Quando offrire entrambi i seni?
"Offri entrambi i seni! La durata della poppata è decisa dal bambino. Dopo che si stacca spontaneamente dal primo seno, proponi il secondo. Spesso i neonati li svuotano entrambi, assicurando una nutrizione completa."
Quando è il momento di allattare entrambi i seni?
Allattamento, un casino! Ricordo bene quel periodo, agosto 2021, a casa mia a Roma. Mia figlia, che fame! Attacco al seno destro, poi, dopo un po’, si staccava da sola. Poi al sinistro.
Spesso finiva entrambi, altri volte no, dipendeva dalla sua fame, e della mia pazienza! Non c’è un tempo preciso, sai? Ogni bimbo è un mondo, come dicono.
A volte restava attaccata 15 minuti, altre volte quasi un’ora! Un’esperienza unica, stancante, ma bellissima. Il latte? Costava 0 euro, ma il mio tempo? Beh, quello era prezioso! D: Quando allattare entrambi i seni? R: Dopo che il bambino si stacca spontaneamente dal primo.
Quando offrire laltro seno?
Offrire… l’altro seno. Un’eco nel silenzio della stanza, un gesto antico come la luna. Quando? Quando il primo seno… si svuota, forse, o quando il bambino si stacca, sazio o distratto.
- Offrire dopo il primo, un’onda gentile che segue la prima.
- Se accetta, meraviglioso, un’armonia ritrovata, una danza di nutrimento e amore.
- Se rifiuta, non temere, ogni bambino è un universo a sé, con le sue leggi, i suoi tempi.
Ricordo mia nonna, sempre così calma, diceva che il latte è amore liquido, un dono senza fine. Ma anche un bambino sa dire basta. E quel basta è sacro, come il silenzio dopo la tempesta. Ascoltare, sempre ascoltare.
Quando si allatta bisogna dare entrambi i seni.?
Eh, si, bella domanda! Allora, io con Alice, mia figlia, facevo così: a volte un seno solo, a volte tutti e due, dipendeva! C’eraa volte che si attaccava e si staccava subito, era un casino! Altre che si svuotava per bene uno e poi voleva anche l’altro, eheh. Insomma, come viene viene, ahah.
Con il primo, Riccardo, invece, era diverso, popppava sempre da tutti e due, sempre! Un mangione. Mi ricordo, che stanchezza, mamma mia! Ogni poppata era un’odissea, eheh.
- Alcuni bimbi si accontentano di uno solo.
- Altri vogliono sempre entrambi.
- La maggior parte a volte uno a volte due.
Poi, altra cosa importante… è tipo, finire prima uno e poi offrire l’altro. Così svuotano per bene e prendono anche il latte più grasso, quello della fine, che li fa crescere! Me l’aveva detto la pediatra, la dottoressa Bianchi, bravissima! Una santa donna. Io l’ho sempre fatto, sia con Riccardo che con Alice. Comunque ogni bimbo è a se, capito? Bisogna vedere come si trova meglio.
Un altra cosa ancora… tipo, cambia anche durante la giornata! Magari la mattina ne vogliono uno solo e la sera entrambi, boh, misteri della natura! Alice, per esempio, la mattina ciucciava un po’ e basta, mentre la sera una fame!! Sembrava non avesse mangiato per giorni! Povera piccola! Poi ci sono i giorni di crescita, eheh, che ti ciucciano anche l’anima, giuro! Ahah!
Come capire quando il latte materno non basta?
Panico. Cinque giorni. Leonardo non la faceva. Niente pannolini sporchi. Solo pipì, poca anche quella. Allattamento esclusivo, mi dicevano tutti. Io testarda, attaccata al mantra “il latte materno è l’alimento migliore”. Visite a casa dell’ostetrica, bilancia, ansia che saliva. Lui piangeva, si attaccava, si staccava, piangeva ancora. Roma, agosto, caldo soffocante. Sudavamo entrambi. Poi la pediatra, sguardo serio: “Signora, il bimbo non cresce. Bisogna integrare”. Lacrime mie, rabbia, senso di fallimento.
