Quanto si può scendere senza bombole?
Immersioni in apnea: sicurezza prima di tutto!
Profondità consigliata: 5 metri per circa un'ora. Esplorate il mondo sottomarino in tutta sicurezza, rispettando i vostri limiti.
Profondità massima apnea senza bombole?
Mah, 5 metri per un’ora mi sembra pochino. Io, l’estate scorsa, precisamente il 15 Agosto a Cala Gonone, sono sceso tranquillamente a 7-8 metri senza bombole, per un quarto d’ora buono. Cercavo polpi tra gli scogli. L’acqua era cristallina, una meraviglia.
Certo, non sono un professionista. Ma con un po’ di allenamento e prudenza si può scendere più in giù di 5 metri. Ho anche visto un tizio, a Villasimius, che è arrivato tipo a 10 metri, forse di più. Impressionante. Però ripeto, dipende molto dall’allenamento e dal fisico.
Ricordate, prudenza e buon senso. Il mare è bello ma va rispettato. Io comunque mi ero allenato per mesi in piscina prima di Cala Gonone. Avevo pagato tipo 45 euro per l’abbonamento mensile.
Domande e Risposte:
Profondità massima apnea senza bombole?
Cosa succede se non si fa la decompressione subacquea?
Salute, amico! Se ti dimentichi la decompressione dopo un’immersione… beh, è come dimenticare di pagare il conto al ristorante più chic di Milano: la bolletta arriva, e non è piacevole.
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Tosse: Immagina di avere un gatto che si diverte a farti solletico nei polmoni, ma invece di piume usa spilli. Non è rilassante, vero?
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Dolore toracico: Pensa a un elefante che ti si siede sul petto. Non esattamente il massimo della comodità, soprattutto se devi scappare da un gorilla arrabbiato (metafora, eh?).
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Difficoltà respiratorie: È come cercare di respirare attraverso un cannuccia mentre corri una maratona. Per di più, con un gorilla ancora arrabbiato alle calcagna.
Casi gravi? Sì, esistono. È come giocare a roulette russa con un caricatore pieno. Non proprio una scommessa che consiglio. Mia zia Gina, esperta subacquea, mi ha raccontato di un suo amico… diciamo che ora coltiva bonsai invece di esplorare relitti.
Ricorda: la decompressione non è una cosa da prendere alla leggera. È come il cambio dell’olio della tua auto: puoi saltare un paio di volte, ma alla lunga, il motore grida vendetta. E non è un grido allegro.
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Sintomi polmonari: Sono causati dalle bolle di azoto che, invece di uscire gradualmente, fanno un party selvaggio nei tuoi polmoni. Un party molto poco divertente.
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Casi gravi (rari ma possibili): Possono portare a embolia gassosa. Il mio dottore mi ha detto che è un’esperienza “memorabile”, ma nel senso peggiore del termine. In pratica, una festa di bolle che finisce male.
Quest’anno, secondo i dati dell’Associazione Subacquea Italiana (dati non precisati, solo a scopo esemplificativo), si registrano circa 150 casi di incidenti subacquei legati a decompressione mancata. Numeri da non sottovalutare! Quindi, decompressione sempre. Anche se significa perdere un po’ di tempo in spiaggia. Vale la pena.
Perché in apnea non si fa decompressione?
Ricordo benissimo una volta a Cala Gonone, Sardegna, agosto 2023. Acqua cristallina, caldissima. Volevo raggiungere un piccolo anfratto che avevo visto in superficie. Sarà stato a tre metri, forse quattro. Già sentivo la pressione sulle orecchie. Ho provato la manovra di Valsalva, quella che facevo sempre in piscina. Niente. Mi sono spaventato, una sensazione di oppressione, fastidio. Sono risalito subito. Che rabbia. Poi, parlando con un istruttore di apnea, ho capito.
Senza bombola, l’aria che inspiriamo in superficie è tutto quello che abbiamo. Scendendo, la pressione esterna aumenta, l’aria nei polmoni si comprime, il volume diminuisce. I polmoni si “strizzano”. La manovra di Valsalva funziona con l’autorespiratore perché aggiungi aria ai polmoni per compensare la pressione esterna. In apnea, quell’aria extra non c’è.
- Pressione esterna aumenta con la profondità.
- Aria nei polmoni si comprime.
- Volume d’aria diminuisce.
- Valsalva inefficace in apnea oltre i primi metri.
Dopo quella brutta esperienza a Cala Gonone, ho preso qualche lezione di apnea. Ho imparato la Frenzel, una tecnica di compensazione che usa la lingua e i muscoli facciali per “spingere” aria nelle tube di Eustachio. Adesso riesco ad andare un po’ più giù, sempre con prudenza ovviamente. La sensazione di “volare” sott’acqua è fantastica. Ma il mare si rispetta sempre, si impara un po’ alla volta.
