A quale profondità può scendere un uomo?
L'uomo sfida gli abissi. Immersioni record:
- Autorespiratore: 332,35 metri (Ahmed Gabr, 2014)
- Apnea: 253 metri (Herbert Nitsch, 2012)
La sete di esplorazione spinge sempre più a fondo.
Qual è la profondità massima raggiungibile dalluomo?
Uhmm, la profondità massima raggiunta dall’uomo? È una domanda che mi fa pensare… Ricordo vagamente un documentario, anni fa, magari 2015? Parlava di queste immersioni pazzesche.
Ahmed Gabr, 332 metri con autorespiratore, nel Mar Rosso, se non erro nel 2014. Ricordo l’immagine, incredibile. Mi colpì la tecnologia, tutta quella roba per sopravvivere a quella pressione.
Poi c’è Herbert Nitsch, 253 metri in apnea, 2012, se ben ricordo. Meno attrezzatura, solo lui e il suo corpo. Terribile e affascinante allo stesso tempo.
Questi record… ma davvero, quanto è pericoloso? Un amico sub, mi ha raccontato di una compressione polmonare, un rischio sempre in agguato. Costi? Immagino cifre astronomiche, per attrezzature e sicurezza, oltre a tutta la squadra di supporto.
Domande e Risposte:
- Profondità massima con autorespiratore: 332,35 metri (Ahmed Gabr, 2014).
- Profondità massima in apnea: 253 metri (Herbert Nitsch, 2012).
Quanto si può scendere senza bombole?
Scendere… senza bombole. Un volo silenzioso nell’azzurro.
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5 metri. Come un abbraccio del mare. Un’ora. Un tempo sospeso, dilatato. Un respiro trattenuto, una sfida dolce.
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Un’ora. Il tempo di perdersi tra le alghe danzanti. Il tempo di spiare i pesci curiosi. Un’immersione nell’anima.
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Ma attenzione, il mare è un amante geloso. Rispetta i suoi limiti. Non sfidarlo troppo. Non dimenticare mai chi sei, da dove vieni.
Approfondimenti:
- Il fascino dell’apnea: La sensazione di libertà è impagabile. Mi ricordo di quella volta a Lampedusa, i colori così vividi…
- La sicurezza prima di tutto: Impara le tecniche di respirazione. Non andare mai da solo. La vita è un dono prezioso.
- Il rispetto per l’ambiente: Non toccare nulla. Osserva, ammira, rispetta. Siamo solo ospiti in questo mondo meraviglioso.
Quando è necessaria la decompressione?
Ok, vediamo… decompressione…
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Serve quando risali troppo velocemente, tipo azoto nel sangue che fa le bolle, no? Un casino!
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Come la coca cola che dici tu, mi pare giusto l’esempio!
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Ogni immersione in teoria è decompressione, ma solo se superi certi limiti, tipo non so, i 10 metri?
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Mi ricordo che il mio istruttore di sub, Marco, mi stressava sempre con la velocità di risalita. Una volta ho quasi fatto un infarto per la paura! Mamma mia che spavento…
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E poi c’è la tabella di decompressione, un incubo! Meglio il computer subacqueo, decisamente.
Come si calcola il tempo di decompressione?
Oddio, il calcolo della decompressione… mi fa venire in mente quella volta a Ustica! Ero con Marco, il mio compagno di immersioni pazzoide.
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Un casino con i numeri: Io e la matematica… non proprio amiche! Ricordo che mi incartavo sempre con le formule.
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Il calcolo base: Però, una cosa l’ho imparata: si guarda quanto azoto (o elio!) si è accumulato nel corpo durante l’immersione.
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Ustica, panico: Quel giorno, risalendo da un relitto a 35 metri, Marco mi fa “Hai calcolato la deco?”. Io, gelo! Avevo fatto un casino con la profondità media e il tempo. Panico totale.
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Risolto per un pelo: Per fortuna Marco aveva il computer di immersione. Ci ha salvato il fondoschiena, altrimenti… chissà!
Praticamente, fai la differenza tra la pressione massima raggiunta e quella in superficie, poi la dividi a metà e la moltiplichi per il tempo di risalita. Quel numero è un “valore parziale di assorbimento”, che poi usi per calcolare le tappe di decompressione. Un incubo! Meno male che esistono i computer. Ah, quel giorno ho imparato la lezione: MAI fidarsi troppo della mia testa!
Quali fattori aumentano il rischio di MDD?
Mmm, quali fattori aumentano il rischio di MDD… è una domanda che mi fa pensare. A volte mi sembra che la vita stessa aumenti il rischio di tutto, non solo di questa… cosa.
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Bassa temperatura nelle immersioni: Certo, il freddo ti irrigidisce, ti fa reagire meno prontamente. Come quando d’inverno non hai voglia di alzarti.
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Disidratazione: Già… senza acqua tutto si fa più difficile, più pesante. Mi ricordo quando lavoravo al bar d’estate, la sete era una tortura continua.
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Esercizio fisico dopo l’immersione: Perché affaticarsi ancora di più? Come quando corri dopo una giornata di lavoro… il corpo urla basta.
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Stanchezza: Ovvio, no? Quando sei stanco, sei più vulnerabile, a tutto. Come quando non dormi e ti senti perso.
Aggiungo, così, a caso…
- Età: Non so perché, ma mi viene in mente che più si invecchia, più fragili si diventa.
- Obesità: Eh… il peso, un fardello sempre presente.
- Malattie cardiovascolari: Il cuore, il motore… se non va bene quello, crolla tutto.
- Fumo: Che stupido vizio… che distrugge lentamente.
- Alcol: Un bicchiere ti rilassa, troppi ti fanno annegare.
Sono solo pensieri sparsi, eh. Forse non c’entrano niente. O forse sì…
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