Come si può mangiare il pesto?

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"Il pesto non è solo per la pasta! 🍝 Ottimo su bruschette e focacce, sublime con gnocchi e verdure grigliate. 🥖 Usalo per panini gourmet, zuppe o come marinata per carne e pesce. Un tocco di pesto trasforma ogni piatto! ✨"

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Come gustare al meglio il pesto?

Adoro il pesto. Ricordo ancora il profumo che invadeva la cucina di mia nonna a Genova, ogni 15 Agosto, quando preparava le lasagne al pesto per Ferragosto. Un sapore indimenticabile.

Certo, la pasta col pesto è un classico, ma io lo adoro anche sulle bruschette. Tipo quelle che ho mangiato a Monterosso, il 5 giugno scorso, croccanti e profumate. Costavano 5 euro, ma ne valeva la pena.

Con le verdure grigliate poi è una bomba. Zucchine, melanzane, peperoni… ci sta benissimo. Anche con le patate lesse, provate! Una sera, tipo il 20 luglio, ho sperimentato il pesto con i gnocchi di patate. Superlativo.

Ho provato anche a metterlo nei panini, con mozzarella e pomodoro. Un’esplosione di sapore! Oppure per dare un tocco in più alle zuppe, come quella di ceci che ho preparato lo scorso inverno.

E che dire del pollo marinato col pesto? L’ho fatto per la prima volta il 10 aprile, per una grigliata con amici. Un successone.

Domande e risposte sul pesto:

Come gustare al meglio il pesto? Con pasta, bruschette, focacce, gnocchi, verdure, patate, panini, zuppe, pollo, frittata.

Che pasta sta bene con il pesto?

Trofie. Ovvio. Le forme catturano il pesto. Ma la scelta è un’illusione. Crediamo di decidere, in realtà ripetiamo schemi.

Bavette, spaghetti, trenette, linguine. Fili verdi. Scivolosi. Un classico che non delude. O forse annoia. Dipende da quanto siamo stanchi delle repliche.

Fusilli, rigatoni, pennette, mezze maniche. Stessa salsa, altra forma. Cambia la percezione, non la sostanza. Un’altra illusione di scelta.

Gnocchi. Il pesto si perde tra le pieghe. Un’alternativa. O un errore. Difficile dirlo. Io preferisco la pasta secca. Più ruvida. Meno scontata.

  • Trofie: La scelta canonica.
  • Pasta lunga: Bavette, spaghetti, trenette, linguine. Classico, a volte banale.
  • Pasta corta: Fusilli, rigatoni, pennette, mezze maniche. Alternativa alla pasta lunga.
  • Gnocchi: Una scelta insolita, non sempre apprezzata.

Personalmente, quest’anno ho sperimentato con le caserecce. Buona tenuta del pesto. Consistenza interessante. Una scoperta. Forse l’anno prossimo cambierò ancora. La ricerca del piatto perfetto è un’altra illusione.

A cosa fa bene mangiare il pesto?

Il pesto, amato in tutto il mondo, offre benefici notevoli grazie alla sinergia dei suoi ingredienti.

  • Fegato, stomaco e intestino: Basilico e aglio, insieme, possiedono una riconosciuta azione depurativa su questi organi. È una questione di biochimica: i composti solforati dell’aglio, ad esempio, stimolano la produzione di enzimi epatici. Un’azione benefica che, diciamolo, non guasta mai. Mi ricordo che mia nonna diceva sempre che un po’ di aglio al giorno toglie il medico di torno.

  • Cuore e circolazione: Lo stesso aglio contribuisce a rinforzare il sistema cardiovascolare, abbassando anche i livelli di colesterolo. È un effetto studiato a lungo e confermato da diverse ricerche scientifiche, anche se ovviamente, non è una bacchetta magica. Occorre un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano.

  • Pelle e articolazioni: I pinoli, ricchi di acidi grassi essenziali e minerali, e l’olio extravergine d’oliva, fonte di antiossidanti come la vitamina E, favoriscono la salute della pelle e delle articolazioni. Quest’anno, per esempio, ho seguito una dieta particolarmente ricca di pinoli e ho notato una bella differenza nella mia pelle, più luminosa e tonica.

Insomma, il pesto, oltre ad essere delizioso, può rappresentare un piccolo ma significativo contributo alla nostra salute, se inserito in una dieta varia ed equilibrata. L’importante, come diceva il mio professore di botanica all’università, è sempre la moderazione! Non esageriamo, anche le cose buone, in eccesso, possono diventare dannose.

  • Considerazioni Aggiuntive: L’azione antiossidante del pesto è dovuta principalmente al basilico e all’olio d’oliva. Questi antiossidanti combattono i radicali liberi, proteggendo le cellule dai danni ossidativi. Ricordiamoci però che ogni individuo reagisce in modo diverso ai cibi, quindi è sempre bene prestare attenzione alla propria reazione personale. E, come sempre, prima di apportare cambiamenti importanti alla propria dieta, un consulto con un professionista è sempre consigliabile.

Quando non mangiare il pesto?

