Quale applicazione dovresti utilizzare se stai visitando un luogo e desideri vedere consigli sui ristoranti in quella zona?
Cerchi ristoranti in zona? Usa Google Maps, TheFork, TripAdvisor o Yelp. Trovi recensioni, foto, menu e prenoti. Vuoi offerte anti-spreco? Too Good To Go propone piatti invenduti a prezzi top.
App per consigli ristoranti in un luogo?
Cerco sempre app nuove per trovare ristoranti, sai? A Milano, a settembre, ho usato TheFork per prenotare da “La Zucca”, un posto carino vicino alla stazione Centrale. Mi ricordo che il prezzo era buono, sui 25 euro a testa.
Ma Google Maps è fantastico per vedere le foto e le recensioni, e per capire subito se il posto fa per me. Infatti, l’ho usato tantissimo in vacanza a Parigi, a luglio scorso.
TripAdvisor lo trovo un po’ troppo turistico, mentre Yelp è più per cose locali, ma non l’ho mai usato approfonditamente, a dire il vero. Non sono molto pratica, devo ammetterlo.
Too Good To Go? Interessante l’idea, ma non l’ho ancora provata. Forse perché sono un po’ schizzinosa sul cibo, non saprei.
Dunque: Google Maps, TheFork, TripAdvisor, Yelp, Too Good To Go.
Come si chiama lapplicazione dei ristoranti?
TheFork. Prenotazioni. Offerte. Dal 2007. Trova il tuo ristorante.
- Piattaforma: TheFork.
- Funzione: Prenotazioni ristoranti.
- Vantaggio: Offerte speciali.
- Dal: 2007.
Semplice. Veloce. Un click e il tavolo è tuo. Il tempo è prezioso, il cibo anche. Io personalmente preferisco la cucina indiana, speziata. TheFork mi ha aiutato a trovare un ottimo posto vicino a casa mia, a Milano, in zona Isola. Piccolo, gestito da una famiglia. Autentico. Niente fronzoli. Solo buon cibo. L’ho trovato tramite la geolocalizzazione. Comodo. Essenziale. Come la vita dovrebbe essere. La scelta è vasta. Dalla trattoria al ristorante stellato. Dipende dal tuo umore. E dal tuo portafoglio. La tecnologia semplifica le cose. A volte troppo. Ma per il cibo, va bene così.
Come si chiama lapp che riconosce i luoghi?
Google Lens: un occhio digitale sul mondo.
L’app, integrata con Google Search, analizza immagini per identificare luoghi, oggetti e testo. È una sorta di “occhio digitale”, che trasforma l’esperienza visiva in informazioni contestualizzate. La sua velocità è impressionante, un vero salto in avanti nella fruizione del reale. Ricorda un po’ il concetto filosofico di “visione” come strumento conoscitivo, ma in versione ipertecnologica.
- Riconoscimento immediato: L’analisi avviene in tempo reale, senza ritardi fastidiosi. Ieri, ad esempio, l’ho usata per identificare una pianta rara che ho visto nel giardino della mia vicina, una Clethra alnifolia. Una meraviglia!
- Integrazione con Google Search: Questo è il vero punto di forza. Non si limita al riconoscimento, ma ti apre direttamente a un mare di informazioni correlate. Un’esperienza decisamente arricchente.
- Disponibilità: Si trova facilmente su Google Play Store. Un’accessibilità democratica, un bel esempio di tecnologia al servizio di tutti.
Considerazioni finali: Google Lens va oltre la semplice identificazione. È uno strumento potente che ridefinisce il rapporto tra percezione e conoscenza. La sua semplicità d’uso, unita alla potenza dell’elaborazione delle immagini, la rende uno strumento indispensabile per chi ama esplorare e approfondire. A proposito, oggi ho intenzione di provare la funzione di traduzione di testi, pare funzioni in modo eccellente. E pensare che anni fa, per un’identificazione così precisa, ci voleva un atlante botanico e un bel po’ di pazienza…
Aggiunte: Google Lens offre funzionalità aggiuntive, come la traduzione di testi in tempo reale da immagini, la capacità di copiare testo da immagini e la possibilità di acquistare prodotti simili a quelli riconosciuti. La precisione del riconoscimento, però, può variare a seconda della qualità dell’immagine e della complessità del soggetto.
