Perché la forchetta va a sinistra?

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«La posizione di forchetta e cucchiaio a tavola rispecchia la logica dell'utilizzo: destra per il cucchiaio (mano dominante), sinistra per la forchetta. Il galateo è razionale, l'educazione, invece, affettiva e basata su gesti di cortesia come "grazie" e "prego".»

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Forchetta a sinistra: ecco perché!

Mah, questa storia della forchetta a sinistra… mi lascia un po’ perplesso. Ricordo mia nonna, a Natale del 2018 a casa sua a Firenze, che mi correggeva sempre se tenevo la forchetta nella mano sbagliata. Era un vero tormento! Per lei, era questione di educazione, non di logica pura.

Eppure, c’è un fondo di verità in quella spiegazione del galateo: la destra per il cucchiaio, la sinistra per la forchetta. Funziona, almeno in teoria. Ma poi, pensandoci, quanti mancini conosci che usano la forchetta con la destra? Io uno. Mio cugino Enrico, che mangia con una disinvoltura che lascia tutti a bocca aperta!

Il galateo, in realtà, è una cosa più complessa. Non è solo “forchetta a sinistra, cucchiaio a destra”. È un insieme di regole che evolvono, dipende dal contesto, dall’ambiente, dal tipo di evento.

A volte, a una cena formale, vedi gente infrangere le “regole” del galateo apparentemente senza problemi. Dipende molto dall’atmosfera, dalla compagnia. Ricordo una cena romana, 14 febbraio 2022, al ristorante “La Taverna del Sole” (spesi un bel po’, circa 80 euro!), dove nessuno si preoccupava minimamente di dove fosse la forchetta. Era tutto più rilassato e informale.

L’educazione, invece, è ben altra cosa. È un qualcosa di più profondo, di più umano. È quello che mia nonna mi insegnava, non solo con le posate, ma anche con le parole “per favore” e “grazie”. Quei gesti semplici, ma così pieni di significato. Quella vera educazione, non ha prezzo.

Quando si mette la forchetta a destra?

Ah, la forchetta a destra! Un mistero degno di Da Vinci, dico io. Solo in un caso, un’eccezione degna di nota, un’isola felice nella mappa del galateo: le ostriche. Immagina: un mollusco, così elegante, così…scivoloso, che reclama un trattamento speciale. La forchetta, quindi, a destra, per affrontare la sfida con la giusta determinazione. Tipo un gladiatore che aspetta il leone, ma il leone è un’ostrica.

Due secondi? Cambio coltello, obbligatorio! Non è una raccomandazione, è un dogma. Non si scherza con i secondi, sono la spina dorsale del pasto, il cuore pulsante di ogni commensale. Come affrontare una battaglia con una sola spada? Assurdo, vero? Ecco, uguale.

Ecco un riassunto in punti:

  • Forchetta a destra: solo con le ostriche. È una regola che, se infranta, provoca brividi nell’anima di ogni esperto di galateo. Mia zia Gina, che sul galateo ci ha scritto un libro (ancora inedito, purtroppo), mi ha insegnato questo.
  • Due secondi: coltello nuovo. Non c’è scampo, è la legge. Ricordo una volta che mio cugino, un vero anarchico delle posate, ha provato a ribellarsi… finito con il vino rosso sulla camicia. Una tragedia greca, in pratica.

Aggiungo, a titolo personale: quest’anno ho avuto l’occasione di sperimentare entrambi i casi. E non mi sono mai pentito di aver rispettato le regole del galateo, anche se mio cugino continua a chiamarmi “Signor Galateo”. A lui rispondo sempre: “Preferisco signor BonTon”.

Perché si allarga la forchetta?

Oddio, la mia forchetta preferita, quella di acciaio inossidabile che mi ha regalato nonna Elena, si è allargata! Era il 2023, agosto, eravamo al mare, a Marina di Pietrasanta. Ricordo la rabbia, sai? Avevo appena preso un bel pezzo di pesce spada alla griglia e… crack. La forchetta si è piegata, un po’ come una molla. Era orribile.

Un disastro! Mi sono sentita proprio male. Quel pesce spada era delizioso e la forchetta, un cimelio di famiglia! L’ho usata mille volte, a pranzo, a cena, alle feste di compleanno… Non capisco come sia successo. Forse l’ho caricata troppo, forse è stata una caduta accidentale. Era tutta storta.

Ecco cosa mi viene in mente:

  • Stress meccanico: magari ho forzato troppo tagliando qualcosa di duro.
  • Caldo: abbiamo fatto un sacco di grigliate, il metallo si è sicuramente surriscaldato.
  • Lavaggio aggressivo: la lavastoviglie è un’ammazzatricci di forchette!
  • Difetto di fabbrica: magari era già un po’ debole all’origine.

