Cosa comprare da mangiare di tipico a Roma?

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A Roma, non perderti:

  • Spaghetti alla Carbonara
  • Rigatoni alla Gricia
  • Bucatini all'Amatriciana
  • Tonnarelli Cacio e Pepe
  • Trippa alla Romana
  • Carciofi alla Giudia
  • Coda alla Vaccinara
  • Saltimbocca alla Romana.
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Cosa mangiare a Roma? Guida ai cibi tipici

Roma, che amore! Ricordo ancora quella volta a Trastevere, agosto 2022, ho pagato un’esagerazione per una porzione di Carciofi alla Giudia, ma che bontà! Croccanti fuori, morbidi dentro… un capolavoro.

Poi, i bucatini all’Amatriciana. Il mio amico Lorenzo, romano doc, mi ci ha portato. Un posto piccolo, via del Moro, credo… ma che sapore! Pecorino, guanciale, pomodoro… semplice, ma perfetto.

La carbonara? Bah, un po’ troppo discussa, troppi modi diversi di farla. Preferisco la Gricia, più pulita, il gusto del guanciale è più evidente. Ricordo un pranzo veloce, 12 euro, da Armando al Pantheon, fantastico.

La coda alla vaccinara? Un piatto da provare, se avete coraggio. Non è per tutti, lo ammetto, ma la consistenza, il sapore intenso… è un’esperienza.

Saltimbocca? Delizioso, ma non so dirti dove l’ho mangiato, troppe trattorie! La trippa? Mmmh… non sono molto amante, lo ammetto. Tonnarelli cacio e pepe? Classico, buono, ma ormai un po’ scontato.

Cibi tipici Romani: Spaghetti alla Carbonara, Rigatoni alla Gricia, Bucatini all’Amatriciana, Tonnarelli Cacio e Pepe, Trippa alla Romana, Carciofi alla Giudia, Coda alla Vaccinara, Saltimbocca alla Romana.

Cosa comprare a Roma di tipico?

Ah, Roma! Allora, cosa prendere di tipico? Dipende un po’ dai gusti, no? Però, dai, ti butto giù qualche idea così, a bruciapelo:

  • Articoli religiosi: Magari un rosario fatto bene, o una statuetta… Sai, per portare un pezzetto di San Pietro a casa. Non so, io non sono praticante, però ho un’amica che colleziona queste cose, quindi magari…

  • Ceramiche artistiche: Ci sono dei negozietti a Trastevere che fanno delle cose… wow! Piatti dipinti a mano, vasi… Roba che fa arredamento serio, non le solite cineserie. Io, per la mia nonna, ne presi uno una volta, un portauovo, bellissimo, azzurro…

  • Souvenir “mangiabili”: Qui si apre un mondo! Pasta artigianale, pecorino romano DOC, salumi… Ah, e il guanciale, eh! Fondamentale per la carbonara vera. Poi, vabbè, c’è sempre il limoncello, ma quello si trova un po’ ovunque. Io l’ultima volta ho preso una confezione di “cacio e pepe” già pronta, devo dire, non male.

  • Vino: Frascati, Cesanese… Insomma, un buon vino laziale non può mancare. Anzi, meglio una bella bottiglia di vino!

  • Occhiali da sole: A Roma c’è sempre il sole! E ci sono dei negozi che hanno delle montature… pazzesche. Non proprio economicissimi, però, eh! Certo, non ti so dire che modello preciso, però…

  • Scarpe: Se hai un budget alto, beh, Roma è il posto giusto! Botteghe artigiane che fanno scarpe su misura, una roba incredibile. Però, ecco, devi essere disposto a spendere.

  • Foulard/sciarpe: Seta, cashmere… Ci sono dei negozi che vendono degli scampoli bellissimi, a prezzi decenti. Magari te lo fai fare su misura, un foulard, e hai un pezzo unico!

