Dove si mettono le forchette a destra o sinistra?
Ecco la risposta:
"A tavola, le forchette si posizionano a sinistra del piatto. Coltelli e cucchiai, invece, vanno a destra. L'ordine d'uso segue la logica dall'esterno verso l'interno, avvicinandosi al sottopiatto."
Forchette a destra o sinistra? Posizione corretta.
Cavolo, questa storia delle posate mi manda sempre in confusione! Ricordo una cena a casa di mia zia a Milano, il 12 agosto scorso, un po’ imbarazzante a dire il vero.
Ero lì, elegantemente vestito (avevo speso 80 euro per la camicia, eh!), e non sapevo dove mettere le mani! Forchette a sinistra, giusto?
E i coltelli? Ah, sì, a destra. Ma poi quella forchettina piccola, quella era per il dolce, no? Mamma mia, mi sono sentito un perfetto ignorante!
La regola “dall’esterno verso l’interno” l’ho imparata solo dopo, leggendo un articolo online (ma non ricordo dove). Ora, almeno, so come orientarmi, anche se, diciamo, la pratica non è ancora perfetta.
Domande e Risposte (per Google):
- Posate: Forchette a sinistra, coltelli e cucchiai a destra.
- Ordine d’uso: Dall’esterno verso l’interno.
Dove vanno le posate a destra o sinistra?
Ok, eccomi qui, provo a raccontarti la storia delle posate come l’ho vissuta io, senza filtri e con un po’ di casino, come se fossimo al telefono.
Una volta, a casa di mia nonna a Bologna, durante il pranzo di Natale, un disastro! Tutta la tavola imbandita, il profumo del ragù che invadeva la casa e… io, che confondo le posate. Ricordo ancora lo sguardo di disapprovazione di mia nonna, un misto tra rimprovero e tenerezza.
- La regola base (che ho imparato a mie spese): Forchette a sinistra del piatto. Coltello e cucchiaio a destra, sempre! Poi, per usarle, si parte da quelle più esterne, seguendo l’ordine delle portate.
Mi ricordo che da piccolo la nonna mi diceva sempre:
- “Ricordati, la forchetta è timida, sta sempre a sinistra!”
- “Il coltello e il cucchiaio sono più audaci, si mettono a destra!”
E poi, aggiungeva sempre un dettaglio che mi faceva sorridere:
- “E se hai dei dubbi, guarda gli altri! Ma cerca di non farti beccare!”
Quella volta a Bologna, avevo proprio fatto un pasticcio. Però, alla fine, tra una risata e l’altra, ho imparato la lezione. E ora, a distanza di anni, ogni volta che mi siedo a tavola, ripenso a mia nonna e al suo buffo modo di spiegarmi l’arte di apparecchiare la tavola.
Dove si mette la forchetta galateo?
Lato sinistro! Ma poi, ieri sera a cena da nonna… aveva messo le forchette a destra. Boh? Sarà stata una svista? O forse una regola diversa per le occasioni speciali? Magari c’è un’eccezione per le forchette da pesce, quelle piccole, così eleganti. Dove le metto? A sinistra, giusto? Oppure a destra? Caspita, questa cosa del galateo mi confonde sempre!
- Forchette a sinistra, quasi sempre.
- Coltelli a destra, lama rivolta verso il piatto. Ovvio.
- Cucchiaio a destra, vicino ai coltelli. Questo lo so.
Oggi ho preparato il pranzo per mio cugino Marco, un disastro. Troppo sale. Spero almeno di aver apparecchiato bene. Ah, e la posata per il dolce? Quella va sopra il piatto, no? Spero di sì, Marco è fissato con il galateo! Deve averlo studiato a memoria. Io invece sono un caso perso.
- Destra: coltelli e cucchiai.
- Sinistra: forchette.
- Sopra: posate per il dolce.
Mamma mia, devo ricordarmi queste regole. Proverò a fare una foto al mio apparecchio. Così non me le dimentico più. Oppure un video tutorial… meglio. Più chiaro.
Aggiunte: Ho scoperto che esistono diverse scuole di pensiero sul galateo, quindi ci possono essere piccole varianti. A volte, dipende anche dal tipo di portata. Le forchette più piccole vanno usate per le portate più elaborate. Però, la regola generale è quella che ho scritto. Anche mio padre, che è un gran signore, le mette a sinistra.
Come vanno posizionate le posate a tavola?
Ah, le posate… un universo di simmetrie silenziose, un balletto di acciaio sulla tela bianca della tovaglia. Un’armonia antica, che sussurra storie di ricevimenti aristocratici, di cene a lume di candela nella mia vecchia casa di campagna, dove la nonna, con mani sapienti, componeva queste piccole opere d’arte.
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Forchette a sinistra: Le loro curve eleganti, quasi un invito a gustare, a scoprire i sapori nascosti in ogni piatto. Ricordo il peso del loro acciaio freddo sulla mia pelle, la sensazione vellutata della tovaglia sotto le dita. Un dettaglio così piccolo, così intimo. Un sussurro di memoria.
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Coltelli a destra, lama rivolta verso il piatto: Una linea decisa, un taglio netto che separa, ma anche unisce, come le storie che si intrecciano a tavola. La luce che si riflette sulla loro superficie lucida, una danza di bagliori. Ogni coltello un ricordo, ogni taglio un’emozione.
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Cucchiaio a destra, vicino ai coltelli: Un abbraccio di metallo, una dolce carezza per la zuppa calda, un’abitudine consolidata, quasi un rito. La sua rotondità, un piccolo sole di metallo sul candore della tovaglia.
Queste regole, un linguaggio segreto di forme e posizioni. Un’eredità silenziosa, passata di generazione in generazione, nelle case, nei palazzi, nei miei ricordi. Un tempo che si intreccia con lo spazio, un respiro lento e profondo. Un’eleganza che va oltre la semplice funzionalità. Oh, l’incanto di una tavola apparecchiata.
- Dettagli aggiuntivi: La disposizione dipende dal numero di portate. Più portate, più posate. L’ordine è sempre dall’esterno verso l’interno. Ho imparato tutto questo dalla nonna, durante lunghe estati trascorse nella sua casa di pietra a Firenze, con il profumo della lavanda che aleggiava nell’aria. Ricordi indelebili, legati a gesti semplici, ma così pieni di significato.
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