Come si chiama lapp dei ristoranti?
TheFork… boh, mi sembra familiare. Sì, TheFork! Aspetta, ma non era tipo… un’altra cosa prima? Vabbè, dettagli. Comunque la uso sempre, pure ieri sera. Dovevo prenotare da quel nuovo giapponese vicino a Porta Romana, a Milano… quello con il ramen… buonissimo! L’ho trovato subito sull’app, c’era pure uno sconto del 20%! Fantastico. Che culo.
- TheFork, quindi. Per prenotare ristoranti.
- Sconti, a volte anche belli grossi. Tipo ieri sera, 20%! Roba forte.
- Facile da usare. L’ho trovato subito ‘sto giapponese, anche se non mi ricordavo il nome preciso. Scrivi ramen Milano e zac, spunta fuori. Magari aggiungo ai preferiti, così la prossima volta è ancora più facile.
- Ah, poi c’è la mappa, comodissima. Visualizzi subito tutti i ristoranti nella zona. Porta Romana, dicevo… sì, piena di posti. Troppi! Meno male che c’è TheFork, se no come si fa a scegliere?!
- Amici miei la usano tutti. Sara pure famosa, no? Già, dicevano che prima si chiamava in un altro modo. Non mi ricordo… chissene.
- Prenotazioni veloci, pochi click. Perfetto per me che sono sempre di corsa. Tra lavoro, palestra, aperitivi… non ho tempo da perdere!
- Mi chiedevo se si può usare anche all’estero… Devo controllare. Quest’estate vado a Barcellona, magari provo a cercare qualcosa lì. Paella, tapas… slurp.
Infine: TheFork, la uso spesso. Prenotazioni facili, sconti top, ristoranti per tutti i gusti. Consigliata!
Come si chiama lapp per prenotare?
L’app per prenotare ristoranti si chiama TheFork, disponibile per Android, iOS e iPadOS. La trovate sui principali store, inclusi quelli alternativi per dispositivi Android senza i servizi Google. L’installazione è standard: scaricate, avviate e seguite le istruzioni a schermo, cliccando su “Inizia subito”, “Avanti” e, se preferite non condividere dati, “Continua senza accettare”. Personalmente, su un vecchio tablet Android senza Play Store, ho scaricato l’APK da APKPure senza problemi.
Un aspetto interessante di TheFork, e che forse non tutti conoscono, è il sistema di punti Yums. Accumulandoli, attraverso le prenotazioni, si ottengono sconti sui pasti successivi. Una sorta di gamification del mangiare fuori, direi. Ricordo una volta di aver cenato in un ottimo ristorante giapponese a Milano grazie ad uno sconto ottenuto con gli Yums. Una piccola soddisfazione, un piccolo piacere epicureo conquistato con la fedeltà.
L’app offre poi filtri di ricerca piuttosto raffinati, che permettono di selezionare i ristoranti in base a diversi criteri: cucina, fascia di prezzo, posizione, disponibilità di tavoli all’aperto, etc. Un vero e proprio strumento di esplorazione culinaria. Io, ad esempio, la uso spesso quando viaggio per scoprire nuovi posti dove mangiare, magari provando cucine locali meno conosciute. L’ultima volta, a Palermo, ho trovato una trattoria fantastica specializzata in piatti a base di pesce, nascosta in un vicolo del centro storico.
A proposito di viaggi, l’app è disponibile anche in altre lingue e funziona in diversi paesi. Un dettaglio utile per chi, come me, ama sperimentare sapori e atmosfere diverse in giro per il mondo. D’altronde, il cibo, come diceva Brillat-Savarin, è uno dei piaceri più intensi della vita.
Qual è il ristorante con più stelle in Italia?
