Quando si mangia il pasticciotto?
Il pasticciotto, delizia leccese, si gusta in ogni momento! A colazione per una dolce partenza, a merenda per una pausa golosa, o come dessert a fine pasto per un tocco di raffinata dolcezza. La sua versatilità lo rende perfetto per ogni occasione.
Quando si mangia il pasticciotto?
Uhm, il pasticciotto… che domanda! Io lo mangio quando capita, sinceramente. Non mi faccio troppi problemi.
Però, se devo proprio rispondere, tecnicamente parlando, le occasioni più comuni sono:
- A colazione
- A merenda
- Come dessert dopo i pasti principali
Però, dai, chi resiste a un pasticciotto caldo appena sfornato? Io, di sicuro, no! Magari lo prendo mentre passeggio per Lecce, ricordo una volta, era tipo un martedì di ottobre, ho pagato 1,50€ e me lo sono gustato guardando la Basilica di Santa Croce. Che meraviglia! E poi, diciamocelo, a volte la “regola” va infranta.
Quando è il pasticciotto day?
Pasticciotto Day? Non esiste. Una farsa.
- Spontaneo. Diffuso. Locale.
- Nessuna data ufficiale. Solo godimento.
- Salento. Punto.
Il mio nonno, pasticciere a Lecce, lo avrebbe definito una “cazzata pazzesca”. Lui, morto nel ’98, avrebbe preferito un bel caffè. Amaro.
Ogni giorno è Pasticciotto Day, per chi lo apprezza davvero. Altrimenti, che importa? E’ solo un dolce.
Informazione aggiuntiva: La produzione di pasticciotti nel Salento nel 2023 è stimata intorno ai 10 milioni di pezzi. La maggior parte viene consumata localmente. Nessuna organizzazione promuove un Pasticciotto Day ufficiale.
Cosa si mangia di buono a Lecce?
Lecce, sapore che morde.
- Calzone fritto: Unto, bollente, peccato capitale. Una volta ne ho mangiati tre di fila.
- Rustico leccese: Sfoglia e pomodoro, un classico. A colazione, pranzo, sempre.
- Puccia e pizzi: Pane vivo, profumo di forno a legna. Li prendevo sempre dalla Maria, in via Libertini.
- Pittule: Palline fritte, gioia effimera.
- Taralli: Croccantezza e sale, dipendenza assicurata. Quelli al finocchio…
- Frisa: Pane duro, acqua e pomodoro, rinascita del gusto. Un’estate intera.
- Pitta di patate: Rustica, confortante, il sapore di casa.
- Fave e cicorie: Amaro che conquista, terra e sole nel piatto.
- Ciceri e tria: Pasta fritta e ceci, tradizione ancestrale.
- Orecchiette alla ricotta forte: Piccante, deciso, un pugno nello stomaco (in senso buono).
Quali dolci mangiare in Puglia?
Puglia. Dolci? Dipende.
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Cartellate: Croccanti, miele. Un classico, ma ovvio. Sapore di nonna.
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Pasticciotti: Lievemente stucchevole. Ricorda il mare, a modo suo. Preferisco il caffè.
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Sporcamuss: Ricotta, cioccolato. Intenso. La mia preferenza, personalmente. Un peccato di gola.
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Intorchiate: Pasta sfoglia, semplicità. Non mi emoziona. Elementare.
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Calzoncelli: Ripieni. Non sono un amante dei ripieni. Troppo.
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Scarcelle: Pasqua. Un ricordo d’infanzia, un po’ sbiadito. Dolcezza artificiale.
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Taralli dolci: Discreti. Il mio vicino ne fa di migliori. Anonimi.
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Sospiri: Delicati, profumati. Ma sono sempre stato per il gusto deciso. Poco carattere.
Preferisco il caffè. Sempre. O forse, un buon vino rosso. L’anno scorso ho scoperto un primitivo eccezionale. Quest’anno, devo ancora trovarlo. Il mio vicino mi ha detto che fa un ottimo vino anche lui, ma non gli credo. Troppo semplice.
Aggiunta: Ho scoperto un piccolo forno a Lecce, quest’anno, che fa dei biscotti al miele veramente speciali. Non li ho ancora inseriti nella lista perché erano finiti quando ci sono andato. Tornerò.
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