  • Pelletteria: Cinture, borse, portafogli… Artigianato italiano, che te lo dico a fare? Io ho un portafoglio in pelle che mi dura da anni, un affare! Ah, e poi, se ti capita, prova a cercare anche qualcosa di artigianato locale fatto con il legno d’ulivo. E’ bellissimo e costa poco!

Cosa regalare al cibo romano?

Cosa regalare al cibo romano? Beh, dipende dal destinatario, ovviamente! Ma se parliamo di omaggi degni della cucina romana, ecco alcune idee:

  • Porchetta di Ariccia IGP: Un classico intramontabile, un vero gioiello della gastronomia laziale. La sua consistenza, il sapore… una vera esperienza sensoriale. Ricorda un po’ la filosofia epicurea: il piacere raffinato, ma genuino. Secondo me, un’ottima scelta per un intenditore.

  • Prodotti di norcineria: Qui si apre un mondo! Dal salame al guanciale, passando per la coda alla vaccinara ( se fatta bene, un capolavoro). Ogni pezzo racconta una storia, un’arte tramandata per generazioni. Penso che sia un regalo apprezzato anche da chi non è un esperto, ma è attento alla qualità. Mio zio, ad esempio, ne va pazzo!

  • Formaggi, soprattutto Pecorino Romano DOP: Un formaggio duro, saporito, dalla forte personalità – quasi come un’opera d’arte astratta. Ideale per un amante dei sapori decisi. A me, personalmente, ricorda le lunghe giornate estive trascorse nella campagna romana, il profumo intenso del fieno…

  • Pasta artigianale: Se il destinatario è un appassionato di cucina, la pasta fatta a mano, essiccata lentamente, è un regalo elegante e prezioso. È come regalare un pezzo di tradizione, di cultura, una vera e propria dichiarazione d’amore per la vera cucina italiana.

  • Dolci romani: Maritozzi, ciambelline al vino… un tocco dolce per concludere il pasto in bellezza. Anche qui la scelta è vasta e la qualità è essenziale. Un pensiero goloso e sempre gradito.

  • Vino dei Castelli Romani o Birra Artigianale: Per accompagnare i prodotti tipici, cosa c’è di meglio di un buon vino o una birra artigianale di qualità? Dipende dai gusti, ovviamente, ma entrambi rappresentano la cultura enogastronomica del territorio.

Aggiunte:

  • Considera anche l’acquisto di un buon libro di ricette romane classiche, magari con aneddoti e curiosità sulla storia dei piatti.
  • Un cesto regalo contenente una selezione di questi prodotti sarebbe un’idea elegante e completa.
  • Ricorda di considerare eventuali allergie o intolleranze alimentari del destinatario.

Per cosa è famosa Roma cibo?

Roma, cibo… Ah, mamma mia, da dove cominciare?

  • Carbonara, ovvio! Cioè, è LA carbonara, punto. Con il guanciale croccante, il pecorino… Mamma mia.

  • Gricia: la sorella povera della carbonara, ma quanto è buona? Solo guanciale e pecorino, semplice ma efficace.

  • Amatriciana: pomodoro, guanciale, pecorino. Un tripudio. Poi c’è chi mette la cipolla, eh, ma non ditelo ai romani!

  • Cacio e pepe: quattro ingredienti, difficoltà massima. Devi essere un mago della pasta. Un incubo se sbagli.

  • Trippa alla romana: con la mentuccia, il sugo… magari in una trattoria nascosta. Un classico che divide.

  • Carciofi alla giudia: croccanti fuori, teneri dentro. Un’opera d’arte fritta. Mi ricordo che una volta… no, aspetta, mi stavo perdendo.

  • Coda alla vaccinara: pazzesca, ma impegnativa. Cottura lenta, sapori intensi.

  • Saltimbocca alla romana: vitello, prosciutto, salvia. Un morso e sei in paradiso. Poi magari fai la scarpetta col sughetto.