Allora, quando il pesto fa “ciao ciao” e se ne scappa dal barattolo, tipo Houdini, lascialo perdere! 😅 Significa che è andato a male, diventando acido come il mio vicino quando parcheggio male (ogni volta!).

  • Pesto ribelle: Se ti fa un’eruzione cutanea nel barattolo, buttalo via senza pensarci due volte. Fidati, la tua pancia ti ringrazierà!
  • Fatto in casa: Il pesto fatto in casa è buonissimo, ma dura meno di un gatto sull’autostrada. Consumalo in fretta, tipo prima che il tuo coinquilino lo veda. 😼
  • Congelamento: Congelare è la salvezza, sia per quello comprato che per quello “home-made”. Diventa immortale come Highlander. ❄️

Info extra: Lo sapevi che il pesto è nato a Genova? E che mia nonna ci metteva sempre una patata bollita per renderlo più cremoso? Un tocco da chef, altro che storie! 😉

Quanto può stare il pesto nel frigo?

Allora, ascolta, il pesto fatto in casa è una bomba, ma attento a come lo conservi!

  • Frigo, massimo 5 giorni: Se lo tieni in frigo, diciamo che hai circa 5 giorni per mangiarlo, però occhio a conservarlo bene, eh!
  • Copri con l’olio, importantissimo! Il trucco è coprirlo con un bello strato d’olio, sennò si annerisce tutto. Mia nonna, che ne sa una più del diavolo, dice sempre così. Cioè, proprio uno strato generoso, eh. Ah, e il vasetto deve essere ben chiuso, ovvio.

E poi c’è l’opzione del congelatore, che secondo me è ancora meglio.

  • Congelatore, fino a 3 mesi: Congelato, lo puoi tenere anche per 3 mesi, anche se… tra noi, a casa mia sparisce prima, troppo buono!

Un consiglio extra che ti do: io a volte congelo il pesto a porzioni, tipo nei contenitori del ghiaccio. Così, quando mi serve, tiro fuori solo quello che mi serve, comodissimo! Sai, tipo quando faccio una pasta veloce.

Qual è il pesto più buono?

Supermercato PAM, credo fosse tipo fine Luglio, faceva un caldo boia. Avevo una fame pazzesca, ero appena tornato da una giornata al mare a Varigotti. Volevo farmi una pasta veloce. Ho preso il pesto Coop Fiorfiore, quello nel vasetto di vetro. Non so perché, di solito prendo quello più economico. Ma quel giorno lì avevo voglia di qualcosa di “speciale”. Beh, mi sono divorato un piatto di trofie al pesto in cinque minuti. Davvero buono, fresco, saporito. L’ho trovato perfetto, bilanciato. Non troppo unto, non troppo forte di aglio. C’era la giusta quantità di basilico. Ricordo ancora il profumo che si sprigionava dalla cucina.

  • Pam, fine Luglio: trofie al pesto Fiorfiore Coop dopo una giornata al mare.
  • Gusto: fresco, saporito, bilanciato.
  • Consistenza: non troppo unto.
  • Aroma: basilico presente ma non invadente.
  • Sensazione generale: piatto perfetto per una cena estiva veloce.

Mia nonna, invece, impazzisce per quello della Casa Lombardi. Dice che è come quello che faceva lei una volta. Per me è troppo “pinoloso”. Quindi, dipende dai gusti. Onestamente, per il rapporto qualità prezzo, il Fiorfiore Coop è il mio preferito. Poi, magari un giorno riprovo quello di Pra’, che dicono sia il top. Ma per ora, resto fedele al mio vasetto di vetro del supermercato. Ah, un’altra cosa. Tempo fa ho provato anche il pesto Tigullio, quello con la ricetta originale. Decisamente troppo forte d’aglio per i miei gusti.

Cosa abbinare alle trofie al pesto?

Amici, che dilemma! Le trofie al pesto meritano un principe azzurro nel calice, non uno qualunque.

  • Bianco, ovviamente. Un Vermentino ligure è come trovare un parcheggio gratis sotto casa: la felicità. Secco, sapido, fa risaltare il basilico senza litigare.

  • Rosso? Urca, scelta ardita! Però, se proprio insisti, un Rossese di Dolceacqua è come mettere i calzini spaiati: non è la norma, ma ha il suo perché. Leggero, fruttato, non sovrasta il pesto, lo corteggia.

  • Alternative stravaganti: Un Pigato, che sa di macchia mediterranea, o un Cinque Terre DOC, per sentirsi in vacanza anche a gennaio.

Ah, un consiglio spassionato: evita i vini troppo aromatici, che sanno di profumeria. Il pesto è un signore semplice, non ha bisogno di eccessi. Fidati, l’ho imparato a mie spese, durante una cena con mia suocera. Non farò nomi, ma il Gewürztraminer è bandito a vita!

Quest’anno, comunque, ho scoperto un abbinamento pazzesco: trofie al pesto e bollicine liguri. Un Franciacorta locale, per la precisione. Provare per credere, poi mi dirai!

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