Come si dovrebbe bere il caffè?

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Dopo aver mescolato il caffè, la tazzina va riposata sul piattino. Si solleva la tazzina portandola alla bocca con pollice e indice, mantenendo il mignolo piegato nella mano. Non è elegante sollevare il mignolo mentre si sorseggia la bevanda.

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L’Arte di Sorreggere l’Espresso: Un’Elegante Danza tra Gesto e Sapore

Il caffè, in Italia, non è solo una bevanda. È un rito, un pretesto, un pilastro della socialità. Dalla frenesia del “caffè al volo” al piacere di una pausa meditativa, l’espresso scandisce le nostre giornate. Ma, al di là della miscela e della macinatura perfetta, esiste un galateo non scritto, un’arte sottile che riguarda il modo in cui portiamo la tazzina alle labbra e assaporiamo il suo contenuto.

Una volta ricevuto il nostro espresso, magari accompagnato da una nuvola di zucchero, il primo gesto è quello di mescolare. Un movimento delicato, che permette allo zucchero di fondersi armoniosamente con la bevanda, sprigionando aromi e profumi che preannunciano il piacere imminente. Poi, la tazzina va riposta con garbo sul piattino. Un gesto di rispetto verso la bevanda e verso chi l’ha preparata.

È a questo punto che inizia la vera e propria “danza”. Si solleva la tazzina, afferrandola delicatamente tra il pollice e l’indice. Le dita dovrebbero accarezzare la porcellana, sentendo il calore avvolgente che si sprigiona. Il polso rimane morbido, il movimento fluido e naturale.

Ed ecco il punto cruciale, spesso oggetto di dibattito: il mignolo. In molti, seguendo un’antica convenzione sociale, lo sollevano istintivamente. Ma la verità è che, secondo le regole dell’eleganza più autentica, il mignolo dovrebbe rimanere piegato all’interno della mano. Non si tratta di un dettaglio trascurabile, ma di un segno di raffinatezza e di controllo. Sollevare il mignolo può risultare un gesto affettato, un tentativo maldestro di ostentare un’eleganza che non appartiene al momento.

Al contrario, tenere il mignolo piegato permette di mantenere un’impugnatura più salda e naturale, evitando movimenti bruschi che potrebbero far rovesciare il prezioso liquido. L’attenzione si concentra sul sapore, sull’aroma, sull’esperienza sensoriale. Il gesto diventa un tutt’uno con il piacere di assaporare l’espresso, senza distrazioni o orpelli inutili.

L’arte di sorseggiare il caffè, quindi, non è solo una questione di etichetta. È un modo per celebrare la tradizione, per rendere omaggio alla cultura italiana del caffè, per trasformare un gesto quotidiano in un momento di raffinato piacere. Un piacere che va assaporato lentamente, con consapevolezza e, perché no, con un pizzico di eleganza. Perché, in fondo, anche il modo in cui teniamo una tazzina può raccontare molto di noi.