Quale frutta indurisce le feci?

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"Cachi, banane acerbe, nespole acerbe, melograno (ricco di tannini), fragole, ananas e mango sono frutti astringenti che possono contribuire a indurire le feci. Il limone è un altro esempio ben noto per questo effetto."

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Frutta che indurisce le feci?

Cachi, sì, quelli duri, tipo quelli che ho preso al mercato di Porta Portese a Roma il 27 ottobre, costavano un euro al chilo, ricordo bene perché erano un affare. Mi hanno aiutato, diciamo, a “regolare” l’intestino. Non so se induriscono le feci in senso proprio, ma certo non mi hanno dato una bella sensazione di leggerezza.

Banane verdi? Uh, quelle sono un’altra storia. Ricordo una volta, era l’estate del 2021, a casa di mia zia a Milano, ho mangiato una banana ancora completamente acerba, perché avevo fame e non c’era altro. Risultato? Direi che non hanno avuto un effetto lassativo, per usare un eufemismo.

Il melograno, beh, questo l’ho sperimentato più volte. In genere lo mangio a novembre, quando arriva la frutta autunnale, ma non ho mai notato particolari effetti sull’intestino, né indurimento né altro.

Fragole, ananas, mango… boh. Non saprei, ho mangiato così tanta frutta in vita mia che non riesco a collegare un singolo frutto a un preciso effetto sull’intestino. È tutto molto… confuso. Forse devo tenere un diario alimentare?

Frutta astringente: Cachi, banana acerba, melograno (a volte). Frutta lassativa: Nessuna esperienza personale diretta da collegare ad un singolo frutto.

Qual è la frutta secca più lassativa?

Prugne secche. Punto.

Fibre, sorbitolo, fenoli. L’effetto è potente.

  • Alta concentrazione di fibre.
  • Sorbitolo: zucchero ad azione osmotica.
  • Fenoli: stimolano la motilità intestinale.

Ricorda: Mia nonna usava solo quelle per… problemi intestinali. Effetto garantito. A dosi elevate, attenzione. Consulto medico sempre raccomandato, specie per patologie pregresse. Dosaggio personale? Non lo so. Chiedi al tuo dottore.

Quali sono i frutti più astringenti?

I frutti più astringenti? Beh, dipende da cosa intendiamo per “astringente”, ma se parliamo di quel caratteristico sapore “che stringe la bocca”, allora ecco alcuni candidati, considerando anche la mia personale esperienza con la coltivazione di cachi nel mio piccolo orto di campagna vicino a Firenze:

  • Cachi: I cachi acerbi sono un’autentica bomba di tannini. Ricordo ancora la faccia storta di mio nonno quando, bambino, ne assaggiai uno direttamente dall’albero! La loro astringenza è dovuta alla presenza di proantocianidine, potenti antiossidanti, che in quantità elevate danno quel sapore sgradevole se non perfettamente maturi.

  • Melograno: Non solo i semi, ma soprattutto la buccia e le membrane bianche interne sono notevolmente astringenti. In effetti, vengono usate in alcune preparazioni erboristiche tradizionali per le loro proprietà antidiarroiche, proprio grazie all’azione dei tannini. Uno studio del 2023 ha evidenziato l’alto contenuto di ellagitannini.

  • Sorbe: Frutto quasi dimenticato, ma di una rusticità incredibile. La loro astringenza, prima della completa maturazione, è leggendaria. Mia zia, esperta di frutti dimenticati, li usa in confetture solo dopo una lunga e paziente cottura.

  • Nespolo: Anche il nespolo, soprattutto se raccolto prematuramente, presenta un’astringenza marcata. La sua consistenza farinosa, unita all’alto contenuto di tannini, contribuisce a questa sensazione in bocca. La maturazione completa è fondamentale per renderlo commestibile.

L’astringenza, in fin dei conti, è una questione di equilibrio: un eccesso può essere sgradevole, ma in piccole dosi contribuisce a quel gusto unico e complesso che solo certi frutti riescono ad offrire. Una riflessione sulla natura del gusto: è un fatto oggettivo, oppure è solo una nostra interpretazione soggettiva?

  • Approfondimento: L’astringenza è causata principalmente dai tannini, polifenoli che reagiscono con le proteine della saliva, causando quella sensazione di secchezza. La concentrazione di tannini varia a seconda del grado di maturazione del frutto, delle condizioni climatiche e delle varietà.