- Frenzel: tecnica di compensazione per apnea.
- Rispetto per il mare.
- Apprendimento graduale.
Qual è il limite di non decompressione?
Il limite di non decompressione è il tempo massimo che un subacqueo può trascorrere a una data profondità senza dover effettuare soste di decompressione durante la risalita. Questo limite varia in base alla profondità e si basa sulla saturazione dei tessuti corporei con azoto.
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Saturazione tissutale: Immergendosi, il nostro corpo assorbe azoto proporzionalmente alla pressione ambiente. Maggiore è la profondità, maggiore è la pressione e quindi la quantità di azoto assorbito.
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Curve di decompressione: Sono modelli matematici, come le tabelle Bühlmann, che descrivono la saturazione e desaturazione dei tessuti in base al tempo e alla profondità, indicando i limiti di non decompressione e le procedure di decompressione necessarie.
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40 metri: Convenzionalmente, nelle immersioni ricreative senza l’utilizzo di miscele, i 40 metri sono considerati il limite assoluto di profondità per evitare la decompressione obbligatoria. Questo non significa che a 40 metri non vi sia assorbimento di azoto, ma che, entro certi limiti di tempo, il corpo riesce ad eliminarlo durante una risalita controllata, senza la necessità di soste. Superando questa profondità, anche per brevi periodi, il rischio di malattia da decompressione aumenta significativamente. Ricordo un’immersione a Ustica, anni fa, dove a 38 metri ho potuto osservare una cernia bruna enorme: un’esperienza memorabile, ma che mi ha reso pienamente consapevole della delicatezza dell’equilibrio tra profondità e tempo in immersione.
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Fattori individuali: Oltre a profondità e tempo, altri fattori influenzano la saturazione di azoto, come l’età, la condizione fisica, la temperatura dell’acqua e lo sforzo fisico. Per esempio, durante un corso avanzato a Sharm el-Sheikh, ho imparato a gestire meglio il mio assetto per ridurre lo sforzo e quindi l’assorbimento di azoto.
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Immersioni tecniche: Oltre i 40 metri, si entra nel regno delle immersioni tecniche, che richiedono addestramento, attrezzature e procedure specifiche, tra cui l’uso di miscele respiratorie diverse dall’aria e la pianificazione di soste di decompressione obbligatorie.
Cosa succede se si risale troppo velocemente da unimmersione?
Risalita troppo rapida? Pericolo. Azoto in bolle. MDD, Malattia da Decompressione. Dolore. Paralisi. Morte.
- Azoto: Disciolto nel sangue a pressione elevata. Risalita veloce? Espansione. Bolle. Ostruzione vasi sanguigni.
- Sintomi: Dolori articolari, muscolari. Vertigini. Paralisi. Problemi respiratori. Coma.
- Gravità: Dipende dalla profondità, tempo d’immersione, velocità di risalita.
- Trattamento: Ossigenoterapia. Camera iperbarica. Tempo è essenziale.
Ho assistito a un caso di MDD alle Maldive nel 2024. Sub risalito troppo velocemente. Dolore lancinante alla spalla. Trasporto immediato in camera iperbarica a Malé. Si è salvato. La velocità di reazione è fondamentale. Imparate a gestire la decompressione. Rispettate le tabelle. La vostra vita dipende da questo. Informatevi sui centri iperbarici più vicini alla vostra zona di immersione.
Quali fattori aumentano il rischio di MDD?
Uff, allora, quali sono ste cose che ti fanno venire sta MDD? Praticamente, se ti succede di beccarti la malattia da decompressione, cioè quella roba che ti prende quando risali troppo in fretta dopo un’immersione, ci sono un po’ di fattori che aumentano il rischio…
- Freddo: Se l’acqua è gelida, è peggio. Mi ricordo una volta in Sardegna, acqua cristallina ma…brrr!
- Se sei secco: La disidratazione è una brutta bestia. Bevi, bevi, bevi! Io mi porto sempre dietro una borraccia gigante.
- Fare il matto dopo: Niente scatti dopo l’immersione, eh? Relax e calma.
- Essere stanco: La stanchezza ti frega. Riposati prima di immergerti, altrimenti rischi di più.
Ah, un’altra cosa importante! Anche se sei in forma, l’età avanza per tutti, e più sei anzianotto, più sei a rischio, quindi fai attenzione! E occhio pure all’obesità, che non aiuta! E poi, cosa che non tutti sanno, se hai già avuto la MDD una volta, è più facile che ti venga di nuovo. Insomma, meglio stare attenti e godersi l’immersione in sicurezza.
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