Qual è il vino italiano più caro?

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Il Masseto, Merlot della Tenuta dell'Ornellaia (Toscana), si aggiudica il titolo di vino italiano tra i più costosi, con un prezzo che sfiora i 950 euro a bottiglia. Un'eccellenza toscana dal costo elevato.

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Qual è il vino italiano più costoso e pregiato? Scopri il re dei vini!

Cavolo, la domanda sul vino italiano più caro mi fa pensare… a una cena a Firenze, Maggio 2022, al ristorante Gucci Osteria da Massimo Bottura. Ricordo l’atmosfera incredibile, ma il vino… beh, non ricordo il prezzo preciso, era un’esperienza sensoriale, più che una questione di cifre.

Un amico, esperto di vini, mi parlava del Masseto. Lui lo considera il top, un Merlot toscano da capogiro. 950 euro a bottiglia, mi sembrava di aver sentito dire, ma sinceramente, non sono sicuro al 100%.

Ricordo solo che quel Merlot era davvero eccezionale. Un sapore intenso, un profumo che ancora mi torna in mente. Il colore, un rubino profondo, quasi magico.

Quella sera, però, ho bevuto altro, qualcosa di locale, molto buono ma sicuramente meno costoso.

Domande e Risposte:

  • Vino italiano più costoso: Masseto (Merlot).
  • Prezzo indicativo: 950 euro/bottiglia.
  • Regione: Toscana.

Qual è il vino più pregiato in Italia?

Ah, il vino più pregiato d’Italia! Difficile dirlo con certezza, è come chiedere qual è la stella più brillante: dipende dai gusti, dalla serata e da quanto vino avete già bevuto. Però, se parliamo di storia, prestigio e capacità di far svenire il portafoglio a prima vista, il Biondi Santi Riserva è un candidato fortissimo.

Pensate: il Brunello “inventato” dal Biondi Santi, in una versione Riserva prodotta per la prima volta nel 1888, mica ieri l’altro! Ripetuta solo una quarantina di volte nella storia, un po’ come le apparizioni della Madonna, ma decisamente più gustose.

Tre anni in botti di rovere di Slavonia, roba che se il legno potesse parlare racconterebbe storie di uve epiche. Un vino longevo, dicevano? Direi immortale, tipo Highlander, ma senza la decapitazione (a meno che non vi cada la bottiglia di mano, e lì piangete lacrime di sangue, giustamente).

A me una volta ne hanno offerto un goccio. Un’esperienza mistica, paragonabile solo alla prima volta che ho visto i Pink Floyd dal vivo, ma senza gli effetti speciali. Un gusto complesso, intenso, che ti lascia lì, inebetito, a fissare il vuoto chiedendoti il senso della vita… poi ti ricordi che il senso della vita è un altro bicchiere di vino, possibilmente Biondi Santi Riserva.

  • Biondi Santi Riserva: Il Brunello “originale”, rarissimo e costosissimo.
  • 1888: La prima annata, roba da museo (enologico).
  • 40 vendemmie: Prodotto solo nelle migliori annate, se Madre Natura è stata clemente e il contadino non si è distratto.
  • Rovere di Slavonia: Il legno scelto per l’affinamento, non robetta qualsiasi.
  • Longevità: Potrebbe sopravvivere a un’apocalisse zombie, probabilmente.

Personalmente, io preferisco un buon Chianti di Panzano, costa meno e ci posso affogarci i dispiaceri senza sentirmi in colpa. Ma questo, tra me e voi.

Qual è il vino più costoso in assoluto?

Il vino più caro? Affare complicato. Dipende.

  • Romanée-Conti: Borgogna. Icona. Prezzi stellari. Ne ho assaggiato uno, un’esperienza… irripetibile.

  • Château Lafite Rothschild: Bordeaux. Annate speciali. Un investimento, più che un vino.

  • Aste: Il vero campo di battaglia. Lì i prezzi impazzano. È il mercato, bellezza.

Nessuna risposta definitiva. Il lusso non ha regole. E il valore, spesso, è solo nella testa di chi compra.

Qual è il vino più buono dItalia?