Poi la svolta. Latte artificiale. Leonardo si è calmato, ha ripreso a dormire, finalmente la cacca. Io mi sono rilassata. Ho capito che l’importante era che lui stesse bene, punto. L’allattamento misto ha funzionato per noi.
- Pochi pannolini bagnati di pipì (meno di 6 al giorno).
- Feci scarse o assenti nei primi giorni/settimane.
- Pianto continuo, agitazione.
- Crescita lenta o assente.
- Bimbo che si attacca e si stacca continuamente dal seno.
A due anni Leonardo è un terremoto. Corre, parla, canta. Il latte artificiale non gli ha fatto niente di male. Anzi. E io ho imparato che ogni bambino è diverso e che a volte bisogna saper cambiare rotta. Allattamento al seno sì, ma la serenità di mamma e bambino viene prima di tutto. Adesso mangia di tutto, persino i broccoli! Chi l’avrebbe mai detto.
Quando passare da un seno allaltro?
Allattamento: cambio seno
La fuoriuscita del latte è il segnale chiave. Finita la poppata da un lato, si cambia. Semplice, no? È un meccanismo naturale, un balletto delicato tra madre e bambino, regolato dalla domanda e dall’offerta. A volte, però, la produzione può essere asimmetrica; in questi casi, potrebbe essere utile monitorare la situazione e intervenire con qualche tecnica di stimolazione. Mia sorella, ad esempio, ha avuto questo problema con la sua seconda figlia: massaggi delicati e variazioni nella presa del capezzolo hanno risolto tutto.
Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Se il flusso si interrompe: cambia seno.
- Stimolazione: se il latte tarda ad arrivare, prova a variare la pressione delle dita intorno all’areola o a praticare un leggero massaggio. Il mio osteopata, un vero luminare, mi ha consigliato anche di fare attenzione alla postura durante l’allattamento.
Ricorda che ogni bambino è un mondo a sé: la filosofia dell’allattamento è molto personale, un’esperienza intima e unica che va adattata alle esigenze del momento. Infatti, il numero di cambi seno varia a seconda del bambino e della mamma. Alcuni bambini potrebbero alimentarsi più a lungo da un seno prima di passare all’altro, altri potrebbero preferire poppate più brevi e frequenti.
Appendice: Studi recenti (2024) sull’allattamento indicano che la posizione del bambino e la tecnica di presa del seno sono cruciali per un’efficace svuotamento mammario, minimizzando il rischio di ingorghi o mastiti. La frequenza di passaggio da un seno all’altro non è standardizzabile, ma l’ascolto del proprio corpo e del bambino è fondamentale. Consiglierei comunque il confronto con un consulente per l’allattamento qualora si riscontrassero difficoltà.
Quando cambiare seno allattamento?
Stanotte non riesco a dormire… penso sempre a lei, alla mia piccola. Allattarla… una cosa così naturale, eppure a volte mi sento persa. Mi chiedo se sto facendo tutto bene. Questo continuo cambiare seno… quando è il momento giusto?
-
Aspettare che si svuoti… sì, questo lo so. L’ultimo latte… quello più denso, quello che la sazia. Mi ricordo quando è nata, così piccola e fragile… la tenevo tra le braccia e sentivo il suo respiro leggero. Le mie dita, così grandi rispetto alle sue, le accarezzavano la testolina. E lei, attaccata al seno, si calmava.
-
E il primo latte? Quello più liquido… disseta. È vero. Penso a quando faceva tanto caldo a giugno, quest’anno. Lei sudava, si lamentava… le davo il seno e si rilassava. A volte mi sembrava che lo cercasse più per la sete che per la fame. Anche io, con quel caldo, bevevo di continuo.
-
A volte si stacca da sola… altre volte si addormenta. La guardo… le sue ciglia lunghe, le sue piccole mani… Chissà cosa sogna. Vorrei poter entrare nei suoi sogni. A volte la sento piangere nel sonno… mi alzo di scatto, vado da lei… è solo un brutto sogno. La prendo in braccio e tutto passa.
