Perché si chiama apericena?

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Lapericena, neologismo nato dallunione di aperitivo e cena, indica un aperitivo rinforzato. Diffusosi in Italia a partire dalla fine degli anni 90 (pare da Torino), combina stuzzichini e bevande tipici dellaperitivo con una quantità di cibo tale da sostituire la cena.

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Perché si chiama apericena? Boh, a me sembra strano, un po’ come se avessero attaccato due parole insieme senza pensarci troppo. Aperitivo… cena… apericena. Suona un po’ strano, no? Ma funziona, eccome se funziona!

Ricordo quando, agli inizi degli anni Duemila, era una cosa nuova, quasi rivoluzionaria a Milano. Io, studentessa squattrinata, lo vedevo come un miracolo! Un modo per uscire, bere qualcosa di buono, e saziarsi senza spendere un patrimonio. Ricordo una volta, un apericena con le mie amiche da quel posto con le luci soffuse vicino al Navigli, avevano un buffet pazzesco, non so, forse c’erano anche venti tipi di focaccia, e io mi sentivo una regina! Ricca, appagata, e pure sobria, perché con quei prezzi potevo permettermi anche solo un bicchiere di vino.

Dicono che sia nato a Torino, alla fine degli anni ’90? Chissà, magari è vero. Ma qui a Roma, degli ultimi anni, è diventato un vero e proprio rito. Un’istituzione, direi. Dai, quanti apericena ho fatto in questi anni? Tanti, tantissimi. Con gli amici, con il mio ragazzo, anche da sola, perché no? A volte è più bello stare da soli, con un bel calice e qualcosa di buono da stuzzicare. Magari un’insalata di riso, o qualche mini-panino, e un bel pezzo di focaccia. Mmmh… solo a pensarci mi viene fame!

Insomma, che sia un neologismo, una parola inventata, poco importa. L’apericena è, per me, un momento di convivialità, un modo per mangiare qualcosa di buono e stare in compagnia, senza il peso di una cena formale. Un po’ magia, un po’ furbizia, e molto gusto.