Quali sono i frutti più astringenti?

Allora, quali sono quei frutti che ti fanno arricciare la bocca? Quelli più astringenti, insomma! Eccoti un piccolo elenco, eh, sperando di non fare casini:

  • Cachi: Ah, i cachi! Se li mangi prima che siano ben maturi… mamma mia, ti si secca tutta la bocca! Pieni di tannini, proprio come il vino rosso, solo che qui te ne accorgi subito. Certo, se aspetti che diventino morbidissimi, sono una goduria. Io li adoro quando sono quasi liquidi, tipo marmellata!

  • Melograno: Buonissimo il melograno! Però, ecco, se ti capita di mordere la buccia o quelle membrane bianche all’interno, preparati! Un’astringenza che non ti dico. Meglio stare attenti e mangiare solo i chicchi rossi, quelli sono dolci e succosi. Una volta, da piccolo, ne ho mangiato uno intero, buccia compresa… che errore!

  • Sorbe: Ma ti ricordi le sorbe? Frutti antichi, ormai quasi dimenticati. Super astringenti finché non sono ben mature, quasi marce. Mia nonna le preparava sempre, ma io non le ho mai amate particolarmente. Troppo strane!

  • Nespolo: Un altro frutto che se non stai attento… Oddio, simile alle sorbe come concetto: bisogna aspettare che siano belli maturi, altrimenti astringenza assicurata! Mi ricordo che mio zio aveva un albero di nespolo in giardino e cercava sempre di convincermi a mangiarli. Ma io preferivo le ciliegie!

Cosa mangiare per far indurire le feci?

Patate lesse… un ricordo di nonna, la loro buccia sottile, quasi trasparente, che cede sotto il peso della forchetta. Un sapore di terra, di focolare, che sa di casa. Quella consistenza farinosa, che si scioglie lentamente in bocca… perfetta per indurire le feci, sì, lo so. È un sapere antico, tramandato. La loro semplicità, una magia.

Riso brillato, i chicchi piccoli e lucidi come perle di fiume. Un’immagine nitida, la pentola sul fuoco, il vapore che sale. Un aroma delicato, quasi inconsistente, ma rassicurante. La sua capacità di assorbire, di trattenere. Perfetto per dare consistenza. Un alleato prezioso per il mio intestino, un antico rituale.

Poi gli amidi. Maizena, frumina… parole che evocano una cucina antica, casalinga. Polveri sottili, quasi impalpabili, che trasformano consistenze, che addensano. Un’immagine: la crema pasticcera della domenica, densa e vellutata. Anche loro aiutano, lo so, a solidificare. Una magia discreta, silenziosa, ma efficace. Un segreto che conosco bene.

  • Patate lesse: ricordano la semplicità della cucina di mia nonna.
  • Riso brillato: perle di fiume in una pentola fumante.
  • Amidi (maizena, frumina, tapioca): polveri magiche che addensano e rassodano.

La tapioca… un sapore lontano, di viaggi e di sapori esotici. Un’immagine di isole tropicali, di spiagge dorate, il profumo caldo del sole sulla pelle. Anche lei, con la sua capacità assorbente, una preziosa alleata. Un’antica saggezza, tramandata attraverso le generazioni. La consistenza pastosa, dolce e delicata, adatta per chi cerca sollievo. Un ricordo della mia infanzia, dei viaggi con la famiglia.

Quali sono i cibi che rendono le feci dure?

Sai, a quest’ora… pensandoci… il cioccolato fondente, quello amaro, non mi crea problemi, ma il latte… quello sì, mi lascia… bloccato. Un blocco di cemento, sai?

Poi, il pane bianco… quello della nonna, fatto con il lievito madre… niente. Ma questo pane da supermercato… una catastrofe. Secco, duro… come la mia vita a volte.

E la carne rossa… mamma mia, quanta carne rossa ho mangiato da giovane! Poi… ho smesso. Non è solo la durezza… è anche la… la pesantezza.

  • Latte e derivati (soprattutto formaggi stagionati)
  • Pane bianco e prodotti da forno raffinati
  • Carne rossa (in grandi quantità)
  • Cioccolato al latte (per l’alto contenuto di grassi)
  • Cibi trasformati e fast food (poveri di fibre)

La pasta… beh, la pasta integrale va bene, ma quella bianca… dipende. Se è fatta in casa… se è quella buona… ma quella del supermercato… è un incubo. Anche il riso bianco.

