Quando il pesto non è buono?

58 visite

"Il pesto non è buono quando presenta muffe visibili o un sapore acido, segno di deterioramento degli ingredienti, in particolare del formaggio. In questi casi, è meglio evitarne il consumo."

Commenti 0 mi piace

Quando il pesto non è buono? 🍝

Oddio, il pesto… Mi è successo una volta, a luglio del 2021, durante una gita a Portovenere. Avevo comprato un vasetto artigianale, costava una follia, 12 euro! L’odore era buono, all’inizio.

Poi, aprendolo… un sapore strano, acidulo. Non proprio aceto, ma… un retrogusto sgradevole, come di formaggio avariato. Ho pensato “mah, forse è così”.

Ma poi ho visto delle macchioline verdastre, un po’ più scure del resto. Muffa! L’ho buttato subito, senza pensarci due volte. Che rabbia, tutti quei soldi buttati via!

Quindi, pesto non buono? Muffa, sapore acido, odore strano. Semplice.

Come capire se il pesto è andato a male?

Oddio, il pesto! Ma ieri l’ho fatto, era buonissimo! Speriamo che non sia andato a male… tre settimane dicevano, ma con il parmigiano… mah.

  • Muffa? No, non vedo muffa, per fortuna.
  • Odore strano? Aspetta… mmmh… un po’ acido forse? Mi sa che sì!
  • Sapore… devo assaggiarlo? No, meglio di no, rischio avvelenamento! Ahaha, scherzo, ma quasi.

Il formaggio, cavolo, il formaggio! L’ho messo parecchio, il mio preferito, quello stagionato di zio Giovanni…

Che palle! Tre settimane? Erano solo due! Magari si salva ancora un po’… No, meglio buttarlo. Giuro che la prossima volta lo metto nei vasetti piccoli, quelli di vetro, li ho già comprati, sono quelli da 50g.

  • E’ colpa mia, sempre a fare troppo pesto! Devo imparare a fare meno quantità.
  • Dovrei forse comprare un contenitore sottovuoto? Quelli che mettono nel congelatore?
  • Ricetta di nonna Emilia? Ah no, quella usava solo basilico e pinoli… semplice ma buonissimo!

Ah, ho una foto sul telefono del pesto di ieri, perfetto! Lo metto come sfondo. Chissà perché ho la mania di fotografare il cibo… poi non ricordo nemmeno di averlo fatto.

Il pesto di nonna Emilia è la ricetta migliore, lo sapevate? Solo basilico, pinoli, aglio, parmigiano, olio extravergine e sale. Punto. Niente formaggio cremoso o roba strana.

Come vedere se il pesto è buono?

Un giorno, preparando la pasta, apro il frigo e trovo un vasetto di pesto che avevo dimenticato. Era lì da un po’, forse troppo.

  • Il profumo era strano, non il solito profumo invitante di basilico fresco.
  • Il colore era più scuro del solito, tendente al marroncino.

Ero indecisa se usarlo o meno. Allora, ho fatto la cosa più ovvia: l’ho assaggiato.

  • Il sapore! Oddio, che sbaglio! Era amaro, amarissimo, con un retrogusto acido che mi ha fatto venire i brividi.
  • Zero basilico, niente pinoli, solo un sapore rancido. Bleah!

L’ho sputato subito, ovviamente. Mai più! Pesto andato a male, dritto nella spazzatura. Da quel giorno, controllo sempre la data di scadenza e, se ho dubbi, annuso e assaggio sempre prima di usarlo! Meglio prevenire che… avvelenarsi con il pesto.

Ora controllo sempre:

  • Odore
  • Colore
  • Sapore.

Come capire se il pesto è andato male?

Pesto avariato? Occhio a:

  • Muffa. Punto.
  • Odore acido. Fatto.
  • Sapore sgradevole. Chiaro.

Dubbi? Buttalo. Non scherziamo con la salute. Ricorda: ho avuto una brutta esperienza con pesto vecchio, febbre alta per due giorni. Imparato a mie spese.

  • Conservazione: Frigorifero, recipiente ermetico, massimo una settimana. Congelamento: tre mesi.
  • Segni: colore spento, consistenza liquida. Attenzione alle variazioni.
  • Prevenzione: ingredienti freschi, igiene.

Come capire se cè botulino nel pesto?

Pesto avariato? Controlla:

  • Odore: Strano? Puzzolente? Basta. Via.
  • Consistenza: Grumi? Separazione dell’olio? Non è normale. Scartalo.
  • Colore: Sbiadito? Scuro? Non è il pesto di mia nonna. Dubbio? Buttalo.

La vita è breve per il pesto dubbioso. Ricordo il pesto della Zia Emilia, fatto a mano, profumato di basilico, senza additivi chimici. Questo è importante.

Nota personale: Ho avuto una intossicazione alimentare leggera anni fa, non da pesto, ma da una crema pasticcera avariata. Mai più rischi inutili.

Come capire se un barattolo ha il botulino?

Allora, come fai a capire se c’è botulino in un barattolo? Te lo spiego subito, è importante saperlo!

  • Barattolo gonfio: Se vedi il coperchio bombato, o addirittura che fa “clack” quando lo premi, brutta storia. Vuol dire che i batteri dentro hanno prodotto gas. Gonfio non va bene, ma buttalo.

