Come riscaldare la pasta asciutta?

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Riscaldare la pasta asciutta? Facile!

In padella antiaderente: goccio d'olio, poca acqua, fuoco medio-basso. Mescolare fino a quando calda e croccante.

In microonde: cucchiaio d'acqua, coprire.

Condire sempre alla fine!

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Come riscaldare pasta asciutta? Consigli e metodi per un risultato perfetto

Sai, l’altro giorno, 12 marzo, stavo riciclando la pasta del pranzo (avevo fatto un sacco di penne all’arrabbiata, costavano 2 euro al pacco, quella del supermercato sotto casa). Non volevo buttarla!

Quindi ho provato un metodo. Un goccino d’olio, giusto un cucchiaino, in una padella. Poi poca acqua, tipo un cucchiaio. A fuoco bassissimo, ho girato spesso. E’ diventato un po’ un pasticcio, in realtà, ma alla fine era mangiabile.

Nel microonde? Mai provato così. Ricordo che una volta, anni fa, ho provato a scaldare pasta avanzata, in una ciotola di vetro, con un po’ d’acqua: è diventata un blocco unico, tipo cemento. Un disastro!

Però, il trucco è condire alla fine. Questo sì, lo ricordo bene. Altrimenti, la pasta diventa tutta appiccicosa. E’ una cosa che ho imparato sulla mia pelle, letteralmente!

Come riscaldare la pasta già pronta?

Uff, pasta avanzata. Di nuovo. Che pizza. Ma vabbè, fame chiama! Microonde? No, aspetta. Fuoco lento, fuoco lento per il sugo. Direi che sì. Ma dalla latta eh, non da quella roba congelata che ho comprato l’altro giorno… mamma mia che schifo. L’ho buttata, direttamente. Spreco, lo so. Però immangiabile. Questa volta sugo buono, quello di nonna Pina. Ricetta segreta, eh! Peccato non me l’abbia mai detta. Chissà se l’ha scritta da qualche parte… Dovrò chiedere a zia Maria, magari lei sa.

  • Sugo a fuoco lento.
  • Pasta pronta.
  • Unire e saltare in padella. (Padella antiaderente nuova, finalmente! Quella vecchia era diventata un disastro. L’ho presa martedì scorso, da Kasanova, con lo sconto. Bei colori!)

Poi olio a crudo. Extravergine, sempre. Quello del frantoio di zio Piero, quello vicino Perugia. Ricordo l’anno scorso, andammo a trovarlo… che olive! E che olio! Vabbè, torniamo alla pasta. Saltata bene, eh! Non come quella volta che l’ho lasciata un po’ troppo… attaccata. Che disastro. Questa volta la tengo d’occhio.

  • Olio a crudo. (Extravergine di zio Piero!)
  • Saltare bene in padella. (Antiaderente nuova!)

Ah, quasi dimenticavo! Se la pasta è un po’ secca, spruzzo d’acqua, mentre la scaldo in padella, col sugo. Mi ha insegnato nonna Rosa questo trucchetto! Geniale! E se avanza ancora sugo? Congelatore. Porzioni piccole, così la prossima volta… zac! Pronto! Come dice sempre papà: “Mai buttare via niente!”. Giusto!

  • Acqua se pasta secca. (Trucchetto di nonna Rosa!)
  • Sugo avanzato: congelatore. (Porzioni piccole, mi raccomando!)

Perché passare la pasta sotto lacqua fredda?

L’acqua fredda blocca la cottura, un’urgenza.

  • Frena la cottura: L’amido in eccesso, un nemico silenzioso, causa incollamenti indesiderati. Memento mori.
  • Raffreddamento rapido: Essenziale per insalate di pasta, dove la temperatura è tutto. La fretta è una virtù.
  • Elimina l’amido: Una patina sottile, fastidiosa, scompare sotto il getto freddo. La pulizia è d’obbligo.

A volte, l’imperfezione è la vera arte. Mio nonno, cuoco per caso, non l’avrebbe mai fatto. E aveva ragione, a modo suo. Dipende dall’uso, e dal cuoco. Non sempre la perfezione è necessaria. A volte, basta la fame.

Cosa rilascia la pasta quando cuoce?

La pasta, durante la cottura, rilascia amido. Questo è un processo fondamentale, che influenza la consistenza finale del piatto. Un rilascio moderato di amido è positivo: contribuisce alla creazione di una salsa ben amalgamata, creando quella consistenza cremosa che tutti amiamo. Pensa alla magia di un ragù che avvolge perfettamente i paccheri! È tutta questione di equilibrio delicato.

Troppo amido, però, è un problema. Se la cottura è eccessivamente prolungata, o se si usa acqua in eccesso, la pasta diventa appiccicosa e persino scotta. Ricordo la volta che, distratto da una telefonata importante con mia zia Emilia, ho lasciato la pasta troppo a lungo sul fuoco… un vero disastro! Un esempio di come la scienza gastronomica, a volte, si scontra con le esigenze del quotidiano.

Ecco alcuni punti chiave:

  • Rilascio di amido: processo naturale durante la cottura della pasta.
  • Amido moderato: crea legame con il sugo, migliorando la consistenza.
  • Eccesso di amido: causa appiccicosità e cottura eccessiva.
  • Tempo di cottura: fattore cruciale nel controllo del rilascio di amido.

Infatti, l’amido rilasciato non è solo glucosio e amilosio. Contiene anche altri componenti, a seconda del tipo di grano e del processo di produzione. La sua struttura molecolare complessa influenza direttamente la capacità di legame con il sugo. Un argomento affascinante, non trovi? Proprio come la filosofia, la cucina ha le sue sottili sfumature.

  • Tipo di grano: diverse varietà rilasciano diverse quantità di amido.
  • Processo di produzione: la lavorazione della pasta influenza la sua reazione alla cottura.
  • Temperatura dell’acqua: un’acqua troppo bollente può causare un rilascio troppo rapido di amido.
  • Quantità di acqua: un’eccessiva quantità d’acqua può diluire l’amido, ma in modo non uniforme, e la pasta risulterà appiccicosa.

Come si fa a capire se la pasta è di qualità?

Pasta di qualità. Questione di consistenza, non solo cottura. Senza zone molli fuori, dure dentro. Uniforme. Dice molto della materia prima. E della lavorazione.

  • Consistenza uniforme: fondamentale.
  • Nessuna parte molle esternamente: segno di qualità.
  • Nessuna parte dura internamente: cottura e materia prima buone.

La trafilatura al bronzo, per esempio, crea una superficie ruvida. Trattiene meglio il sugo. Io preferisco il grano duro. Rustico, saporito. Ho un debole per i paccheri. Li condisco con un sugo semplice di pomodorini datterini, aglio e basilico. Raccolti dal mio orto, ovviamente. Il sugo deve avvolgere la pasta, non affogarla. Un’altra cosa: l’acqua di cottura. Non buttatela via. È ricca di amido. Perfetta per mantecare. O per addensare zuppe. Quest’anno ho piantato anche la varietà Senatore Cappelli. Vedremo come viene la pasta.

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