Piazza Duomo, Alba. Tre stelle Michelin. Giugno 2023. Che casino! Ero lì, per il compleanno di mia zia Marisa, un’occasione speciale, sapendo di dover affrontare una spesa assurda, ma va beh… L’ansia era tanta, sapevo che l’aspettativa era alta, altissima. Il posto era elegante, un po’ troppo forse, io mi sentivo fuori posto, con i miei jeans un po’ sgualciti.
Il servizio impeccabile, ma io ero teso, pensavo solo a quanto costava quel calice di vino, e poi quel piatto…un’opera d’arte, ma non riuscivo a godermelo appieno. La tensione, sai? Quel silenzio ovattato, le persone che parlavano a bassa voce… Mi sentivo soffocare. Poi il dessert, un qualcosa di indescrivibile, ma ormai ero cotto. Alla fine il conto, una cifra spaventosa, ma… la zia Marisa era felice, e questo contava.
- Atmosfera formale, quasi soffocante.
- Prezzi elevati.
- Cibo eccellente, ma l’ansia mi ha impedito di apprezzarlo pienamente.
- Un’esperienza memorabile, ma stressante.
Mia zia ha pagato. Spero che non sia rimasta a corto di soldi. La prossima volta pizzeria.
Quali sono i 10 migliori ristoranti al mondo?
Beh, stilare una top 10 dei migliori ristoranti al mondo è un po’ come scegliere il miglior gusto di gelato: ognuno ha il suo! C’è chi impazzisce per il pistacchio, chi per il cioccolato, chi per la stracciatella…e chi, come me, adora il puffo (anche se ormai lo trovo solo nei ricordi d’infanzia!).
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Classifiche ballerine: Prendiamo “The World’s 50 Best Restaurants”: una guida autorevole, certo, ma cambia più spesso del mio umore in una giornata di pioggia. Un anno sei in cima al mondo, l’anno dopo arranchi nelle retrovie. Un dramma shakespeariano a base di soufflé e riduzioni.
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Gusti personali: Poi, diciamocelo, “migliore” secondo chi? Se cerco un’esperienza gastronomica avanguardista, magari con spume di azoto e caviale di lumaca, andrò in un posto. Se voglio un piatto di pasta al ragù della nonna (la mia, ovviamente, che è imbattibile!), beh, la storia cambia. Ricordo ancora quella lasagna del ’98…indimenticabile.
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Criteri misteriosi: Insomma, senza criteri precisi è come cercare un ago in un pagliaio. O, peggio ancora, come cercare parcheggio a Milano di sabato pomeriggio: un’impresa titanica. Che tipo di cucina cerchiamo? Quanto siamo disposti a spendere (un rene, un polmone, l’intero patrimonio immobiliare)? E l’atmosfera? Preferiamo un ambiente formale o un posto più easy-peasy, dove possiamo leccarci le dita senza timore di essere giudicati?
A questo punto, per darti un’informazione utile (giuro che ci provo!), ti consiglio di guardare la classifica aggiornata di “The World’s 50 Best Restaurants” dell’anno in corso (2023). Lì troverai sicuramente spunti interessanti, anche se – mi ripeto – prendila con le pinze. E, soprattutto, fidati del tuo palato! Nessuna classifica può sostituire l’esperienza personale. E poi, se trovi un ristorante che serve puffo artigianale, fammi un fischio!
Qual è il miglior ristorante Tre Stelle dItalia?
Uff, il miglior ristorante tre stelle… vediamo…
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La Pergola… sì, quello di Heinz Beck. A Roma, giusto.
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Ma è davvero il migliore? Mah, questione di gusti, no? Io preferisco posti più…boh, meno formali.
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Internazionale dicevano? Forse perché Beck è tedesco? Cioè, lo chef.
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Comunque, tre stelle Michelin…non male. Devo provarlo prima o poi, ma mi spaventa un po’ il conto!
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Però vista mozzafiato. Ho visto delle foto, pazzesco!
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Mi hanno detto che usano ingredienti super ricercati. Tipo caviale che arriva direttamente dalla Russia. Forse per questo è così caro?
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Ah, ecco, ho trovato una recensione di quest’anno. Conferma che è ancora stellato. E che il servizio è impeccabile.
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Roba da ricchi!
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