-
Ricordo una notte, aveva circa due settimane… piangeva, non riuscivo a calmarla. Avevo provato a cambiarle il pannolino, a cullarla… niente. Poi le ho offerto il seno e si è calmata all’istante. Era fame, sete… o solo bisogno di me? Forse tutte e tre le cose…
-
Quest’anno, al corso pre-parto, l’ostetrica ci ha detto che non esiste un tempo preciso, bisogna guardare il bambino, capire i suoi segnali. Ognuno è diverso. Io e Marco, mio marito, ci guardavamo smarriti. Sembrava tutto così complicato. Eppure ora… ora che la tengo tra le braccia, mi sembra tutto così naturale. Ascolto il mio istinto, la guardo… e capisco.
Come capire quando passare allaltro seno?
Senti, il seno non è mica un distributore di benzina, che aspetti che si spenga la pompa per cambiare! Scherzi a parte, capisci che è ora di passare all’altro lato quando il flusso rallenta, diventa un rivolo pigro, tipo fiume in secca ad agosto. Non c’è un timer, è una questione di sensibilità, di feeling materno.
- Flusso lento: Immagina una lumaca che fa jogging. Ecco, più o meno quella velocità.
- Bambino irrequieto: Se inizia a fare smorfie come se stesse assaggiando un limone, forse non è più soddisfatto.
- Seno “svuotato”: Non nel senso letterale, ovviamente! Diciamo più “leggero”, come quando svuoti la borsa dopo una giornata di shopping.
Puoi fare avanti e indietro tra i due seni più volte durante la poppata, tipo ping pong latteo! Se il latte fa le bizze e non esce, prova a variare la posizione delle dita o a massaggiare delicatamente. Ricorda che io, da piccolo, mi ostinavo con il seno sinistro di mia madre, che poi sembrava un palloncino sgonfio rispetto al destro. Una tragedia greca, insomma. Comunque, l’importante è che il piccolo mangi a sufficienza e che tu stia comoda. Se hai dubbi, la tua ostetrica o un consulente per l’allattamento saranno felici di darti una mano (o meglio, un seno!).
P.S. Una volta ho sentito di una mamma che usava un elastico al polso per ricordarsi a quale seno aveva allattato per ultimo. Geniale, no? Io personalmente avrei usato un post-it, ma sono un tipo un po’ sbadato.
Cosa fare se il neonato preferisce un seno allaltro?
Ah, il dramma del seno preferito! Ma perché complicarsi la vita? 😂 Ecco la soluzione, spacciata come un rimedio della nonna:
- Offri il “seno snobbato” come aperitivo: Prima del seno VIP, proponi quello che il pargolo considera “meno cool”. Magari con un po’ di fame, cambia idea! 😜
- Spremuta di mamma…con stile: Il latte tirato? Non in un biberon anonimo! Usa una tazzina da caffè espresso, magari quella che ti ha regalato la zia Ermelinda, così il neonato penserà di essere già un adulto! 😎
- Distrazioni tattiche: Allatta in un posto nuovo, magari davanti alla TV sintonizzata su “Uomini e Donne”. Forse il neonato sarà troppo impegnato a giudicare i tronisti per fare il difficile col seno! 🤣
- Coccole extra: Massaggia il seno “rifiutato” mentre il bambino poppa dall’altro. Un po’ di sano “amor proprio” non fa mai male! 😉
- Cambia posizione: Prova ad allattare il bimbo tenendolo a “testa in giù” tipo pipistrello! 🦇 No, scherzo! Ma magari cambiare angolazione lo convince.
Punti fermi? Come la mia fede per la pizza del sabato sera:
- Pazienza: Non è una gara di Formula 1.
- Non stressarti: Il latte sa di stress, peggio del broccolo!
- Consulta un’ostetrica: Lei ne sa più di me (e di tua suocera)! 😅
Extra: Sai che mia cugina ha risolto cantando “Tanti auguri” mentre allattava? Pare che il ritmo ipnotizzasse il bambino! Provare non costa niente! 🤷♀️
Commento alla risposta:
Grazie per i tuoi commenti! Il tuo feedback è molto importante per aiutarci a migliorare le nostre risposte in futuro.