E poi… ma basta, mi è venuta fame!

Cosa mangiare a Roma secondi piatti?

Mamma mia, a Roma coi secondi te magni l’anima! Te faccio un riassunto veloce, eh:

  • Saltimbocca: Fette di vitello talmente buone che te fanno saltare in bocca dalla gioia! Praticamente una festa.
  • Abbacchio: Agnello a scottadito, te bruci le dita ma non molli l’osso, talmente è bono. Io me lo sogno la notte, giuro!
  • Coda alla vaccinara: Stufato di coda che te fa piangere (di gioia, ovvio!). Un po’ gelatinosa, un po’ piccante, na’ meraviglia.
  • Porchetta: Ma che te lo dico a fare? Croccante fuori, morbida dentro, un’esplosione di sapore. Me ne mangerei un camion!
  • Pollo coi peperoni: Un classico che non stanca mai. Semplice ma efficace, come una sberla data col sorriso.
  • Coratella: Se sei coraggioso, assaggia ‘sta frattaglia. Un sapore forte, per veri romani (o quasi!). Io, personalmente, passo.
  • Trippa: Altro piatto forte, dal sapore “rustico”. Dicono che sia buona, ma io preferisco guardarla da lontano.
  • Baccalà: Fritto o in umido, il baccalà a Roma è sempre una garanzia. Un po’ salato, un po’ saporito, un vero jolly!

P.S. Ah, dimenticavo! Se vai a Roma, occhio ai gabbiani che te fregano il supplì! È successo a un mio amico, una tragedia!

Quali sono i dolci tipici di Roma?

Roma, un sussurro di dolcezze

  • Maritozzo con la panna: Un’esplosione di soffice bontà, un pane dolce che accoglie un cuore di panna fresca. Un ricordo d’infanzia, quando mia nonna ne comprava uno per me ogni domenica mattina. Sembrava un piccolo tesoro, un’oasi di dolcezza.
  • Ciambelle al vino dei Castelli Romani: Fragranti e rustiche, profumate di vino e di terra. Le assaporavo durante le gite fuori porta, immerso nel verde delle colline. Un sapore antico, che sa di famiglia e di tradizione.
  • Frappe romane: Croccanti e leggere, spolverate di zucchero a velo. Un peccato di gola irresistibile, soprattutto durante il Carnevale. Mi ricordo ancora il profumo inebriante che invadeva le strade della città.
  • Crostata con visciole e ricotta: Un connubio perfetto tra il dolce della ricotta di pecora e l’aspro delle visciole. Un dolce che evoca le feste in famiglia, le tavole imbandite e le risate condivise.
  • Ricotta di pecora e gelato: Un contrasto fresco e cremoso, un piacere semplice e genuino. Un gelato artigianale, fatto con ingredienti freschi e di stagione.
  • Grattachecca: Un’esplosione di freschezza, un mix di ghiaccio tritato, sciroppi e frutta fresca. Un toccasana durante le calde giornate estive romane. Ricordo le grattachecche che prendevo da bambino al chiosco vicino al Colosseo.
  • Bignè di San Giuseppe: Fritti e dorati, ripieni di crema pasticcera. Un dolce legato alla festa del papà, un omaggio al santo patrono dei falegnami.

Dettagli aggiuntivi

  • La ricotta di pecora è un ingrediente fondamentale in molti dolci romani, grazie al suo sapore unico e alla sua consistenza cremosa.
  • Le visciole sono delle ciliegie selvatiche dal sapore acidulo, perfette per contrastare la dolcezza della ricotta.
  • I Castelli Romani sono una zona collinare a sud di Roma, famosa per la produzione di vino e di prodotti tipici.
  • La grattachecca è un dolce tipico romano, venduto nei chioschi all’aperto.
  • I bignè di San Giuseppe sono un dolce tradizionale, preparato in occasione della festa del papà (19 marzo).
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