Quando non mangiare il pesto?
Pesto: quando evitarlo? Se fermentato (sapore acido, fuoriuscita dal vasetto) è da scartare. Il pesto fatto in casa, in particolare, va consumato entro pochi giorni. La soluzione ideale? Congelarlo, sia quello industriale che quello artigianale. Freschezza garantita!
Quando evitare il pesto?
Ma quando è che non si dovrebbe proprio mangiare il pesto?
Ok, allora, diciamo che il pesto è lì, tranquillo nel suo vasetto, e appena lo apri fa tipo “splash!”, esce fuori. Ecco, lì, c’è qualcosa che non va. Significa che è partito il processo di fermentazione, e diventa acido, non buono insomma. In quel caso, lascia perdere, davvero.
Il pesto fatto in casa, quello è una goduria, però bisogna starci attenti. Dura poco, eh? Io mi ricordo che mia nonna lo preparava, mamma mia che profumo, però ci diceva sempre di mangiarlo in fretta, tipo entro 2-3 giorni al massimo.
Il trucco che usava lei, e che uso anch’io, è congelare. Sia quello comprato al supermercato (a volte prendo quello di Eataly, buono ma costa sui 6€ a vasetto), sia quello fatto in casa. Congelato si conserva un sacco!
Chi soffre di gastrite può mangiare il pesto?
Oddio, la gastrite… questa notte mi torna in mente. Quel bruciore, sai? Terribile. Il pesto… mah, dipende.
A pensarci bene, con la mia gastrite, il pesto… no, meglio di no. Troppo acido, troppo aggressivo per lo stomaco. Mi ricordo la volta che ho provato, un disastro. Dolore lancinante.
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Pesto e gastrite: NO. Almeno per me. Ogni corpo è un mondo, eh, ma io non rischio.
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Condimenti da evitare: Ragù (troppo pesante e acido), aglio ( irritante), peperoncino (ovvio!).
Questa roba qui, con la mia gastrite, è un suicidio lento. Giuro, ho imparato sulla mia pelle. Ancora adesso, a volte, di notte, quel dolore… mi sveglia.
Ricordo il gastroenterologo, dottor Rossi, lo scorso maggio. Mi ha detto di stare attento agli acidi. E il pesto, per la mia gastrite, è un nemico giurato. Poi, l’estate scorsa, ho tentato una mini porzione di pesto leggero, fatto in casa, con poco basilico. È andata male lo stesso. Un incubo.
Dove si può mettere il pesto?
Sai, a quest’ora… il pesto… Mi vengono in mente un sacco di cose, a pensarci bene. Un po’ di malinconia, stasera.
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Pasta al pesto, ovvio. Quella è la classica, no? Ricordo mia nonna, le sue mani… il profumo…
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Sul minestrone, beh, lo facevo anche io, qualche volta. Non è il massimo, ma… dava un tocco in più, un po’ insolito. Un ricordo un po’ amaro, in realtà, quella zuppa.
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Pizza? Mmmh… non ci ho mai pensato, a dire il vero. Forse troppo forte? Non so, dev’essere una pizza particolare.
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Panini e focacce… certo, certo, lì ci sta bene. Un sapore fresco, perfetto per un pranzo veloce. Quest’anno, ho provato con la focaccia al rosmarino… che buono.
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Sull’insalata… un’idea originale, eh? Non l’ho mai fatto, ma chissà… magari provo.
Ecco, è tutto un po’ confuso, lo so. Sono stanco. Ma il pesto… il pesto è un ricordo, sai? Un sapore di casa.
Quest’anno ho usato il basilico del mio balcone, è stato diverso. Più intenso.Ho scoperto un pesto di pistacchio buonissimo, da una piccola bottega vicino casa.Mia nonna usava il pecorino sardo, io preferisco il parmigiano.
Dove si conserva il pesto fatto in casa?
Uff, il pesto! Mamma mia, che buono!
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Frigo, sì, ma tipo 2 giorni max. Ricordo che una volta l’ho lasciato di più ed era diventato scuro… che schifo! Sempre con l’olio sopra, mi raccomando, un velo, che fa da barriera. Ah, barattolo chiuso bene, ovvio.
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Congelatore, se ne hai fatto chili. Io di solito lo metto nei contenitori del ghiaccio, così ho le porzioni già pronte. Geniale, no? Poi li trasferisco in un sacchetto. Quanto dura? Boh, mesi? Un anno? Chi lo sa! Io lo finisco sempre prima, è troppo buono.
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E se provassi a farlo sott’olio? Come faceva la nonna… mmmh, da provare!
A cosa fa bene mangiare il pesto?
A cosa fa bene mangiare il pesto… Mmh.
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Depurativo, sì, ecco… Basilico e aglio, insieme, mi ricordo la nonna diceva sempre che pulivano dentro. Fegato, stomaco, intestino… un po’ come fare le pulizie di primavera, ma dentro di te.
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Cuore e colesterolo… Magari fosse vero che mangiando pesto mi sentissi più in forma. Forse un po’ aiuta, ma non fa miracoli, eh.
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Grassi buoni per la pelle… Olio d’oliva e pinoli, una coccola. Per la pelle, le articolazioni… boh, speriamo.
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Ricordo quella volta a Genova… Il pesto fresco, fatto al momento. Un sapore… diverso. Forse era più buono, forse solo il posto lo rendeva speciale.
Chi ha il colesterolo alto può mangiare il pesto?
Chi ha il colesterolo alto può mangiare il pesto? Dipende.
Il pesto, in sé, non è il nemico del colesterolo alto. Anzi, l’azione combinata del basilico e dell’aglio, nota fin dall’antichità per le virtù depurative, può persino contribuire a migliorarne i livelli. Il basilico, ricco di antiossidanti come i polifenoli, combatte lo stress ossidativo, fattore chiave nell’aterosclerosi. L’aglio, poi, contiene l’allicina, un composto con proprietà ipolipemizzanti.
- Ma attenzione! Il discorso cambia radicalmente con l’aggiunta di ingredienti “a rischio”. L’olio extravergine di oliva, pur salutare, è ricco di grassi, anche se monoinsaturi. I pinoli, poi, sono un concentrato di grassi e calorie. Quindi, un pesto preparato con dosi generose di questi ultimi può facilmente vanificare i benefici degli altri componenti.
Ricordo di aver letto su un articolo scientifico del 2023 (mi pare sul Journal of Nutritional Biochemistry, ma dovrei ricontrollare) un’analisi approfondita sugli effetti del pesto sulla salute cardiovascolare, che evidenziava appunto l’importanza del bilanciamento degli ingredienti. Insomma, un cucchiaino di pesto artigianale, con olio di qualità e pochi pinoli, è un’altra storia rispetto a una montagna di pesto industriale, ricco di grassi saturi nascosti. Non è la stessa cosa!
In sintesi: un consumo moderato di pesto, preparato con attenzione agli ingredienti, non è necessariamente un problema per chi ha il colesterolo alto. Il mio consiglio è: meglio farlo in casa, controllando ogni singolo elemento.
Aggiunta: Anche la presenza di formaggio nel pesto (parmigiano, pecorino) va considerata attentamente a causa dell’apporto di grassi saturi. La mia nonna, per esempio, preparava un pesto leggero con solo basilico, aglio, olio, sale e pinoli in quantità minima, e devo dire che aveva una salute di ferro, nonostante l’età avanzata. La moderazione è sempre la chiave.
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