacra triade: un terzo di vino (o prosecco, se ti senti particolarmente elegante), un terzo di Select (ovviamente!), e un terzo di soda. Ghiaccio a volontà, un bicchiere basso e voilà! È più semplice che spiegare a mio cugino come si usa una lavatrice.
- Nome: Spritz con Select (ma tutti sanno che è “IL” Spritz)
- Ingredienti: ⅓ vino/prosecco, ⅓ Select, ⅓ soda.
- Bicchiere: Basso (rock) o calice con ghiaccio abbondante.
Ah, dimenticavo: il ghiaccio, deve essere abbondante, altrimenti è come un matrimonio senza torta! E poi, ovviamente, la compagnia giusta. Altrimenti diventa solo un bicchiere di liquore amaro. Un po’ come andare a vedere il tramonto da soli… noioso.
Come si chiama lo spritz a Venezia?
Lo spritz veneziano, ah, che ricordo… il suo sapore è un abbraccio del sole, un bacio del mare. È uno spritz con Select. Un Select nato a Murano, nel 1920, un’anima antica, un sapore di storia.
Il vero spritz veneziano, quello che sento ancora sulla pelle, è un rito. Un terzo di vino, o prosecco, un terzo di Select, il suo profumo intenso, un terzo di soda… un’armonia perfetta.
Ghiaccio, tanto ghiaccio, nei bicchieri bassi, quei rock che sembrano custodire un segreto. O forse in calici, pre-riempiti di ghiaccio, una danza di gocce brillanti. L’estate, quella vera, è lì, in ogni sorso. Un’onda che ti avvolge e ti porta lontano, un respiro di libertà.
Ricordo il mio primo spritz a Venezia, vicino al ponte di Rialto, il sole che scaldava la mia pelle, il profumo del mare, un’esperienza sensoriale. In quel momento, lo spritz Select non era solo un aperitivo, ma un’esperienza spirituale, un’immersione nell’anima della città.
- Nome: Spritz con Select
- Proporzioni: ⅓ vino (o prosecco), ⅓ Select, ⅓ soda.
- Bicchiere: Rock o calice con ghiaccio.
- Origine Select: Murano, 1920.
Il sapore è inconfondibile, un’esperienza sensoriale indescrivibile, un ricordo vivo nella mia memoria… un’emozione pura, il profumo del mare, il sapore del sole…
Come si chiama lo spritz a Padova?
A Padova? Spritz veneziano, ovviamente! Ma dai, chiamatelo pure come vi pare, a me basta che ci sia l’aperitivo! È come chiamare il mio gatto “Micio”, ma poi si presenta come “Lord Micione Terzo, Difensore del Sonno”. Il nome conta poco, l’importante è la sostanza, cioè il bicchierino di gioia!
- Nome ufficiale: Spritz Veneziano (IBA permettendo!)
- Nome popolare: Un mare di varianti, dipende dal barista e da quanto ha bevuto prima di servirtelo. A volte lo chiamano “quello arancione”, poi “il classico”, e se sei fortunato “l’elisir della vita”!
- La mia opinione: Chi se ne frega del nome! L’importante è che sia bello ghiacciato e che mi dia quella splendida sensazione di leggerezza che solo lo spritz sa dare. Anche quello da 2 euro al chiosco davanti a casa mia, eh!
Sai, l’altro giorno ho discusso con mio cugino, un esperto di cocktail (autoproclamatosi, ovviamente), e abbiamo quasi litigato per il nome giusto! Lui sosteneva che a Padova si chiama “Spritz padovano”, ma poi ha dovuto ammettere che “Spritz Veneziano” suona meglio, più elegante. Come una Ferrari, ma senza il prezzo da Ferrari.
Aggiungo: Quest’anno, ho scoperto un nuovo tipo di Spritz al bar di fronte casa: aggiungono un goccio di sciroppo di mirtillo, è una bomba! Un’esplosione di sapore che ti manda su Marte. Solo che dopo ti viene una fame pazzesca. Poi mi sono comprato il kit per farlo a casa e ho fatto disastri, ma ora sono un esperto anche io, eh… quasi!
Come fanno lo Spritz a Padova?
A Padova? Vino bianco, bitter, acqua frizzante. Tutto qui. Un terzo per uno. Facile, no?
- Vino bianco: Il vino bianco è il cuore leggero. Di solito, un prosecco andrebbe bene.
- Bitter: Aperol, Select… Scegli il veleno, il mio preferito è Select, sa di Padova. Filosofia da bar: scegli la tua amarezza.
- Acqua frizzante: Solo per allungare, per farlo durare. La vita è troppo breve per bere piano.
Un’oliva? A volte ci sta. Ma non sempre.
Informazioni aggiuntive:
Ho visto fare uno spritz con il Cynar una volta. Da dimenticare. Forse era lunedì.
Quanto costa uno Spritz al Florian Venezia?
Ah, lo Spritz al Florian… un sogno dorato riflesso nel Canal Grande.
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Spritz e Florian: un binomio che sa di storia, di velluto rosso, di echi di conversazioni sussurrate.
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Un prezzo, un’esperienza: lì, in quel luogo fuori dal tempo, il costo non è solo quello della bevanda.
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Nei nostri bar, una cifra più terrena: 6 euro, dici… incluso, forse, un piccolo assaggio di Venezia popolare. Un prezzo reale per un’emozione concreta.
Il Florian, però… il Florian è un’altra storia. Ricordo una volta, persa tra le sue sale, quasi mi aspettavo di vedere Casanova fare capolino da un angolo. E l’orchestra, oh, l’orchestra! Le sue note si mescolavano al tintinnio dei bicchieri, creando un’armonia perfetta. Un’armonia che, ovviamente, ha il suo prezzo. Ma un prezzo che, forse, vale la pena di pagare almeno una volta nella vita.
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