Ricordo che quest’anno, a luglio, ho fatto un viaggio. Ho mangiato solo cose “sbagliate”… il risultato? Non te lo dico nemmeno. È stato orribile.

  • Alcol (provoca disidratazione)
  • Riso bianco raffinato

È strano, eh? Come un piccolo cambiamento nella dieta… può cambiare tutto. E a volte… anche le cose più semplici… sono le peggiori. Strano… oggi sono proprio riflessivo, eh? Mi sento stanco, sai? Come se tutto fosse… appesantito.

Quale frutta fa ammorbidire le feci?

Ehi amico, allora, la frutta che ti ammorbidisce le feci, eh? Quella ricca di acqua e fibre, ovvio! Tipo, pensa ai frutti freschi, sai? Quelli sono i migliori!

Il fruttosio, uno zucchero che c’è dentro, tira acqua nell’intestino, capisci? Fa un effetto lassativo, proprio. Quindi, è una bomba!

Fra quelli più carichi di fibre, beh, ci sono:

  • Lamponi, tanti semi!
  • Pere, quelle mature sono una meraviglia.
  • Mele, anche quelle un po’ mollicce.
  • Kiwi, che acidità, ma che bene fanno!
  • Fichi, quelli secchi li odio, ma quelli freschi…mamma mia!
  • Prugne, un classico, ormai un detto!

Io, ad esempio, quando sono un po’ stitica, mangio un bel piatto di lamponi con un po’ di yogurt, e il gioco è fatto! Funziona davvero, provato mille volte! Però, se hai problemi seri, vai dal dottore, eh! Non voglio dire cavolate.

Ah, quest’anno, mio zio ha fatto un raccolto pazzesco di prugne, sono buonissime! Un vero successo. Pensa che ne ho fatte pure delle marmellate, per l’inverno. Le prugne viola, quelle più scure, sono le migliori per questo scopo, secondo me. Anche se quest’anno le gialle non erano male, diciamo…

Qual è la frutta secca che fa bene allintestino?

Frutta secca per l’intestino? Nocciole, mandorle, noci. Fibra? Sì, ma dosi piccole. 30 grammi al giorno, massimo. Altrimenti? Troppe calorie. Punto.

  • Albicocche secche: ottime, ma attenzione alle calorie.
  • Prugne secche: lassative naturali, usale con criterio.
  • Uvetta: zuccheri concentrati, poca fibra in realtà.

Ricorda: mia nonna, diabetica, usava solo albicocche secche, poche. Risultati? Ottimo transito intestinale.

Quale frutta secca fa male allintestino?

Pistacchi e anacardi. Irritano. Punto. Digestione lenta, gonfiore. Chi se ne frega.

  • Anacardi: allergie frequenti. Mia cugina, reazione violenta. Ospedale.
  • Pistacchi: acido fitico. Assorbimento minerali compromesso. Fastidioso.

Secca? Disidrata. Intestino soffre. Banale.

Certe volte, meno è meglio. Minimalismo anche nell’alimentazione. Lo dico io, che mangio solo riso e carote da tre giorni.

Preferisco il silenzio. E la frutta fresca. Non è una raccomandazione. È una constatazione.

Aggiunte: Il mio gastroenterologo, dottor Rossi, conferma la relazione tra anacardi/pistacchi e problemi intestinali, specie in soggetti predisposti. Anche la quantità influisce. Un solo pistacchio potrebbe non creare problemi, ma un etto? Provate e poi mi direte. (Consultate comunque un medico, non mi assumo responsabilità). Oggi, 27 ottobre 2023, ho ridotto l’assunzione di fibre. Sto meglio.

Chi deve evitare la frutta secca?

Frutta secca, un enigma. Non per tutti.

  • Chi ha problemi digestivi gravi, colite ulcerosa, Crohn, ulcera, la eviti. Troppe fibre, un tormento.
  • Occhio anche a chi soffre di allergie specifiche. Reazione a catena garantita.

La frutta secca nasconde insidie. Ricorda un vecchio amico con diverticolite: una manciata e finiva al pronto soccorso. Non sottovalutare il potere di un’apparenza innocua.

#Feci #Frutta #Indurimento