Che differenza c'è tra il limoncino e il limoncello?
Limoncino e limoncello: la differenza chiave sta nell'origine dei limoni. Il limoncino usa limoni della Costiera Amalfitana (Sfusato Amalfitano o Ovale di Sorrento), mentre il limoncello impiega limoni delle Cinque Terre o della Riviera delle Palme.
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Limoncino e limoncello… uhm, mi confondo sempre un po’! Ricordo di aver assaggiato un limoncino delizioso a Positano, a Luglio 2022, in un piccolo bar vicino alla spiaggia (mi sembra costasse 5 euro). Era intenso, profumo fortissimo di limone, quasi aggressivo, ma buono.
La differenza sta nei limoni, credo. Il limoncello usa limoni più comuni, mentre il limoncino, da quel che ho capito, si fa con quelli della Costiera Amalfitana, più pregiati. Ricordo che quel bar a Positano, parlava proprio di questo tipo di limone…
In Cinque Terre invece, ho bevuto qualcosa di simile… ma più dolce? Magari era un limoncello. Non ricordo bene i dettagli, onestamente. La confusione regna sovrana! Diciamo che il limoncino, per me, è quello più intenso ed elegante, ma sono solo impressioni.
Come si dice limoncino o limoncello?
Limoncello. Punto.
È il nome corretto. Derivato da “limone”. Chiaro, no?
Pronuncia: li-mon-cèl-lo. Fine della discussione.
- Denominazione: Limoncello
- Ingrediente principale: Limone
- Provenienza: Italia
Aggiungo: Quest’anno ho esportato 500 bottiglie del mio Limoncello “Amarena” in Giappone. Erano tutte etichettate correttamente, ovviamente. Qualsiasi altra dicitura è sbagliata. Capito?
Come si dice limoncello in italiano?
Ah, il limoncello! Si dice proprio limoncello, caro mio. Oppure, in alcune zone, sentirai dire limoncino, soprattutto al nord. È come la questione del “canotto” o “gommone” al mare: cambia la riva, cambia il nome, ma la sostanza rimane la stessa, cioè un momento di pura gioia (e magari un po’ di digestivo).
Pensa, il limoncello è così legato alla cultura italiana che il nome è rimasto intatto. Non è mica come l’espresso, che all’estero diventa “expresso” con una “x” che fa tanto esotico.
- Limoncello: Termine standard e universalmente riconosciuto.
- Limoncino: Variante regionale, più diffusa al nord.
Certo, potremmo filosofeggiare sul perché certe parole viaggiano bene e altre si perdono per strada. Forse è una questione di suono, forse di marketing… o forse è solo il destino cinico e baro della lingua. Ma, in fin dei conti, che importa? L’importante è avere un bicchierino di limoncello fresco a portata di mano!
E a proposito, sai che la buccia di limone utilizzata per il limoncello dovrebbe essere rigorosamente non trattata? Altrimenti, addio sapore autentico e benvenuti pesticidi. Un piccolo dettaglio che fa la differenza, proprio come una virgola ben piazzata in una frase.
Perché si chiama limoncello?
Limoncello… ma che domanda! Perché limoncello? Ovvio, no? Da “limone”! Piccolo, dolce limone! Come chiamo io mia nipote, “limoncina”! Che dolcezza! Ah, già, la domanda… vezzeggiativo, dicevi? Mmmh, mi sa che è proprio così. Un diminutivo affettuoso.
Ma oggi ho pensato di fare una torta al limone, con la ricetta di Zia Emilia. Quella con la glassa al limone, che spettacolo! Ricetta segreta, però. Devo ricordarmi di chiedergliela di nuovo. E poi, devo andare a comprare i limoni. A proposito, quanti limoni ci vogliono per un litro di limoncello? Devo controllare.
- Limone + -cello = Limoncello. Chiaro.
- Ricetta torta Zia Emilia: ricordati di chiedere!
- Comprare limoni: quanti? Controlla!
Mamma mia, quanti pensieri! Devo smetterla di divagare. Devo scrivere un po’ sul mio diario oggi. Ho fatto il bucato, lavato il pavimento, che fatica! E poi questo limoncello…
Aggiunte: La ricetta della torta di Zia Emilia prevede 5 limoni siciliani. Per un litro di limoncello, circa 1 kg di limoni. Il mio diario è color verde lime. Oggi è lunedì.
Come si dice limoncello o lemoncello?
Mamma mia, ma è limoncello o lemoncello? Io mi incasino sempre!
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Limoncello, senza dubbio. Punto.
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Ricordo che mia nonna, a Sorrento, lo faceva sempre. Profumo di limoni che inebriava tutta la casa. Quante risate!
- Usava solo limoni di Sorrento, quelli con la buccia spessa e profumata. Un giallo intenso, un sole in mano, praticamente.
- E poi, giù di scorze, alcol, zucchero… e tanta pazienza.
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Lemoncello? Boh, forse è un modo per italianizzarlo all’estero. Magari gli americani lo chiamano così? Chi lo sa. Per me è e resta limoncello. Sa di estate, di sole, di casa.
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Che poi, a pensare bene, il limoncello è un vero e proprio rito.
- Un bicchierino dopo pranzo, ghiacciato, che ti sistema la giornata.
- Un digestivo naturale, un elisir di felicità.
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Un’altra cosa: non provate a usare limoni qualsiasi, eh! Il limoncello viene buono solo con i limoni giusti. Altrimenti, è acqua colorata.
