Quali sono i piatti tipici a Roma?

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"A Roma, assapora l'autenticità con 10 piatti iconici: dalla Carbonara, simbolo della città, alla Gricia, passando per i croccanti Carciofi alla Giudìa e il saporito Abbacchio. Non dimenticare la tradizione del quinto quarto con la Trippa romana, i Supplì irresistibili e i Filetti di baccalà. Un viaggio culinario imperdibile!"

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Quali sono i piatti tipici romani assolutamente da provare? Scopri la cucina di Roma!

Allora, quali sono i piatti romani che proprio devi assaggiare? Mamma mia, l’imbarazzo della scelta! Io a Roma ci ho vissuto un po’, e credimi, ho fatto la mia parte nell’assaggio.

La carbonara è ovvia, ma non è solo uovo e guanciale, eh? C’è chi la fa con la panna (orrore!), chi sbaglia il tipo di formaggio. Trovare quella perfetta è quasi una missione. Mi ricordo una volta, in Trastevere, un ristorantino minuscolo… forse si chiamava “Da Enzo al 29”? Boh, non ricordo, ma la carbonara… da svenire!

Poi, la gricia. Sembra semplice, no? Guanciale, pecorino e pepe. Ma il segreto sta nella mantecatura, nel creare quella cremina che ti fa chiudere gli occhi.

E i carciofi alla giudia? Croccantissimi fuori e teneri dentro. Una poesia! Io li ho mangiati in un ristorante a Testaccio, vicino al mercato, che costavano sui 8€ l’uno, ma valevano ogni centesimo.

L’abbacchio… beh, se ti piace l’agnello, devi provarlo. Cotto alla romana, con patate, è una goduria.

Il quinto quarto, un capitolo a parte. Trippa, coda alla vaccinara… roba forte, per stomaci allenati. Io confesso, non sono una grande fan.

Invece i supplì! Crocchette di riso fritte, col cuore di mozzarella filante. Perfette come street food, da mangiare al volo mentre cammini per le vie del centro.

E il baccalà fritto? Leggerissimo, croccante, un’altra delizia.

Piatti tipici romani da provare (lista concisa):

  • Carbonara
  • Pasta alla Gricia
  • Carciofi alla Giudìa
  • Abbacchio
  • Trippa romana
  • Supplì romani
  • Filetti di baccalà

Qual è il piatto tipico di Roma?

La carbonara, eh? Roma non è solo il Colosseo, capito? È anche un tripudio di guanciale croccante, uova che si abbracciano in un cremoso abbraccio e pecorino che ti fa leccare i baffi come un gatto dopo una sonora lotta con un topo! Un piatto così, sembra uscito da un’opera d’arte, non da una semplice cucina. Ah, dimenticavo: il pepe, che ci dà quel tocco di “sveglia, babbo!”

  • Guanciale: Non prosciutto, eh! Il guanciale è la vera star, un attore di primo piano, non un comparsa.
  • Uova: Freschissime, altrimenti è un dramma! Un incubo culinario, come una partita di calcio del mio amatissimo Napoli quando si gioca contro la Juventus.
  • Pecorino Romano: Il re indiscusso, il sovrano del sapore. Altra cosa non si accetta! Provateci pure a metterci del parmigiano, vi sfido! Solo pecorino!

La carbonara è un’esperienza religiosa, un rito iniziatico. Certo, l’ho vista massacrata all’estero, un po’ come quel quadro di Van Gogh rifatto da un bambino di 5 anni con i pennarelli. Ma qui a Roma, è sacra. E se sei un turista, preparati: la vera carbonara è una sfida, un percorso a ostacoli gastronomici, ma ne varrà la pena.

  • Il mio segreto? Un goccio di vino bianco durante la preparazione. Non ditelo a nessuno!

Ah, dimenticavo: quest’anno, mio cugino ha aperto una trattoria vicino al Pantheon e fa una carbonara… mamma mia! Quasi quasi come la mia! (scherzo, la mia è imbattibile).

Qual è il piatto tipico di Roma?

La carbonara. Ma che te lo dico a fare! È Roma, no?

  • La carbonara, ecco il re di Roma. Non c’è storia, è lei. Punto.

  • Un ricordo… Era una domenica, Trastevere affollata, un’aria frizzantina. Entro in questa trattoria, “Da Enzo al 29”. Ordino la carbonara. Giuro, ho chiuso gli occhi al primo assaggio. Una botta di sapore. Guanciale croccante, crema di uovo perfetta, pecorino che pizzicava.

  • Ma perché è così buona? Cioè, è semplice, no? Uovo, guanciale, pecorino, pepe. Ma la magia sta nelle dosi, nella qualità degli ingredienti, nella mano del cuoco. E poi, diciamocelo, mangiata a Roma ha un altro sapore. Sarà l’aria, sarà l’acqua, sarà che te la gusti mentre senti l’eco dei sampietrini.

  • Attenzione alle imitazioni! All’estero fanno degli obbrobri. Panna? Ma chi l’ha detto? Bacon? No, guanciale! Aglio? Manco per sogno! È un sacrilegio.

Aggiungo che l’altro giorno ho visto un video di uno chef romano che ci metteva anche un pizzico di noce moscata. Non so, forse è una variante, ma io rimango fedele alla ricetta originale. Poi, ognuno a casa sua fa quello che vuole, chiaro. Ma a Roma, la carbonara è sacra.

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