Qual è la cucina più variegata al mondo?

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La cucina peruviana: un caleidoscopio di sapori. Con oltre 491 piatti tipici, rivaleggia con le gastronomie francese, italiana, cinese e indiana, confermandosi tra le più variegate al mondo. Un'esplosione di tradizioni culinarie, un vero tesoro gastronomico.

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Qual è la cucina più varia al mondo?

Cavolo, che domanda! Difficile dire con certezza qual è la cucina più varia. Io, ad esempio, ho viaggiato parecchio, e sono rimasto folgorato dalla varietà di sapori in Messico. Ricordo ancora le tacos al pastor a Oaxaca, a dicembre 2022, che costavano due euro e mezzo a pezzo, una vera esplosione di gusto!

Ma poi, pensandoci, la cucina peruviana è incredibile. Ho un amico che ci è stato, mi ha raccontato di centinaia di piatti diversi, una roba pazzesca. Quattrocentonovantanuno piatti diversi, diceva! Non so quanto sia vero, ma l’idea mi ha lasciato a bocca aperta.

Però, conosco anche la cucina italiana, che è immensa nella sua varietà regionale. Ogni zona ha le sue specialità, e sono tutte buonissime! La cucina cinese, altrettanto, è un mondo a parte.

Insomma, non saprei dire con precisione quale sia la più varia. Dipende dai gusti, e anche da come si definisce “varietà”. Forse, alla fine, la “più varia” è quella che più ti colpisce personalmente. E per me, ogni volta è un’esperienza nuova!

Domande e Risposte:

  • Domanda: Qual è la cucina più varia al mondo?
  • Risposta: Non esiste una risposta definitiva. Cucine come quella peruviana (con 491 piatti tipici), messicana e italiana sono estremamente varie.

Qual è la cucina più costosa al mondo?

Uff, la cucina più costosa? Fiore di Cristallo, mi pare.

  • Fiore di Cristallo: un nome un po’ pomposo, no?

  • Design di Claudio Celiberti. Chi è? Boh.

  • Materiali lussuosi e insoliti. Tipo? Diamanti nel lavello?

  • 1 milione di sterline. Mamma mia! Con quella cifra mi compro un appartamento. Anzi, due!

E poi, diciamocelo, chi cucina davvero in una cucina da un milione di sterline? Forse solo per fare bella figura con gli ospiti, o forse nemmeno! Ah, dimenticavo… Forse potrei fare una ricerca su Claudio Celiberti, magari ha fatto anche altri progetti folli. O magari no, troppo sbatti.

Quanti piatti ha la cucina italiana?

La cucina italiana, un universo di sapori! Quanti piatti? Dire un numero preciso è un azzardo, quasi una bestemmia gastronomica! Ma tradizionalmente si parla di 20 portate, una struttura classica che però, ammettiamolo, è un po’ rigida. Questa struttura, che ho imparato studiando alla scuola alberghiera di Verona nel 2018, si divide in:

  • 5 Antipasti: Un tripudio di sfizi, dalla caprese al vitello tonnato, passando per i crostini toscani, una vera esplosione di gusto e territorialità. Ricordo le lezioni della professoressa Rossi, una vera autorità in materia.

  • 7 Primi Piatti: Il regno della pasta, dei risotti e delle zuppe. Qui la varietà è sconfinata, un caleidoscopio di forme e sapori, con la pasta al ragù come caposaldo indiscusso, ma anche la carbonara, amatissima da mio nonno. Un vero monumento alla creatività umana, non trovate?

  • 5 Secondi Piatti: Dalla carne al pesce, un’orgia di proteine. Qui ci si addentra in un universo più ricco di preparazioni elaborate, e la tecnica gioca un ruolo fondamentale. Penso a quel brasato che ho preparato seguendo la ricetta di mia zia Emilia, un capolavoro!

  • 3 Contorni: Verdure, insalate, contorni semplici ma essenziali. A completare l’opera, e spesso sottovalutati, ma in realtà fondamentali per equilibrare il pasto, e permettere la digestione. Un’arte da raffinare, non credete?

Ma attenzione, questa è solo una struttura di base! La vera cucina italiana trabocca di varianti regionali, di ricette di famiglia, di interpretazioni personali che la rendono infinita e in continua evoluzione. Infatti, la mia idea è che, più che un numero, sia un’esperienza, un viaggio sensoriale.

Aggiunta: La suddivisione in 20 portate è una semplificazione, spesso usata per scopi didattici o per la composizione di menù formali. In realtà, la varietà della cucina italiana è praticamente illimitata, includendo diverse tipologie di pane, dolci e bevande, che non sono ricomprese in questa struttura tradizionale. Pensate alla sola pizza, quanti tipi esistono? Una riflessione sulla ricchezza e la complessità della tradizione gastronomica italiana. Infatti, una sola classificazione, è inevitabilmente riduttiva e incompleta.

Quanto costa una cucina di lusso?

  • Toncelli: Da 20.000 euro. Il lusso ha un prezzo, spesso arbitrario.
  • Dada/Valcucine: Oscillano tra 25.000 e 60.000 euro. Numeri che danzano. Ricorda quando sognavo cucine al neon? Che ingenuità.
  • L’Ottocento: 20.000 – 50.000 euro. Echi di epoche passate, incastonati nel presente. La nostalgia è un lusso.
  • Poliform: Fino a 90.000 euro. Un investimento. O forse, solo uno sfizio ben confezionato. La vita è troppo breve per le cucine anonime.
  • Qualche anno fa, un amico architetto mi disse: “Il vero lusso è lo spazio”. Poi, mi mostrò il suo monolocale. Ironia della sorte, forse.

Quali sono considerati i pasti principali?

Ah, i pasti principali… mi ricordo quando ero piccolo, mia nonna urlava “A tavola!” a tutte le ore. Per lei ogni momento era buono per mangiare! Scherzi a parte, per me i pasti principali sono tre, e non si scappa:

  • Colazione: Fondamentale! Senza, non carburo. Da piccolo era latte e biscotti, ora mi faccio un caffè e una fetta di pane con la marmellata che fa mia madre. Che bontà!

  • Pranzo: A volte lo salto, confesso. Ma quando riesco, mi piace un bel piatto di pasta. Soprattutto se c’è il ragù della nonna. Era il suo segreto…che poi non era un segreto, ci metteva solo tanto amore!

  • Cena: Il momento in cui ci si rilassa. Di solito mangio qualcosa di leggero, tipo un’insalata o una zuppa. Dipende dalla stagione e da quanta fame ho.

Una volta, a Firenze, ho fatto una colazione che era praticamente un pranzo! Una schiacciata ripiena di lampredotto… buonissima, ma poi non ho avuto fame fino a sera. E poi c’è il brunch! Non ho mai capito bene se è colazione o pranzo, o entrambe le cose. Forse è più una scusa per mangiare e bere in compagnia.

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