Cosa bere di tipico a Venezia?

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A Venezia, l'aperitivo per eccellenza è lo Spritz: prosecco, bitter e selz. Un mix rinfrescante, ufficialmente riconosciuto cocktail IBA solo nel 2011. Da provare!

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Cosa bere a Venezia di tipico?

Venezia, ah Venezia… Ricordo una sera di agosto 2019, seduti a un tavolino in Campo Santa Margherita, la folla che chiacchierava intorno. Un caldo pazzesco. Io e mia sorella, assetate, abbiamo ordinato due spritz. Costavano, se ricordo bene, 8 euro l’uno.

Carino, frizzante, un po’ troppo dolce per i miei gusti, ma perfetto per quella serata. Quello Spritz veneziano, un classico. Prosecco, Aperol, seltz… semplice, ma efficace. Poi però ho scoperto che l’IBA lo ha riconosciuto solo nel 2011? Non lo sapevo. Per me è sempre stato lo spritz, da sempre, simbolo di Venezia, come il profumo di acqua salata e bacari.

D: Cosa bere a Venezia di tipico? R: Spritz (Prosecco, Aperol, seltz).

Come chiamano laperitivo a Venezia?

Sai, a Venezia… l’aperitivo, è una cosa… complicata. Non è solo un drink, capisci? È un’atmosfera.

Spesso, lo chiamano Spritz. Quello è il classico, con il prosecco, l’Aperol… o il Campari, a seconda dei gusti. A volte, più strong. Quest’anno, ho notato che molti usano Cynar, un amaro più erbaceo. Mi piace di più.

Poi c’è l’ombra. Un’ombra di vino, bianco, solitamente. Più semplice, più… intimo, forse. Meno appariscente dello spritz, ma non meno piacevole. Ricorda i pomeriggi pigri, le chiacchiere lente, il sole che scivola tra i palazzi. Quest’anno, bevendo un’ombra di Pinot Grigio, ho visto un gatto rosso dormire su un davanzale. Un bel ricordo.

E poi… i cicchetti. Ah, i cicchetti! Quei piccoli bocconi, uno tira l’altro. Baccalà mantecato, certo. Ma anche polpette, sarde in saor, crostini… dipende dal bacaro. Quest’anno, ho scoperto un posto vicino a Rialto che fa dei mini-tramezzini con il radicchio, divini.

  • Punti principali:

    • Spritz (Prosecco, Aperol/Campari/Cynar, Seltz)
    • Ombra (Vino bianco)
    • Cicchetti (Stuzzichini vari)
  • Note personali:

    • Preferenza per Cynar nello Spritz quest’anno.
    • Ricordo di un gatto rosso e di un Pinot Grigio.
    • Scoperta di un bacaro con ottimi tramezzini al radicchio vicino a Rialto.

Come si chiamano i cicchetti a Venezia?

A Venezia, quei deliziosi bocconcini che accompagnano il vino nei bacari si chiamano, semplicemente, cicchetti. Niente di più, niente di meno. Pensate a loro come a un’opera d’arte culinaria in miniatura, un piccolo capolavoro che ti fa venire voglia di ordinare altri cinque. Sono la versione veneziana delle tapas spagnole, ma con un’anima più selvaggia, meno turistica, diciamo. Un po’ come la mia nonna, una santa, ma con un’irriverenza che ti lasciava a bocca aperta.

  • Pesce? Carne? Dipende dal bacaro, ma la scelta è sempre abbondante: crostini con baccalà mantecato, polpette al sugo, sarde in saor, frittura mista… Un festival di sapori che ti fa sentire un re (o una regina, ovviamente).
  • L’atmosfera? Informale, conviviale, quasi familiare. Tutti vicini, quasi a toccarsi, in un’allegra bolgia di bicchieri tintinnanti e chiacchiere a bassa voce (a meno che tu non sia seduto vicino a mia zia, che parla come se avesse una tromba nelle vene!).
  • Dove trovarli? Ovunque! Basta gironzolare un po’ per le calli e troverai un bacaro dietro l’angolo. È come trovare un oasi nel deserto… un oasi con il prosecco, ovviamente. Un’esplosione di gioia per il palato e per l’anima.

Quest’anno, mia cugina ha aperto un nuovo bacaro. Ha chiamato “Il Gatto Scimmiottato”, perché è una che ama i gatti e, soprattutto, fare ironia sulla vita. Offre cicchetti originali, tipo polpette di seitan al rabarbaro, una scelta decisamente più… avventurosa. Anche io, con la mia passione per le melanzane, ne ho fatto un’invasione di questo posto.

#Acqua #Venezia #Vino