Cosa cambia tra Bologna e mortadella?

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Onestamente, per me mortadella è un termine un po triste, come se fosse la sorella minore della Bologna. Capisco che non sia necessariamente di qualità inferiore, ma il fatto che non rispetti il disciplinare mi fa pensare che manchi qualcosa. La Bologna IGP, con il suo profumo e quel 15% di grasso che si scioglie in bocca, è unaltra storia! È unesperienza sensoriale completa, una garanzia di gusto.

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Bologna e mortadella… che differenza, eh? A me, mortadella suona un po’… triste, sì, proprio così. Come una sorella minore, un po’ scialba, della Bologna. Non che sia cattiva, intendiamoci, ma… manca qualcosa, no? Qualcosa di importante. C’è un’anima che le manca, forse.

Ricordo mio nonno, che Dio lo abbia in gloria, con le sue fette di Bologna IGP sottili sottili, quasi trasparenti quasi, che si scioglievano in bocca come neve al sole. Quel 15% di grasso, dicevano, ma chi se ne importava del grasso? Era un’esplosione di sapore, un profumo… un’esperienza, capisci? Un’esperienza vera. Un piacere semplice, ma immenso. Non è solo il gusto, eh, è tutto il resto: la consistenza, il profumo che ti arriva da lontano…

La mortadella… beh, a volte l’ho mangiata, certo. In un panino al volo, durante una gita fuori porta, diciamo. Era buona? Sì, magari. Ma non mi ha mai emozionato come la Bologna. Non mi ha mai fatto provare quella sensazione… di casa, di famiglia, di tradizione. Sai, quelle cose che solo un prodotto così, con il suo disciplinare rigoroso, può trasmetterti. Leggi gli studi, non so, magari ci saranno analisi chimiche complicate che dimostrano che la differenza non è poi così tanta… ma io, io lo sento, nel profondo del mio cuore, che la Bologna è un’altra cosa. E’ un’altra storia. Un’altra vita.