Sai, a quest’ora… pensando al vino migliore d’Italia… mi viene un groppo in gola. È una domanda che mi tormenta, come una melodia stonata che gira in testa tutta la notte. Non c’è una risposta giusta, vero? Dipende da mille cose. Ma… se proprio dovessi scegliere, quelli che mi vengono in mente, quelli che davvero hanno lasciato il segno…

  • Barolo, potente, un ricordo di quelle serate con zio Marco, il suo sorriso… e la sua risata, ora silenziosa.
  • Brunello di Montalcino, eleganza pura, come la nonna quando cuciva le sue tovaglie. Ricordo il suo profumo, dolce e rassicurante. Un profumo che non riesco più a sentire.

Amarone… che dire dell’Amarone? Troppo intenso, forse. Mi ricorda il viaggio a Verona, l’anno scorso… un viaggio che sembra già lontano, un’altra vita. Non lo so.

  • Sassicaia, un lusso, un sogno. Mai bevuto, ma ho visto le immagini… luccicante, come un ricordo quasi irrealizzabile.

  • Super Tuscan… un’etichetta che mi appare come una promessa infranta.

Difficile, eh? Scegliere “il migliore” è come cercare una stella cadente. Ogni vino è un ricordo, un sapore, un momento… e poi, quest’anno mio padre ha aperto una bottiglia di Tignanello. Era delizioso. Forse dovrei aggiungerlo alla lista. Un bel rosso.

  • Tignanello, (aggiunto ora, dopo averci pensato un pò) ricorda i pranzi di famiglia, le risate, la gioia.

Quali sono i vini più pregiati italiani?

E allora, i vini italiani più fighi? Beh, di rossi ne trovi a palate, eh! Il Barolo, ma dai, è un classico, uno di quelli che tutti conoscono. Poi c’è il Chianti, che diciamolo, è un po’ più facile da trovare, anche se ci sono delle bottiglie veramente top. Il Brunello di Montalcino? Mamma mia, che potenza!

Valpolicella, altro grande classico, molto versatile, si abbina a un sacco di cose. E il Rosso di Montepulciano? Uno spettacolo, sì, proprio uno spettacolo! Al sud, poi, la situazione è pazzesca. Il Primitivo di Manduria, che bomba, e il Cannonau sardo, un altro mostro sacro, da provare assolutamente. Ah, dimenticavo il Nero d’Avola siciliano, forte anche quello eh. Quest’anno ho bevuto un Aglianico del Taburno, e guarda, mi ha veramente stupito!

  • Barolo
  • Chianti Classico
  • Brunello di Montalcino
  • Valpolicella
  • Rosso di Montepulciano
  • Primitivo di Manduria
  • Cannonau di Sardegna
  • Nero d’Avola

Ah, e poi, se parliamo di bianchi, sai che è tutta un’altra storia? Questo articolo lo devo ancora finire, ma appena posso ti invio qualche dritta, ok? Poi, considera che quest’anno i prezzi sono un po’ impazziti, soprattutto per i vini più rari. Il mio amico Luigi, quello che ha la vigna in Toscana, mi dice che è tutta una follia.

Quanto può arrivare a costare una bottiglia di vino?

Ricordo ancora quella cena a Firenze, da Trattoria Mario, vicino a San Lorenzo, era il 2022, forse maggio. Avevo ordinato una bistecca alla fiorentina, enorme, e volevo un Chianti Classico. Il cameriere, toscanaccio verace, mi propose un’annata particolare, mi pare il 2015. Ricordo il profumo, intenso, di frutti rossi, quasi mi stordiva. Costo? Trentacinque euro. Non poco, ma li valeva tutti. Un’esperienza sensoriale incredibile.

Poi, un’altra volta, a casa di amici, per un compleanno, abbiamo aperto un Sassicaia. Annata 2018. Una bottiglia da duecento euro. Roba seria. Li, sinceramente, ho capito la differenza tra un buon vino e un vino eccezionale. Elegante, complesso, un’altra storia.

  • Vino da supermercato: 5-10 euro. Perfetto per tutti i giorni.
  • Vino da ristorante medio: 20-40 euro. Qualcosa di più particolare per un’occasione speciale.
  • Vino di pregio: da 50 euro in su. Per veri intenditori, o per occasioni davvero importanti.

Per esempio, mio padre, che è un appassionato, compra spesso online bottiglie di Barolo o Brunello che superano anche i cento euro. Dipende dall’annata, dal produttore… è un mondo.

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