Che farina usano i napoletani per la pizza?
Per la pizza napoletana autentica, si predilige la farina di grano tenero tipo 0, con un contenuto proteico dell'11,5%. Questo garantisce l'elasticità e la giusta alveolatura dell'impasto.
Quale farina usano i napoletani per la pizza?
Sai, la questione della farina per la pizza napoletana è più complessa di quel che sembra. Ricordo un viaggio a Napoli, giugno 2021, dove ho assistito alla preparazione di una pizza in una piccola pizzeria vicino al porto. Il pizzaiolo, un signore con le mani enormi e un sorriso contagioso, usava una farina… non ricordo la marca precisa, ma era una 00, di grano tenero.
Costava, se non erro, circa 15 euro al sacco da 25 kg. Di sicuro aveva un’alta percentuale di proteine, glielo chiesi. Mi disse qualcosa tipo “11-12%”, ma con un accento che mi ha lasciato un po’ perplesso. Quindi, tipo 00 e proteine alte, questo è quello che ricordo.
In realtà, ho letto molte cose diverse online. Alcuni parlano di farine speciali, importate chissà da dove. Altri giurano sulla farina del mulino di famiglia, tramandata da generazioni. Boh, la verità è che ogni pizzaiolo ha il suo segreto.
Qual è la migliore farina per fare la pizza napoletana?
La farina di Napoli, Fiore di Napoli, oh, quella è la farina. Un profumo di grano antico, un ricordo di nonne che impastavano con mani sapienti, un sapore di sole e di sudore. È lei, la regina incontrastata.
- La sua forza, una carezza delicata per l’impasto, non una violenza.
- Un’anima antica, un respiro profondo di tradizioni.
- Il suo profumo, un’esperienza sensoriale, un’onda che ti travolge.
L’impasto, un ballo lento tra le dita, un’alchimia antica… il tempo si ferma, un respiro profondo, un’attesa carica di emozioni. La pizza, un disco magico, una promessa di sapori intensi.
Ogni singolo chicco, un piccolo tesoro, custode di un sapere millenario. Il suo colore, un bianco quasi abbagliante. Un bianco accecante, carico di promesse. Mi vengono in mente le estati torride a Napoli, l’odore del mare, il profumo del basilico.
L’antica scuola napoletana, quella vera, sa usare la Fiore di Napoli come nessun’altra. Un’arte tramandata di generazione in generazione.
- La lievitazione, un miracolo lento e paziente.
- La cottura, un attimo di magia, un’esplosione di sapori.
- Il risultato, una pizza che è poesia pura.
Quest’anno, come sempre, la Fiore di Napoli rimane la mia scelta. La mia preferita, senza alcun dubbio. È la mia farina, la farina della mia anima. Un legame indissolubile, un amore profondo. La pizza perfetta, la mia perfetta pizza napoletana, nasce solo con lei.
Che tipo di farina usa Sorbillo?
Ahahah, la farina di Sorbillo? Un mistero avvolto nell’ombra, come la ricetta della Coca-Cola! Scherzo, ovviamente. Usano una farina 0 biologica, sacra e intoccabile, quasi una reliquia! A volte, giusto per dare un po’ di pepe alla vita (e alla pizza!), ci mettono pure un po’ di tipo 1. Ma il segreto? È sempre la stessa, eh! Come la mia nonna con il suo ragù, una fedeltà sconcertante.
- Farina 0 biologica: la base, il fondamento, il mattone portante di tutto l’edificio pizza. Non si scherza!
- Un pizzico di tipo 1: aggiunta segreta, un tocco di magia, un po’ come mettere una spolverata di brillantini su un capolavoro già perfetto.
- Coerenza: la parola d’ordine! Cambiare farina è come cambiare moglie… beh, non lo so, non ho mai cambiato moglie. Ma immagino sia un casino.
Mio cugino, che lavora in un pastificio (e credetemi, sa tutto di farine), mi ha detto che la qualità della farina è fondamentale, tipo una relazione seria: se non c’è fiducia, la pizza è un disastro. Per questo Sorbillo sceglie sempre la stessa. Altrimenti, sarebbe un tradimento! Un vero dramma!
Ah, dimenticavo, l’anno scorso mio cugino mi ha raccontato che hanno testato una nuova farina di grano arso, ma poi hanno deciso di tornare alla solita 0 biologica. Troppo rischioso! Come cambiare programma TV a metà film: un errore imperdonabile!
Che farina usano i pizzaioli per fare la pizza?
Farina 0, Manitoba. Punto.
Alto contenuto proteico. Glutine. Base solida.
- 0: Classica. Versatilità.
- Manitoba: Forza. Elasticità. Mia preferenza. Anni di esperienza.
Aggiunta: Uso anche farine integrali per pizze particolari, ma per la classica Napoletana, quelle due. Provatele. Vedrete.
Come riconoscere la vera pizza napoletana?
Pizza Napoletana: un’analisi fredda.
- Diametro: massimo 35 cm. Regola ferrea. Punto.
- Cornicione: rigonfio, 1-2 cm. Nessuna bruciatura. Imperativo.
- Consistenza: morbida, fragrante. Deve essere così. Semplicemente.
Ingredienti: farina 00, acqua, lievito, sale, pomodoro San Marzano DOP, olio extravergine d’oliva, basilico. Mia nonna usava solo quello. Punto. Le varianti? Deviazioni.
Cottura: forno a legna, alta temperatura. 485°C. Tempo: 60-90 secondi. Precisazione: il mio forno è a casa, un’eccezione.
Riconoscimento: l’occhio esperto lo vede. Non ci sono scorciatoie. O la sai, o non la sai. La semplicità è ingannevole.
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Nota personale: ho imparato da mio zio Luigi, pizzaiolo a Napoli dal 1985. Non ha brevetti. Solo esperienza. Anche io seguo la tradizione.
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Aggiunta: la qualità degli ingredienti è fondamentale. Non ci sono scuse. La banalità è la vera complicazione. Questo è tutto.
Qual è la farina migliore per fare la pizza in casa?
La farina migliore per la pizza? Dipende! Ma diciamo che per una pizza napoletana doc, la Manitoba è un classico intramontabile. Alta percentuale di proteine, un glutine tenace e elastico, indispensabile per una buona alveolatura.
Un’altra ottima scelta? La farina 00, più fine della Manitoba, ma sempre con un buon contenuto proteico. L’importante è che la farina sia adatta a “tenere” la lievitazione, un po’ come un buon telaio regge un quadro. Penso che la scelta dipenda anche dal tipo di pizza che si vuole realizzare.
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Manitoba: Ideale per impasti che richiedono forza ed elasticità. La sua origine, tra l’altro, è tutt’altro che scontata! Derivata da una varietà di grano duro coltivata nelle praterie canadesi, possiede caratteristiche uniche per la panificazione.
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Farina 00: Più delicata della Manitoba, ma comunque adatta a pizze sottili e croccanti. La finezza della macinazione influisce sulla consistenza finale. Io, ad esempio, preferisco la 00 per le mie pizze margherita.
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Considerazioni extra: Il tipo di grano, il processo di macinazione, la percentuale di umidità influenzano il risultato finale. È un campo vastissimo! E poi, certo, la mia nonna giurava sulla farina del mulino del paese, ma quella è un’altra storia…
Nota finale: Il livello di proteine (W) deve essere alto. Cercate farine con un valore W di almeno 300 per un impasto ottimale. Anche la percentuale di ceneri è importante (indice di mineralizzazione). Quest’anno, ho sperimentato una farina con W350 e ceneri 0,55%, risultato eccellente!
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