Poi, ricordo che ho cercato su internet. Ho trovato un articolo che parlava di corrosione, ma la mia non sembrava arrugginita. Era proprio piegata, deformata. Un vero peccato. Ancora mi dispiace, perché era un pezzo unico.

Adesso uso le forchette usa e getta, quelle di plastica. Un po’ triste, lo ammetto. Ma le vecchie forchette si consumano, si deformano, è la legge della vita. Anche le forchette di nonna Elena.

Quando si apparecchia la forchetta va a destra o sinistra?

Mamma mia, quante volte mi sono sentita persa con le posate! 🙈 Ti racconto questa: un Natale a casa della nonna, tavola imbandita che sembrava quella di un re, argenteria che brillava… panico!

  • La forchetta a sinistra: Me lo sono tatuato in mente dopo l’occhiataccia di mia zia. Giuro, stavo per prendere la forchetta con la mano destra! 😂
  • Coltello e cucchiaio a destra: E qui altra crisi! Non sapevo quale dei due mettere più vicino al piatto. Alla fine ho lasciato fare a mia cugina, esperta di galateo (o presunta tale). 🤣
  • Si parte dall’esterno: Questo è il trucco che mi ha salvato. Se parti dalla posata più lontana dal piatto, fai meno danni! 😉

A proposito, quest’anno ho deciso di semplificare: niente argenteria, solo posate normali e tovaglioli colorati. Forse mia zia storcerà il naso, ma almeno mi godo il pranzo senza ansia! Ah, e ho scoperto che esiste anche una “forchetta da dolce”, ma quella è un’altra storia… e un altro Natale potenzialmente disastroso! 😅

Come si mette la forchetta quando si finisce di mangiare?

Mamma mia, che casino con ‘ste posate! Sembra una coreografia di balletto moderno, non una cena!

  • Forchetta: La pianti lì sul piatto, tipo un’ancora dopo una tempesta di spaghetti. Manico alle sei e mezza, perché alle sette c’è la partita e non voglio perdermela. Punte verso l’alto, eh, non fate i ribelli! Io preferisco a ore 5, comunque.

  • Coltello: A destra, lama rivolta al centro. Che poi, chi usa ‘sto coltello?! Io, sinceramente, ho sempre preferito la forchetta, anche per il pollo. Tanto per capirci, lo sminuzzo col bordo del piatto.

Ah, un consiglio da esperto (ovvero io, dopo anni di pranzi disastrosi): se siete a un matrimonio e dovete impressionare la suocera, mettete le posate in posizione “aereo pronto per il decollo”. Vedrete che effetto! Mia zia Pina lo fa sempre e si sente una regina!

Quest’anno ho aggiunto un nuovo metodo. Dopo un pasto abbondante metto le posate a formare una X, tipo un tesoro sepolto. E’ una mia invenzione e funziona sempre.

Come si mettono le posate galateo?

Ero a cena da mia zia Emilia a Bologna, era il 25 Aprile di quest’anno. Che ansia! Lei ci tiene tanto al galateo, e io mi sentivo sempre impacciata. Ricordo il profumo del ragù che riempiva la casa, un misto di sedano, carota e cipolla che mi faceva venire l’acquolina in bocca. Avevo adocchiato i suoi tovaglioli di lino ricamati, bellissimi. Le posate erano lucide, d’argento, pesanti. Ero tesissima. Le forchette erano a sinistra, allineate. I coltelli, con la lama rivolta verso il piatto, a destra. E il cucchiaio, sempre a destra, accanto ai coltelli, verso l’esterno. Meno male che mi ero fatta un ripasso veloce su internet prima di arrivare.

  • Forchette: Sinistra del piatto.
  • Coltelli: Destra del piatto, lama verso l’interno.
  • Cucchiaio: Destra del piatto, accanto ai coltelli.

Mia zia, poi, mi ha spiegato che le posate si usano dall’esterno verso l’interno, a seconda delle portate. E per finire, mi ha pure fatto la ramanzina sul come piegare il tovagliolo! Insomma, un incubo! Ma il ragù era così buono che le ho perdonato tutto. Emilia usa anche mettere il piattino del pane in alto a sinistra, sopra le forchette, e i bicchieri in alto a destra, sopra i coltelli. Una cosa in più che ho imparato!

Come lasciare le posate dopo aver mangiato?

Posate. Fine pasto.

  • Coltello a destra, lama rivolta verso l’interno. Dettagli inutili.
  • Forchetta a sinistra, denti rivolti verso l’alto. Eleganza superflua.
  • Entrambe al centro. Punto.

Precisione maniacale. L’apparenza inganna. La vita è un piatto di spaghetti. Anche mia nonna lo sapeva.

Preferisco il caffè nero. Amara verità. Quest’anno ho cambiato marca. Lavazza.

Le posate non raccontano nulla. O forse tutto. Dipende. Chi osserva?

#Forchetta #Mangiare #Mano Sinistra