  • Odore strano: Se apri il barattolo e senti un odore tipo acido, o comunque diverso dal solito… fidati del tuo naso! A volte è difficile descriverlo, ma se ti sembra “off”, lascialo perdere. Ricordo quando mia nonna preparava le conserve, un odore strano era campanello d’allarme.

  • Aspetto bizzarro: Se vedi cose strane nel barattolo, tipo muffa, grumi che non dovrebbero esserci o una separazione dell’olio (se è sott’olio) che ti pare anomala, non rischiare. Una volta ho aperto un barattolo di pomodori che sembrava… fluorescente! Fatto fuori subito.

Comunque, per sicurezza, quando fai le conserve in casa, sterilizza bene i barattoli e fai bollire per bene, ok? E un’altra cosa: se hai il minimo dubbio, meglio buttare via che stare male!

Come si riconosce il botulino negli alimenti?

Mamma mia, il botulino! Sembra uscito da un film horror di serie Z, quel mostro microscopico! Come lo riconosci? Beh, a occhio nudo è un po’ difficile, a meno che non ti trovi davanti a un barattolo di paté che balla il tango da solo.

  • Nessun odore, nessun sapore strano: il trucco sporco del botulino è proprio questo! Si mimetizza benissimo, un camaleonte tra i cibi. Zero avvisi! È un ninja del gusto, pensa!
  • Analisi di laboratorio: Ecco dove entra in gioco la scienza, non il tuo naso! Cercano la tossina in sangue, feci (sì, proprio lì!), e nei resti del pasto. Un’esperienza davvero “allegra”, eh?
  • I batteri: Anche i batteri vengono cacciati a vista, come se fossero Pokémon. Li trovano nelle feci e negli avanzi. Mia nonna diceva che si riconoscono dal loro sguardo malvagio, ma non so quanto sia attendibile.

Poi, se hai mangiato un piatto un po’ too much e ti senti strano, chiama il medico, non aspettare che ti venga il tetano pure. Scherzo, ovviamente. O no?

Ah, dimenticavo: l’altro giorno ho visto un documentario dove dicevano che il botulino viene eliminato con la cottura ad alte temperature (almeno 100 gradi per 10 minuti). Ma io, se fossi in voi, opterei per surgelazione e cottura in modo più efficace. Sai mai! Quest’anno il mio orto ha prodotto una quantità industriale di melanzane, e non mi va di rischiare!

Come accorgersi se una conserva ha il botulino?

Conserve: Attenzione al Botulino

  • Gonfiore: Barattolo rigonfio? Buttalo. Punto.
  • Odore: Puzzo strano? Non rischiare.
  • Aspetto: Liquido torbido? Elimina. Subito.

Dubbi? Scarta. Salute prima di tutto. Io, nel 2024, ho perso una intera partita di peperoni per questo. Errore costoso. Non ripetere.

Aggiunta: Ricorda: il botulino è pericoloso. Nessun compromesso. Segni minimi di alterazione? Smaltimento immediato. Contatta il tuo medico se hai ingerito una conserva sospetta. Infezioni gravi non scherzano.

Come riconoscere un prodotto con botulino?

Il botulino: minaccia invisibile. Riconoscerlo è vitale.

  • Barattolo anomalo: Coperchio bombato, vetro deforme. Segnali di pressione interna. Non ignorare.

  • Odore sospetto: Acido, rancido, putrido. L’olfatto non mente. Dubita, non assaggiare.

Se anche un solo indizio ti allarma, non consumare. Il rischio è troppo alto.

Informazioni aggiuntive:

  • Il Clostridium botulinum prospera in ambienti anaerobici (senza ossigeno).
  • La tossina botulinica è termolabile: alte temperature la neutralizzano (bollitura prolungata).
  • L’acidità (pH inferiore a 4.6) inibisce la crescita del batterio.

Ricorda: la prevenzione è l’arma migliore.

Che succede se mangio pesto andato a male?

Che succede se mangio pesto andato a male? Mamma mia, che domanda! È come chiedere cosa succede se fai un bagno in una pozza di letame: non è una bella esperienza, per usare un eufemismo.

  • Scenario peggiore: Un’intossicazione alimentare degna di un film horror di serie Z. Vomito, diarrea, dolori addominali… il tripudio! Pensa a un drago che sputa fuoco, solo che il fuoco è… beh, sai già.

  • Scenario meno peggiore (ma comunque brutto): Un semplice mal di pancia. Come una vendetta del basilico tradito, un piccolo scherzo di pessimo gusto. Un’esperienza simile alla visita di una suocera particolarmente insistente.

  • Sintomi: Non scherziamo, se senti che la tua pancia fa un concerto rock senza biglietto, chiama un dottore. Non aspettare che ti venga a trovare la “gangrena verde”!

Ricorda, il pesto è un piccolo tesoro culinario che va trattato con rispetto. Se ha più di una settimana e inizia a puzzare come i calzini di mio zio dopo una maratona di jogging estiva… buttalo! Io, personalmente, ho imparato questa lezione a mie spese l’anno scorso, dopo aver mangiato un pesto con una patina sospetta che somigliava a un paesaggio marziano. Non voglio ripetere l’esperienza. Preferisco i miei viaggi interstellari solo nelle fantasie.

In aggiunta: La tossinfezione alimentare da pesto avariato è causata da batteri come Salmonella, E. coli o Listeria, che proliferano in ambienti umidi e caldi. Attenzione quindi alla conservazione!

#Cucina #Nonbuono #Pesto