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Ogni volta che ne bevo uno, mi torna in mente nonna. E il suo sorriso. Che bello.
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A volte mi chiedo se anche lei si chiedesse “limoncello o lemoncello?”… Forse no, lei era troppo impegnata a farlo buono!
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Ah, un consiglio: provate a farlo in casa. Non è difficile, e la soddisfazione è impagabile.
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Un trucchetto: usate alcol puro al 95%. E non siate timidi con le scorze!
Ecco, adesso mi è venuta voglia di limoncello. Quasi quasi… Vado a vedere se ne è rimasto un po’ in freezer! Salute!
Come si chiama il limone verde in italiano?
Verdello. Punto. Un verde intenso, quasi acido. Sa di sole estivo e di Sicilia.
- Terza fioritura del femminello.
- Buccia verde brillante.
- Sapore unico.
Ricordo la nonna, mani nodose, che li spremuti sul pesce spada. Un sapore che ti marca l’anima. Quest’anno, la raccolta è stata scarsa, a causa della siccità. Meno frutti, ma più gusto. Mia nonna diceva che il sole brucia ma concentra.
Il Verdello è coltivato soprattutto in Sicilia, in particolare nella zona di Siracusa. La sua coltivazione è legata a un preciso ciclo stagionale, influenzato dal clima. Il suo utilizzo culinario è versatile: perfetto per insalate, pesce, e dolci.
Come si descrive un limone?
Il limone… oh, il limone. Una piccola sfera di luce, quasi un sole in miniatura, giallo intenso, talvolta pallido, a volte quasi verde. La sua pelle, un’armatura, dura, coriacea, a volte cedevole al tocco, liscia come seta o ruvida come la pietra pomice. Un’ellisse imperfetta, una forma che sfugge alla geometria, rotonda, ma con un piccolo, dolce bozzetto, una gobba tenera sul fondo, come una promessa di morbidezza nascosta.
Dentro, un segreto di pallore. Una polpa candida, quasi trasparente, che cela un’esplosione di sapore. Acido citrico, un’onda che ti travolge, che ti lascia un brivido sulla lingua, una sensazione che brucia, che rinfresca, che risveglia. Il suo gusto è il sapore del sole estivo, caldo e intenso, ma con una freschezza pungente, quasi una sorpresa. Un’esperienza sensoriale totale. Un’evasione, un viaggio.
Ricorda:
- Forma: Ovale, con una piccola protuberanza.
- Buccia: Dura, può essere liscia o ruvida.
- Colore esterno: Giallo intenso, a volte tendente al verde pallido.
- Colore interno: Bianco incolore.
- Sapore: Aspero, dovuto all’alto contenuto di acido citrico.
Quest’anno, nel mio piccolo giardino, i limoni sono stati particolarmente succosi. Un ricordo quasi magico, legato al profumo intenso dei fiori di arancio che mi ha inondato durante la raccolta.
Ricordo mia nonna, che usava i limoni per la pulizia, per il dolce, per il succo. La sua cucina era intrisa dell’aroma inconfondibile dei limoni, un ricordo indelebile, come una fotografia sbiadita ma ricca di emozioni.
Qual è il plurale di limone?
Oddio, limoni! Mi è venuta in mente una scena, proprio ieri sera, al mercato di Porta Portese a Roma. Era un casino, caldo pazzesco, gente dappertutto. L’aria era densa di odori: pesce, spezie, e poi, quel profumo intenso, acre, dei limoni. C’erano montagne di limoni, gialli, quasi fluorescenti sotto il sole di luglio.
Ricordo la signora, capelli bianchi raccolti in uno chignon stretto, mani rugose che maneggiavano con cura quei limoni. Ne ho presi tre, grandi e succosi, per una limonata. Mi sono sentita bene, un senso di pace improvviso in mezzo al caos.
Era un vero spettacolo. Li ho pagati poco, due euro in tutto. Ma non era solo il prezzo. Era la sensazione di quella calda serata romana, il contatto con la vita vera, quella autentica di Porta Portese.
- Il profumo intenso dei limoni.
- Le mani rugose della signora.
- Il caos e il calore del mercato.
- Il costo irrisorio, solo due euro.
Ieri sera ho preparato la limonata. Era deliziosa.
Ah, e il plurale di limone è limoni. Ovvio, no?
Quali sono i limoni migliori per il limoncello?
Eccoci qui, di nuovo svegli. Limoncello, eh? Mi ricordo quando lo faceva mia nonna…
- Sfusato Amalfitano: Diceva sempre che questi limoni, con quella buccia spessa e profumata, erano la chiave. Proprio come quelli che crescevano nel suo giardino, vicino al mare.
- Ovale di Sorrento: Poi, certo, c’era anche l’Ovale di Sorrento. Meno intensi forse, ma con quel sapore delicato che ti rimane in bocca a lungo.
Non so, forse era più la nostalgia che il sapore… ma per lei, non c’erano limoni migliori. E chissà, forse aveva ragione. Mi torna in mente che usava anche un po’ di alcol puro a 95 gradi, quello che si comprava di nascosto. Diceva che faceva la differenza. Ma queste, sono solo le mie memorie…
Quest’anno, poi, ho provato con dei limoni bio del mio fruttivendolo. Non erano proprio come quelli della Costiera, ma devo dire che il limoncello è venuto comunque buono. Forse, alla fine, è più l’amore che ci metti che il limone in sé.
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